Conosco Riccardo da un po’ di tempo, il suo recente passato nel fashion system ci aveva già fatto incontrare, mai mi sarei aspettato di vederlo in televisione. E, invece, lo ritrovo protagonista di un piccolo cult della TV, quel “Cortesie per gli Ospiti”, che su Real Time ha sempre raccolto ottimi risultati. Riccardo Vannetti nell’attuale serie della trasmissione è andato ad affiancare Alessandro Borghese, chef di professione, figura molto amata per la simpatia e la professionalità, e l’interior designer Chiara Tonelli, anche docente all’Università La Sapienza di Roma. Il ruolo di Riccardo? Quello di esperto di buone maniere e bon ton. Ed ecco che alla fine non mi sembra affatto strano che lui sia in televisione, perché lo ricordo sempre impeccabile, elegante e perfetto in ogni situazione, quasi fosse nato per la presenza televisiva che Real Time gli ha richiesto.
In occasione quindi di questo importante esordio davanti alla macchina da presa, non solo ho deciso di chiacchierare con il mio amico toscano, ma ho scelto di farlo diventare anche modello e quindi posare per una volta davanti alla macchina fotografica. Dietro all’obiettivo il fotografo Andrea Vailetti, davanti ovviamente Riccardo, con uno styling che parte sempre dal completo maschile, un po’ un suo tratto distintivo anche nella vita privata e quotidiana.
Quindi ecco la mia chiacchierata con Riccardo Vannetti e le foto scattate da Andrea Vailetti.
Enjoy.
Photo: Andrea Vailetti www.andph.com
Styling: Stefano Guerrini
Styling assistant: Cecilia Gioetti
Photo assistant: Matteo Engolli
Hair & Make Up: Susanna Mazzola
Model: Riccardo Vannetti
Giacca / jacket Byblos, camicia / shirt EtonNoi ci conosciamo da un po’ e so che hai alle spalle anni di lavoro nella moda e una grande passione per l’arte. Quanto sono importanti questi step precedenti per il tuo lavoro in televisione?
È vero. Provengo dall’area comunicazione della moda e ho una formazione storico artistica. Cosa c’entrano questi due ambiti con la TV? Di primo acchito verrebbe certamente da pensare poco o niente: non è così. Credo che il percorso professionale e formativo in questi due ambiti abbia fatto sviluppare una mia sensibilità per il “bello”, un mio gusto personale e una mia idea di comunicare che hanno oggi trovato sbocco in un media quale la TV. Bon ton, buone maniere e galateo, argomenti che sembrano pesanti e desueti, sono ciò di cui mi occupo in “Cortesie per gli Ospiti”. Mi sento un po’ il rappresentante di una generazione che vuole difendere la buona educazione; del resto anche nella storia ogni generazione ha dovuto farlo, vista la tendenza umana a regredire nella barbarie.
Mi racconti come sei arrivato alla tv?
Beh, è stato del tutto fortuito. Stavo incontrando dei dirigenti del Gruppo Discovery per alcune questioni lavorative che non riguardavano me personalmente. Una di queste persone ha pensato che io potessi essere un volto TV interessante e un po’ di tempo dopo mi ha proposto questa opportunità. Inizialmente sono rimasto un po’ sorpreso; ma poi ho pensato che potesse essere un’esperienza interessante. Da quel momento abbiamo iniziato una serie di provini filmati, poi, visto il mio interesse per le buone maniere, mi hanno proposto la co-conduzione di “Cortesie per gli Ospiti” e ho accettato molto volentieri. Sembra fin troppo semplice…
Cardigan, camicia e pantaloni /cardigan, shirt and trousers Carlo Pignatelli , papilon / bow tie Eton
È un’esperienza nuova, così di primo acchito che cosa ti piace e cosa invece è meno nelle tue corde?
