Lepilloledistefano ha una caratteristica ben precisa, già dal nome, quella che ogni post, ogni intervista, ogni shoot è filtrato dal mio gusto, c’è un approccio molto personale, che è poi quello che un po’ lega ogni aspetto del lavoro che porto avanti anche in altri ambiti. Quando leggete che qualcuno mi sta a cuore o trovate un oggetto che sostengo mi piaccia, è tutto vero, se no non lo pubblicherei. Premessa dovuta, perché la persona di cui scrivo oggi è una di quelle che negli ultimi dieci anni almeno io ho sentito più vicina, se non suonasse un po’ adolescenziale potrei affermare che è uno dei miei amici più cari. Stefano Mastropaolo abita a Roma, dove lavora, e fra i suoi molti impegni c’è un sito che si occupa di moda, di cui io sono un po’ il padre putativo, essendone l’editor at large, cioè dapasserella.it, ma Stefano è persona dai molti interessi, fra questi c’è anche la passione per le serie televisive. Non mi ha stupito quindi sapere che facesse parte di un gruppo, sviluppatosi anche attraverso canali social come twitter e facebook, in cui ci si confronta su questo argomento, anche perché conoscendolo bene so quanto lui ami condividere, scambiare opinioni e fare gruppo, pur definendosi caratterialmente un orso, e mi ha fatto enorme piacere apprendere che uno dei capitoli del libro che questo gruppo ha prodotto è stato scritto da lui. Stiamo parlando di “Un anno con Il Serial Club” e la sua uscita, lo trovate in vendita su amazon.it, è per me ottima occasione per farmi raccontare un po’ di cose legate alla tv e a questo libro. Se, come me, vi incuriosiscono le tv series, è la pubblicazione che fa per voi. Ora, eccovi la mia chiacchierata con Stefano.
La copertina di “Un anno con il Serial Club”
Ciao Stefano, intanto complimenti per questa tua prima avventura editoriale! Dimmi che sensazione si prova a vedere il proprio nome su un libro, quali pensieri ha scatenato e a quali sogni e prospettive rimanda?
Grazie dei complimenti. La sensazione è appagante: vedere un proprio lavoro concretizzarsi, poterlo tenere in mano, è davvero gratificante. Rispetto a questo libro, la gratificazione é maggiore perché ogni volta che lo vedrò penserò a come è nato, alle persone che hanno condiviso con me quest’avventura ed al legame che ha creato tra noi. Sono felice di aver potuto lavorare con Marco Gasperetti, che del libro ha curato le illustrazioni, perché è l’unico con cui ho un rapporto d’amicizia decennale e con cui ho sempre detto che avremmo dovuto fare qualcosa insieme (ma proprio perché siamo amici quel qualcosa è rimasto sempre in sospeso). I sogni e le prospettive li sto elaborando: per ora mi godo il momento e l’eccitazione che lo caratterizza.
Il libro si occupa di televisione. Perché sei attratto dalle serie tv e in generale cosa pensi che alla gente piaccia delle series?
Il libro si occupa di serie tv che del panorama televisivo sono una grande risorsa, un elemento importante e che, tuttavia, spesso sono etichettate come prodotti di serie b. Personalmente sono attratto da questo tipo di programmi perché mi fanno compagnia, mi permettono di provare tante emozioni diverse. Ci sono quelle che vedo per ridere, quelle che mi lacerano l’anima, quelle che mi fanno saltare dalla poltrona – sono un fifone quindi non ci vuole molto -, quelle che mi affascinano più per una componente estetica, che per la trama.
Cosa è Il Serial Club?
Il serial club è uno spazio virtuale dove, con gli altri autori del libro e non solo, mi “vedo” per discutere di serie tv, anche se col passare del tempo gli argomenti sono diventati davvero tanti. È il bar di “Cin Cin” (anche se Alessia Barbiero, che fa parte anche lei di questa avventura letteraria, lo ha descritto come il Bar Sport ), il ristorante di “Alice”. Un non luogo dove l’unica regola che deve sempre essere rispettata è che nessuno sta lì per far vedere di essere migliore degli altri. Abbiamo gusti diversissimi tra noi: alcune serie ci mettono tutti d’accordo, altre creano discussioni lunghissime e prese in giro senza fine, la mia “vittima” è Davide Consolandi, uno degli altri autori del libro.
Perché hai scelto “Mr Selfridges” te lo hanno già chiesto tutti, a me incuriosisce sapere cosa trovi innovativo in questo show!
Quando abbiamo identificato le dieci serie per noi più significative della stagione che andava da settembre 2012 ad agosto 2013 ho chiesto di poter parlare di “Mr Selfridges” perché vedendola ero rimasto appassionato dalle atmosfere, dalla fotografia e ovviamente per come viene trattata la moda, grande passione che condivido con te. Ho potuto così raccontare l’aspetto sociologico della moda e quello iconografico; ho potuto sottolineare quanto non sia solo pizzi e merletti come tutti pensano.
Un ritratto di Stefano Mastropaolo
Da fan e da esperto, secondo te quali sono le regole per il successo di una serie Tv?
Ne parlavamo una sera a cena con Riccardo Cristilli, altro elemento attivo del Serial Club e non esiste una regola autore del libro, altrimenti la seguirebbero tutti e avremmo solo successi. “Desperate Housewives” è una serie di indubbio successo, ma io personalmente viste le prime tre puntate della prima stagione l’ho abbandonata, non sono stato sedotto perché non aveva i requisiti che io cerco.
Scriverai ancora? Sogni nel cassetto?
Spero di continuare a scrivere, certo! Uno dei miei sogni era di essere intervistato da Stefano Guerrini. L’ho realizzato ora! Gli altri non li svelo per scaramanzia!