Conoscevo già, grazie ad un amico che me ne aveva parlato, gli accessori di Kjøre Project, ma è stato l’incontro con Luca Cornelio Lovato a Pitti Immagine dello scorso gennaio a farmi innamorare del marchio. Luca, fondatore del brand, mi ha portato in un mondo dove i materiali sono totalmente italiani, mentre lo stile è minimale, nordico, un fascino immediato unito a materiali di qualità.
Quelli di Kjøre Project sono oggetti che nascono con una precisa funzionalità e la cui estetica migliora con l’uso e con il tempo, che regala loro la bellezza che viene dalla storia stessa di chi li usa, di chi li porta con se nel quotidiano.
La chiacchierata con Luca a Firenze mi ha lasciato la voglia di approfondire, ovviamente non solo attraverso materiale fotografico, gli scatti che vedete in questo post, ma anche grazie ad un botta e risposta con l’ideatore di Kjøre Project, un ragazzo poco più che ventenne, entusiasta e competente, un esempio di quelle figure che popolano il mondo della creatività italiana, che hanno voglia di fare e di innovare non solo il gusto e lo stile, ma anche il modo stesso in cui viviamo.
Quando è nato e perché Kjøre Project?
Il progetto è nato circa un anno fa, da un’idea mia e di un amico, tuttavia ad oggi, per alcune vicissitudini troppo tediose da raccontare, sto portando avanti personalmente il brand. Ci sono alcune persone care che mi aiutano e un’impiegata, nonché mamma, la quale oltre ad occuparsi di una piccola società commerciale della nostra famiglia qui in Italia, con molta passione mi aiuta nella contabilità dell’attività.
Il marchio è nato per gioco, senza aver prefissato alcun obiettivo, stavo studiando e la gestione delle due cose doveva essere fatta ponderatamente. Ora invece, arrivato quasi al termine degli studi di Economia all’Università di Verona, per la precisione il 9/10 aprile prossimi, vorrei trasformare questo gioco in un lavoro vero e proprio, mettendoci ancora di più tutto l’amore e la passione che in questi mesi gli ho dedicato, andando contro molte volte a chi era mosso esclusivamente da un input economico.
Lavorazioni artigianali, pellami di qualità, un appeal decisamente trasversale che rende i vostri accessori dei must-have. Quali le caratteristiche fondamentali di questi oggetti e quale il loro pubblico?
La collezione Kjøre Project è fortemente caratterizzata da uno stile nordico e pulito, propone prodotti moderni, ma che rispettano il passato, una consistenza e capacità di durata garantita per anni. Sono manufatti che rimarranno inalterati nelle loro qualità fisiche, ma che grazie alla nostra preziosa pelle rivestita con oli naturali saranno continuamente in evoluzione nel loro aspetto e stile.
L’ultima creazione poi, in termini d’innovazione assoluta, è stata la linea di covers presentata a Firenze durante Pitti Immagine Uomo ’14, in sughero naturale, pietra, e carata conciata, totalmente fatte a mano e di produzione Italiana, uniche nel loro genere e stile.
Quando ci siamo incontrati a Pitti mi hai molto parlato della qualità dei materiali?
I materiali, ed in particolare i nostri pellami, sono legati ad un processo di concia sviluppato in tempi antichi, con un processo lento e laborioso che dipende dalla abilità e dalla maestria dei conciatori Italiani, appassionati e impegnati nel loro lavoro. Pellami naturali che arrivano dalla lontana Nuova Zelanda, che invece di secchezza e screpolature sviluppano la propria patina gradualmente, cambiando aspetto e assumendo il carattere del suo utente nel tempo; graffi e segni danno ad ogni pezzo nella nostra collezione il suo carattere unico non levigato o lucidato prima dell’uso.
Abbiamo scelto appositamente di non coprire le piccole imperfezioni con sigillanti vernici o finiture artificiali e siamo consapevoli di come i nostri materiali appaiono dopo 12, 18 o 24 mesi di uso costante.
La lavorazione è interamente handmade, il nostro team di progettisti e artigiani produce ogni pezzo di Kjøre Project a mano, utilizzando lo stesso stile e gli stessi strumenti che sono stati utilizzati per creare la pelletteria per anni, non esistono fustelle in acciaio, ma solo dei semplici cartoni di riferimento che utilizzano i modellisti impegnati in questo lavoro, difficile da credere, ma chiunque voglia lo potrà constatare di persona, le nostre porte sono aperte a tutti.
Dove troviamo Kjøre Project e quale l’importanza di fiere come Pitti per un brand come il tuo?
Attualmente il marchio conta parecchi concept store nel mondo (giuro che non so quanti, non li ho mai contati) ed una grossa distribuzione in Corea del Sud, tutti i negozi vengono serviti in tempi medi di 24/48h nel mondo. Il marchio si pone in una categoria ibrida tra concept-stores, minimal-design e negozi che strizzano l’occhio al workwear, denim e categorie affini, ma anche al moderno street-wear scandinavo Fiere come Pitti sono essenziali, non solo per il mercato Italiano, ma principalmente per il mercato estero, il solo Pitti ha contato un’affluenza del +35% rispetto all’anno precedente, questo per noi è stato importante.
Progetti e sogni per il futuro?
Progetti per il futuro moltissimi, dalle nuove colorazioni di pellami ai nuovissimi articoli in sviluppo in queste settimane.
Ma in arrivo anche alcune importanti collaborazioni e tanta innovazione, tutta da scoprire nei prossimi mesi.
Per saperne di più potete andare qui.