Ciò che più mi piace è il fatto di poter interloquire con un grande pubblico, attento ed esigente, in maniera spontanea e diretta. Tutta la trasmissione è molto “Real”: il tutto è girato in presa diretta. Quando noi suoniamo al campanello di un’abitazione, non sappiamo né chi saranno i padroni di casa, né chi saranno gli sfidanti. La produzione punta proprio su reazioni e interazioni vere e non artefatte. Inoltre trovo affascinante per una persona come me che si occupa di comunicazione poter conoscere il media televisivo, che ancora oggi è indubbiamente il più potente, dal proprio interno. Cosa invece non è nelle mia corde? Non lo so. Io vivo un bel momento, faccio qualcosa che mi piace molto e inizio a sentire l’affetto del pubblico. Non c’è niente che non mi piaccia realmente…ah ecco: certamente debbo imparare a gestire un po’ meglio i miei social network, magari tu potresti darmi qualche buon consiglio. Sono uno strumento importante e vorrei sempre rispondere a tutti e a tutto ma purtroppo la giornata è di sole ventiquattro ore e non sempre ne ho il tempo. Mi piace il contatto diretto con le ascoltatrici e gli appassionati e quindi mi dispiace quando non posso interagire con loro in maniera diretta. Ecco, mi cruccio di ciò.
Completo / suit Carlo Pignatelli, camicia e papillon /shirt and bow tie Eton, orologio / watch Jaeger Le Coultre Chronograph Master Compressor model’s own
Parlaci del tuo ruolo nella trasmissione? Com’è la vita sul set, invece?
“Cortesie per gli Ospiti” è un format TV che ormai esiste da anni ed è molto seguito. Si tratta di una gara sull’arte del ricevere in cui due coppie si “sfidano” su questo campo. Noi siamo chiamati a giudicare tre aspetti: la cucina, l’ambiente e l’ospitalità. Io mi occupo di quest’ultimo aspetto: quindi la tavola, la gestione della serata da parte dei padroni di casa, le buone maniere. Diciamo l’etichetta! Mi piace molto vedere quanto i concorrenti si impegnino e quanto per loro sia importante riuscire a dare il meglio quando aprono le porte della loro casa a degli “estranei”. I nostri set sono sempre molto articolati perché sono dei non “set”: giriamo una puntata in giorni consecutivi (le cene sono due) in due abitazioni diverse. Puoi immaginarti spostamenti di attrezzature e staff in ambienti non pensati per essere dei set TV. Lo staff che ci segue e ci assiste è veramente un’eccellenza. Il clima durante le riprese è rilassato e nonostante per molti di loro le ore consecutive trascorse sul set siano veramente molte, c’è sempre la voglia di dare il massimo per ottenere un ottimo risultato. Come mia prima esperienza debbo dire che ho trovato le persone migliori che potessi auspicarmi; mi riferisco a tutti, dal primo all’ultimo, dal regista al produttore, passando per gli autori, i cameramen e tutti i tecnici. Ho un grande rispetto per il loro lavoro e per tutto ciò che mi hanno insegnato in questa mia prima esperienza.
Completo con gilet / suit with waistcoat Maison Martin Margiela, camicia e foulard / shirt and scarf Paul Smith
Raccontaci i tuoi colleghi.
Due persone molto diverse tra loro, ma entrambi due professionisti veri. Chiara Tonelli: una donna, una madre, una professionista dell’interior design. Mi ha aiutato moltissimo nelle prime puntate; mi consigliava sulle scelte dei tempi d’intervento, su come interagire con la telecamera (che bisogna ignorare, ma comunque sapere che c’è) e ha avuto la pazienza e la voglia di condividere con me trucchi e segreti della sua esperienza in “Cortesie per gli Ospiti”. Alessandro Borghese: un amico. Nonostante sia di qualche anno più giovane di me ha assunto il ruolo di mio “fratello maggiore” durante le riprese. Mi ha messo sin da subito a mio agio. Se debbo essere onesto avevo molto timore di inserirmi in un contesto così collaudato come quello di questo programma. Alessandro ha avuto la capacità di far scomparire questo timore in cinque minuti esatti già dalla registrazione della prima puntata. È una persona speciale, un uomo serio e al tempo stesso un burlone. Sono contento di averlo incontrato, professionalmente parlando. Ci sono state delle puntate in cui abbiamo riso molto, in cui il feeling che avevamo raggiunto ci ha permesso di trascorrere veramente delle splendide serate a cena dai concorrenti, dimenticando totalmente il fatto che fossimo su un set televisivo. Credo che questo sia il risultato che la rete si auspica di ottenere per ogni sua produzione.
