La Comédie Humaine: un nuovo brand al maschile di cui innamorarsi (e io intervisto il creative director Vincent Louis Voinchet)

Li ho conosciuti per caso all’ultimo Pitti Immagine Uomo a Firenze. Dividevano una stanza espositiva con l’amico Bruno Tedioli, per cui capitavo spesso dalle loro parti nelle mie giornate in fiera. Chiacchierando mi sono incuriosito e mi sono fatto raccontare un po’ il loro percorso. ‘La Comédie Humaine’, chiaramente francese, come il nome fa supporre, è il brand nato dalle idee e dagli intenti di un gruppo creativo formato da quattro persone e quello che più mi ha colpito di loro è la capacità con cui sono riusciti a tradurre un punto di partenza ispirativo intellettuale e curioso come quello dell’opera e del mondo descritto da Balzac nei sui libri, in una collezione elegante, spesso spiritosa, quasi pop, che può essere retrò, ma al tempo stesso ben si adatta al guardaroba di un uomo contemporaneo. Il dandy moderno apprezzerà lo spiritoso (e ingegnoso) kit ‘Infidèle’, dove tre colletti sono venduti insieme e posso essere sostituiti nel momento in cui si logorano, ma anche se inavvertitamente il colletto porta tracce dell’avvenuta infedeltà, come una bella macchia di rossetto! Un altro oggetto che son sicuro puà diventare un must-have è la borsa M. de Breugnol, nome con cui –si racconta- Balzac avesse affittato una casa per sfuggire dai creditori. I ragazzi de ‘La Comédie Humaine’ hanno creato la versione moderna della borsa in cui Balzac portava i suoi scritti, in questa fuga! Non ricordo di aver particolari debiti, e le cose che dovrei portare con me in una fuga forse in una sola borsa non ci stanno, ma ammetto che questa mi è proprio entrata nel cuore!

Ho deciso di raccontarvi meglio il mondo di questo marchio, ho quindi intervistato per voi il suo creative director Vincent Louis Voinchet.

Prima di tutto, mi puoi dire come ti sei avvicinato a questo mondo ? Quando hai deciso che la moda avrebbe potuto essere il tuo lavoro e come hai fatto a sviluppare l’idea di un brand?
Come direttore di una rivista di moda francese (So’ Chic), ho già affrontato il mondo della moda nella mia vita di tutti i giorni. Ho scoperto però che tra le varie offerte il mercato non proponeva una via di mezzo: o ci si rivolge al “fast fashion”, con abiti realizzati senza preoccuparsi della qualità, venduti a un prezzo basso, o l’esatto contrario, cioè marchi di lusso con una qualità, tagli e linee sorprendenti, ma spesso troppo cari. Allo stesso tempo ho notato che anche i nuovi marchi che venivano lanciati spesso non dedicavano grande attenzione ai dettagli e, ancora una volta, erano troppo cari. Da qui l’idea di lanciare il nostro marchio, focalizzandoci sui punti cardine del guardaroba maschile, con il desiderio da subito di dedicare grande attenzione ai dettagli, proporre vestibilità sorprendenti, abiti realizzati in Francia da artigiani di lusso, a un prezzo equo.

Come è nato il marchio La Comédie Humaine? Quali sono le principali ispirazioni dietro al brand? Come mai il legame con Balzac?
La Comédie Humaine è nato circa un anno fa e ha preso ispirazione dalle opere letterarie di Balzac, il conosciutissimo scrittore francese. Il legame tra Honoré de Balzac e la moda può sembrare strano, ma in realtà lui è stato il primo autore francese a scrivere di moda, nelle sue opere, ma anche sui giornali, specializzati e non. È stato molto attratto da questo mondo e ha speso enormi quantità di denaro per i servigi dei suoi molti sarti. Per noi il legame tra la moda, la letteratura e Balzac è evidente e particolarmente ispirativo.

