Ho conosciuto Carlo William Rossi su Facebook, ma ho iniziato a notare le sue foto su Instagram, innamorandomi della sua ironia, che io considero sempre sintomo di grande intelligenza. Ho scoperto poi il suo fantastico lavoro. Fotografo per vocazione da circa 12 anni, napoletano, ex laureando in architettura, con collaborazioni nel mondo dell’arte contemporanea con lo pseudonimo di Toomattos insieme alla pittrice RoxyInthebox. Carlo con Michele Esposito, anch’egli amante dell’arte e della fotografia, oltre che pr instancabile, ha fondato SPAZIOCENTOUNDICI. Ho convinto Carlo e Michele a scattare per lepilloledistefano e loro mi hanno mostrato le foto fatte a Spike. Ma ora lascio a Carlo la parola:
“SPAZIOCENTOUNDICI, collettivo artistico composto dal fotografo Carlo William Rossi e dall’account manager Michele Esposito, incontra lo stile di Alessandra Aiardo per un’operazione che ha più matrice sociale che glam. ‘Strano’, direte. Soprattutto se si considera l’argomento: foto patinate per una linea di accessori gioiello. Ma l’aver incontrato, re-incontrato a dirla tutta, Alessandra non è stato un caso. La filosofia dietro le sue creazioni sposava alla perfezione una delle operazioni a noi più care. Ovvero restituire bellezza ed armonia a soggetti che normalmente non son sfruttati per tale scopo. Così casting fatti in strada, fra amici e parenti, sono il sale del nostro lavoro, di cui vi presentiamo una prima tappa. A posare stavolta è il giovanissimo e talentuoso fotografo napoletano Giuseppe Spike Attanasio. Con ironia e senza mai prendersi troppo sul serio ci siam divertiti a ‘mettere in luce’ le sue caratteristiche peculiari anche grazie all’interazione con gli oggetti dell’Aiardo. Tutti, con il giusto apporto di leggerezza, stile e luce possono, a nostro avviso, diventare protagonisti di una foto interessante.”
Ovviamente ho raggiunto anche la designer Alessandra Aiardo, la linea si chiama Alessandra Aiardo Jewels Design, per farmi raccontare qualcosa su di lei e il suo lavoro.
“Ho iniziato a progettare e realizzare gioielli unicamente per poterli indossare, con il tempo, rivolgendomi ad una gamma di persone sempre più ampia, ho preso a concepire monili indossabili e accessibili un po’ per tutti. Ciò che fa da filo conduttore è la mescolanza di materiali differenti: accostare una pietra preziosa ad un supporto più economico e quindi contemporaneo rende l’oggetto non solo più accessibile, ma decisamente più nuovo. Cerco di realizzare i pezzi un’unica volta. Anche per linea Slim (quella più economica, ndr). Penso che, in quanto accessorio, il gioiello più di un vestito abbia la funzione, vista la sua poliedricità, di colmare, decorare, modificare o semplicemente impreziosire l’outfit di partenza. Tutti i monili sono realizzati a mano e questo rende possibile anche un’eventuale personalizzazione.”