Manuel Facchini a/i 2016: “Metamorphosis”, come il destino della nuova couture

La sperimentazione appassionata è il segreto: quella forza fatta di volontà affamata di libertà a volare nelle svariate direzioni della creatività, impugnando come bussola l’istinto rivolto ad una meta assai pregiata, ovvero una moda squisitamente personale, eppur sorprendentemente ancorata al nostro tempo corrente. Tal segreto nulla ha a che fare con eventuali misteri della fede fashionable, bensì è intessuto nelle trame di un racconto narrato attraverso abiti e passi di vita: quelli compiuti, creati e firmati da Manuel Facchini, nonché evoluti nelle creazioni della collezione f/w 2016!

Per godere della sua moda è necessario innanzitutto far scivolare gli orizzonti mentali un po’ più in là: la creatività stilistica di Manuel Facchini abita infatti uno spazio aperto, oltre i confini tra le discipline: aperto ad abbracciare l’arte come mondo d’ispirazione essenziale, che a sua volta a mo’ di matrioska di suggestioni variegate contiene altri mondi da esplorare, estetiche da mescolare e innovazioni da contaminare.
Una pratica che ben si rispecchia nella linea biografica: Manuel Facchini unisce l’origine italiana, l’educazione alla Central Saint Martins, la formazione al mestiere presso maison importanti e la direzione artistica di lungo tempo di Byblos.
Ma eccola, la libertà di sperimentazione: la fondazione del brand che porta il suo nome, che ha mosso i primi passi alla fashion week londinese, per poi scegliere la Rinascente di Milano per il suo debutto alla settimana della moda nostrana durante l’evento #enjoythefrontrow.

La collezione f/w 2016, andata in scena sulla passerella del celebre department store meneghino lo scorso 13 ottobre e lì acquistabile per l’intera stagione, s’intitola “Metamorphosis”: mai nome fu più appropriato a porsi come promessa di seduzione della mente e del gusto, attraverso una carrellata di creazioni che portano impresse le tappe di un viaggio all’interno dell’arte che sfuma nell’avanguardia sorprendente.
In virtù dell’amor di Manuel per l’esplorazione di mondi nuovi da indagare nei loro contrasti, che verranno plasmati in composizioni sartoriali, l’ispirazione questa volta prende avvio dall’opera di Micheal Hansmeyer, colui che fa degli algoritmi digitali gli strumenti per generare sistemi architettonici superbamente complessi, irripetibili da mano umana e al contempo raffinatissimi, unita a quelle di Richard Sweeney, colui che con la carta assembla capolavori scultorei di immensa leggerezza ed eleganza.
Tale ispirazione attraversa poi le atmosfere di rigore gotico, s’immerge nelle innovazioni materiche di natura sportiva, prende forma nell’eccellenza del Made in Italy, et voilà: ecco che l’occhio percorre la bellezza dei capi e riconosce le architetture digitali immaginifiche tradotte nei grafismi geometrici che disegnano gli abiti sinuosi, la  mischia di materiali inediti come le vele di metallo che danno corpo a fondi manica e scolli, partecipano all’alternanza di tessuti impreziositi da termoforature e rilievi 3D, scoprono illusioni di ricami, giocano con le trasparenze e i rilievi.
I capi sono gli essenziali più desiderati: capispalla corposi, pantaloni svelti e abiti d’intensa femminilità, che racchiudono tutto il fascino sempiterno della couture egregiamente sublimato in una revisione personalissima.

Manuel Facchini: bravò!

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