 

A parte l’ispirazione a Balzac e alle illustrazioni del suo periodo, da dove provengono gli input creativi?
Lavorando sui testi di Balzac ci siamo resi conto che questi libri sono molto descrittivi, in particolare della società parigina di quel tempo e che i legami sociali tra le persone erano alla base di tutto. Quel mondo era disciplinato dallo status sociale di ogni individuo e Balzac racconta anche la storia di molti dei suoi personaggi, la loro meteorica ascesa sociale e gran parte del modo di guardare ogni personaggio stava nel vestire, ed è sulla base di questo rapporto con i capi di abbigliamento che abbiamo immaginato il marchio La Comédie Humaine. A quel tempo, tutti gli uomini della società parigina avevano un sarto e l’attenzione al dettaglio era essenziale. È con questo spirito che abbiamo voluto lavorare sulla nostra prima collezione, mantenendo un occhio attento su particolari, finiture, sui tagli, ma anche pensando a come un uomo poteva valutare il suo rapporto con gli indumenti, non quindi considerando il capo vestito fine a se stesso, ma pensandolo come oggetto capace di creare un aspetto, sia sociale, sia personale, oltre a farsi portavoce della personalità di chi lo indossa. Abbiamo anche rielaborato il guardaroba degli uomini del tempo, grazie al particolare colletto della camicia, accessorio caduto in disuso, che abbiamo portato di nuovo alla ribalta per la figura maschile contemporanea: il cambio del colletto, in grado di adattarsi così a diversi stili, forme, colori e quindi di cambiare la camicia secondo i capricci, i desideri e le personalità, è un’ispirazione che arriva direttamente dal’armadio del XIX secolo. A volte l’ispirazione al passato è molto più sottile e poi può pescare particolari e aneddoti, piuttosto che riferimenti diretti ai vestiti del periodo.

Lavorate in gruppo, mi puoi dire come si dividono gli impegni? Ci sono dei compromessi da fare creando una collezione in team?
Per quanto riguarda il design vi è spesso un consenso sulla parte creativa. Anche se la nostra squadra è composta da quattro persone, le nostre posizioni sono molto definite, il che non ci impedisce di condividere le opinioni, anche sulla creazione. Io mi occupo principalmente degli aspetti creativi e dello sviluppo di collezioni di articoli che proponiamo.

 

Due le cose che hanno attirato la mia attenzione a Pitti. In primo luogo i collari intercambiabili, di cui mi hai già accennato, e poi le magliette e le sciarpe con illustrazioni in stile retrò, con  animali che interpretano ruoli come fossero personaggi umani. Potresti descrivere meglio queste proposte?
Certo! Si tratta di due elementi forti che abbiamo voluto per la partenza del nostro marchio. Questi due pezzi danno un’idea chiara della doppia direttiva che prende la nostra creatività. Le camicie, Rastignac, un omaggio all’eroe di Balzac, come ho spiegato sopra, si ispirano a quelle con colletto del XIX secolo. A quel tempo i collari invecchiavano e si rovinavano facilmente. Quindi c’era un sistema che permetteva di cambiare il colletto una volta usurato, ma senza dover per forza cambiare camicia, era però un metodo molto caro. C’era inoltre un solo bottone per fissarlo, era necessario indossarlo solo con la cravatta, i colletti erano solo bianchi e dello stesso modello. Abbiamo sviluppato questo principio, aggiungendo 5 bottoni, discretamente nascosti sul retro del collo, per fissare sulla camicia il colletto, che può così essere indossato con o senza cravatta. Diversi poi i modelli proposti e in futuro ci saranno anche limited edition e collaborazioni con altri creativi. Ci sono già 6 forme disponibili: French, Italian, Peter Pan, small collar, officer and broke. Questa offerta è per un guardaroba più elegante. L’altra parte, più casual, propone una linea di T-shirt realizzate sempre in Francia, con stampe relative ai tempi di Balzac, abbiamo ripensato alle incisioni progettate da Grandville, un famoso illustratore di quel periodo. Ogni T-Shirt è dotata di un libretto che spiega l’origine della stampa. La cosa divertente è che questi articoli contengono stampe che sono così moderne, nonostante abbiano anche più di 150 anni.

