A dimostrare che i concorsi sono utili anche per spronare le giovanissime leve, oltre che a noi, che ci occupiamo di raccontare questi talenti, di trovarne dei nuovi, chiudo il mio percorso a ritroso nell’ultima edizione di ‘ABITIamo in Via Caprera’ con una giovanissima.
Chiara Giubilato ha partecipato al concorso di moda, all’interno della manifestazione ‘Tutti in strada in Via Caprera’, con alcune proposte nate dal suo percorso scolastico, una in particolare ha colpito la giuria, compreso me, per la maturità della proposta e i rimandi iconografici chiari, ma non così comuni per una creativa di neanche vent’anni e interpretati in maniera decisamente interessante.
Ho fatto una chiacchierata con Chiara, alla quale auguro di continuare un percorso nato sotto una buona stella!
Come è nato il capo che hai presentato al concorso? Da quali input ispirativi ha preso forma?
Ho realizzato il capo presentato al concorso in realtà per un esame del quinto anno di scuola superiore, non volevo fare un abito banale, sarebbe stato troppo semplice, ma qualcosa di più complesso.
Ci avevano chiesto di ispirarci ad uno o più stilisti. Nel mio percorso di ricerca mi avevano colpito particolarmente due designer: Jean Paul Gaultier e Vivienne Westwood.
Di Jean Paul Gaultier mi aveva colpito particolarmente una giacca, dalla quale presi ispirazione per la forma della mia, soprattutto per le code sulla parte anteriore, e in contrasto, di mia idea, ho deciso di lasciare la parte posteriore più corta, in modo da avere la schiena scoperta.
Da Vivienne viene chiaramente il motivo a scacchi, scelti per creare un vero e proprio gioco con le righe, orientate in obliquo in tutta la giacca a parte nei fianchetti, dove sono poste orizzontalmente, e sul colletto alla coreana dove sono verticali.
Quello di creare un abito è stata un’esperienza isolata o pensi di continuare? Cosa ti è piaciuto nello specifico di questa avventura?
Non credo che sarà un esperienza isolata. Mi piace creare, progettare e vedere realizzato il mio pensiero, di questa avventura mi è piaciuto il percorso che ho fatto per la realizzazione del capo.
Quali sono i tuoi riferimenti estetici, nell’ambito della moda e in generale?
Non ho riferimenti estetici particolari, mi piace osservare e prendere spunto da diverse cose, creando qualcosa di nuovo.
Qual è l’emozione dietro al riconoscimento ricevuto durante il concorso?
Quel giorno non potei andare perché ero ricoverata in ospedale, ma mi tenevo sempre in contatto con mia madre, mi raccontava quello che succedeva e mi mandava le foto, così ho visto anche io qualcosa.
Quando mi disse che avevo ricevuto un riconoscimento, all’inizio non ci credetti, ma quando iniziai a realizzare che era vero ne fui molto felice, soprattutto nel pensare di aver realizzato un capo che avesse colpito più persone, compreso i giudici del concorso.
Progetti per il futuro?
Vorrei aver l’opportunità di poter creare, progettare e realizzare nuovi capi.
Foto del capo di Giacomo Brini.