L’esperienza è relativamente nuova, ma c’è stato un momento buffo, un episodio divertente che vuoi condividere con noi?
Sì, uno in particolare e si rifà proprio a ciò che dicevo poc’anzi. In una cena, ospiti di una signora milanese, l’atmosfera era talmente divertente e stavamo trascorrendo una bella serata che io continuavo a parlare con gli altri commensali non rendendomi conto che stavo dando totalmente le spalle alla telecamera. Quando una delle autrici è intervenuta dal basso tirandomi la giacca per farmi rendere conto della mia posizione mi sono quasi indispettito pensando tra me e me “ma chi è che mi disturba da dietro non vede che sono a tavola…”. Stavo quasi per darle un buffetto sulla mano. Appunto, atmosfera rilassata e forse anche l’aiuto di qualche bicchiere di buon vino.
Completo, camicia, cintura / suit, shirt, belt Gucci, spille / brooches Archivio Guerrini, orologio / watch Jaeger Le Coultre Chronograph Master Compressor model’s own
Il mio blog parla di stile. Ci racconti il tuo? Cosa indossi di solito? Cosa non può mancare nel tuo guardaroba?
Il mio stile è molto pulito, a tratti minimale, ma al tempo stesso anche classico. Mi piace essere in ordine ogni giorno: indosso outfit molto semplici ma che abbiano un tocco di personalità e stravaganza. Il mio look ideale? Un pantalone hipster, una T-shirt d’autore, magari con qualche stampa eccentrica e due cardigan di taglie diverse sovrapposti oppure cardigan e giacca. Scarpe? Old English style anche se di aziende italiane. I miei colori preferiti sono tutti i toni del blu, il beige, i marroni, il bianco e l’off white e immancabile il nero. Le fantasie? Quelle maschili tutte: dal principe di Galles al pied-de-poule ai micro check e a volte anche fantasie geometriche o floreali. Mi piace molto abbinare toni del blu con i neri oppure capi un po’ più casual a giacche sartoriali. Durante l’inverno immancabile la sciarpa, che non amo troppo invece per la primavera-estate. Nel mio guardaroba non possono assolutamente mancare gli abiti (giacca-pantalone, ma anche con il gilet) e le camicie: una vera passione. L’abito è il capo maschile per antonomasia.
C’è un consiglio di stile, qualcosa che hai imparato negli anni di lavoro in quel sistema, che vuoi condividere coi miei lettori?
Io credo che si debbano evitare gli eccessi: ancora oggi l’abito fa il monaco e pertanto è necessario seguire delle regole anche nell’abbigliamento. Per esempio non ci si può presentare a un colloquio di lavoro ricoperti di colori fluo o in sneakers da running, qualsiasi lavoro si stia cercando. Come scriveva P.D. Stanhop Chesterfield nel lontano 1744 nelle sue “Lettere al figlio”: “Lo stile è la veste del pensiero; e un buon pensiero ben vestito, come un uomo ben vestito, si presenta migliore”. Ci sono molti altri modi per emergere: primo fra tutti quello di non essere mai fuori luogo.
Che cosa è l’eleganza per te?
L’eleganza per me è uno stato mentale. In questi anni ho avuto modo di conoscere e interagire con tipologie di persone tra le più disparate e di varia estrazione sociale. Non per forza essere figli di un milieu culturale di un certo tipo significa essere automaticamente eleganti: certo può aiutare, ma in alcuni casi non lo fa affatto. La vera eleganza secondo me sta nella bontà di spirito e nell’avere delle buone maniere. Le buone maniere non sono né sincere né spontanee. Sono altresì costruite e inventate, perché come un semaforo serve a regolare la circolazione automobilistica queste servono a dirigere il sistema del traffico umano in modo ordinato. Perciò, quando incontro una persona che ne fa un uso corretto ne sono immediatamente affascinato e penso: ecco una donna o un uomo con un’eleganza innata.