Quale target avete in mente per la collezione?
Tutti coloro che hanno un certo occhio per i dettagli e il desiderio di trovare bei pezzi, finiture curate e ben fatte, bei tagli. Io credo che tutti gli uomini contemporanei potrebbero star bene con addosso gli abiti de La Comédie Humaine.

 

La moda contemporanea è molto legata alla generazione 2.0, a quelle persone che lavorano sul web, che sono sempre connesse. Cosa ne pensi di questo? E chi potrà a tuo avviso vincere nella sfida: riviste versus web?
Riguardo alla seconda domanda direi: nessuno! Penso che questo sia un falso problema, si tratta di due mondi diversi, e quindi, di due obiettivi diversi. Le riviste sono lì per fornire un’immagine elaborata, più forte e riflessiva, perché ci vuole tempo per preparare una versione cartacea di una rivista. Il web è più spontaneo, qualcosa di meno lavorato, senza dubbio, ma altrettanto necessario, in quanto consente alle informazioni di essere fornite in modo meno formattato e più libero. Inoltre, io non credo che nessuno voglia vincere, dal momento che i due hanno bisogno l’uno dell’altro. Per quanto concerne la prima parte della domanda, guarda, siamo nel mondo di Balzac, e tuttavia abbiamo un sito web per vendere i nostri prodotti, e persino un giornale: ‘Cronache di vita parigina’. Il 2.0 non è una questione di generazione, ma di molti mondi e di attitudini mentali.

La tua definizione di bellezza?
La bellezza è qualcosa di semplice, evidente. Non deve essere giustificata o spiegata. Qualcosa di bello è qualcosa che alla fine è in grado di attrarre, e ognuno può trovare la bellezza in ciò che vede, anche nella Moda.

Cos’è il lusso per voi in questo periodo di crisi?
In tempi di crisi, noi crediamo che il lusso sia proprio quello che stiamo cercando di offrire: un prodotto realizzato con cura, attenzione, qualità, in Europa (Francia e in Italia, in particolare), e la cui competenza è riconosciuta. Questo non significa che il prezzo deve essere molto alto o sproporzionato! Invece, il prezzo dovrebbe essere ancora più giustificato. I clienti sono probabilmente disposti a spendere più soldi se la qualità giustifica questa spesa. Un periodo di crisi è proprio il momento giusto per cercare di cambiare le regole del gioco, e dimostrare che possiamo mantenere la voglia di fare cose belle, senza perdere di vista la qualità o aumentare notevolmente il prezzo. È tutta una questione di equilibrio.

Progetti per il futuro?
Certo! Un sacco! Lavoriamo su un marchio globale, l’idea è quella di offrire agli uomini una esperienza di vita attraverso le conoscenze, il ‘know how’ degli artigiani. Con sciarpe di seta, candele, guanti, articoli in pelle, ma anche con la letteratura. Tutto questo è già in corso. Non vogliamo soffermarci esclusivamente sui capi di abbigliamento, anche se il nostro principale obiettivo a breve termine è quello di concentrarci su un guardaroba completo maschile.

Dove possiamo trovare i vostri vestiti?
Per il momento vendiamo i nostri prodotti on-line, dal nostro sito web www.lacomediehumaine.com, che avrà una versione inglese a breve. Stiamo lavorando con alcuni retailer per un’apertura nei prossimi mesi, dove potrebbe essere presentata la nostra collezione. Infine alla fine di settembre apriamo una boutique a Parigi e siamo sicuri che questa sarà una grande opportunità.

Dall’alto: i colletti intercambiabili, con il kit  ‘Infidèle’ e le camicie de La Comédie Humaine. Le T-shirt con le illustrazioni ispirate a quelle dei libri di Balzac e al lavoro dell’illustratore Grandville. Le borse M. de Breugnol e un bozzetto della boutique parigina del brand.

Per saperne di più http://www.lacomediehumaine.com

  1. rink olga Rispondi

    Mi sono innamorata anche io in questo brend di lusso puro della ironia!

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