Maglione imbottito e pantaloni / padded sweater and trousers Paul Smith
Hai posato per il fotografo Andrea Vailetti e per me, ma non è la prima volta nei panni di modello, o sbaglio? Come ti sei trovato?
Trascorrere una giornata sul set con Andrea Vailetti e con te è stato molto divertente. Ero abituato di più a stare dall’altra parte della barricata, a essere sul set per i brand per i quali ho lavorato. È stata un’esperienza, ma non direi da modello oppure da modello sì, ma “attempato”…No, è vero non è la prima volta che mi hanno scattato come soggetto. Al di là delle foto che abbiamo realizzato per Real Time per il lancio di “Cortesie per gli Ospiti”, avevo posato qualche anno fa per Oskar Cecere, un bravissimo fotografo, che stava facendo un servizio per The Bund, un’importante rivista cinese che si occupa di moda. Ma si trattava comunque di una foto istituzionale dove io ero il Marketing & Communication Manager di un brand di moda uomo. Vailetti invece è stato superlativo a mio avviso: mi ha sapientemente guidato in un percorso visivo e fotografico cercando di interpretarmi attraverso il suo obiettivo. Mi ha messo a mio agio e a ritratto aspetti di me interessanti. Ogni set, a mio parere, è un luogo creativo dove molti menti pensanti interagiscono per raggiungere uno scopo in poche ore: un fotografo, uno stylist e un soggetto debbono necessariamente fondersi in un’idea che va interpretata e resa al meglio. Questo è come mi sono sentito.
Come vedi il futuro per Riccardo Vannetti? Progetti e sogni nel cassetto?
Ho di recente scoperto di non avere più Saturno contro…non credo molto negli oroscopi, ma una persona che ho incontrato sul lavoro mi ha detto ciò e mi ha anche specificato che il Cancro, mio segno zodiacale, ha avuto l’opposizione di questo pianeta per gli ultimi 3 anni circa. Perciò vedo il mio futuro roseo! Battute a parte, nel mio futuro vorrei che ci fossero ancora altri progetti TV con Real Time: è un canale che amo e che a mio avviso a dei punti di forza in cui mi rispecchio molto. In primis, non è mai volgare. Poi ha scelto la strada della divulgazione espressa attraverso il divertimento. A me la TV piace e da sempre mi piace anche guardarla. Sogni nel cassetto? Affiancare alcune grandi conduttrici TV italiane (Simona Ventura, Victoria Cabello, Geppy Cucciari) oppure condurre un programma come Nonsolomoda così com’era negli anni ’90: irriverente, puntuale e molto glamour.
Per seguire Riccardo:
www.facebook.com/RiccardoVannettiFanPage?ref=ts&fref=ts
Avevo visto qualche nuova puntata di “Cortesie per gli ospiti” ma non avevo il piacere di conoscere Riccardo Vannetti ed in effetti ero incuriosita circa la sua persona.
Ti ringrazio, Stefano, per aver sanato questa mia curiosità e per aver riempito questa mia ignoranza.
E’ stato piacevole conoscere meglio Riccardo, sia attraverso le foto (bellissime) sia attraverso l’intervista (interessante). Ora lo seguirò con ancora maggior piacere.
Foto stupende e intervista impeccabile. Che io stimi Riccardo già lo sai, come ben sai quanto mi piace leggere le pillole.
Un bacione
Laura
anche io l’avevo visto su Cortesie per gli ospiti e trovo molto interessante leggere questa tua intervista e conoscerlo meglio.Riccardo ha un grande stile !!! Bravi
Sono d’accordo con Riccardo,
LO STILE E’ LA VESTE DEL PENSIERO!
Bravo,
O.
Sii, Vogliamo Riccardo VAnnetti a NONSOLOMODA!!!!
Love,,
ma lui è fighissimo!!!