Ah l’estate, di questi periodi così immersi nei climi freddi, così tinti da toni sobri e spenti, così attraversati dalla voglia di calore che ha la forma spessa di materiali soffici da cui farsi abbracciare, sembra quasi un ricordo lontano, una chimera luminosa, un racconto a mo’ di favola con cui cullarsi: ma con la moda si sa, pressoché ogni desiderio si fa realtà e l’estate stessa è lì, così vicina da essere toccata con mano in creazioni che ne portano tanto nell’apparenza quanto nella sostanza tutto il sapore di leggerezza colorata.
Accade proprio così con la collezione primavera-estate 2017 ad opera di Ports1961 che ha calcato la passerella della scorsa fashion week milanese.
E dato che l’estate è prima di tutto uno stato dell’animo, un soffio di levità che accarezza la pelle e libera la mente di inutili pesi, un inno alla leggerezza che si fa specchio nel guardaroba rendendolo un compendio di capi essenziali il cui primo compito è suggerire la gioia di sentirli indosso: ecco, nessun discorso complesso e opulento d’introduzione, altresì detto comunicato stampa, è stato necessario a presentare la collezione, bensì è bastata una lista svelta e aerea di affermazioni che son quasi mantra giocosi di associazioni d’idee. In originale citano così: “Places. Holidays. People. Memories. Scrapbooks. Comfort. Leisure. Anticipation. Rest. Warmth. Silk. Parachute. Cotton. Flowers. Stripes. Happy Days. Happy Nights. Optimism.”
Per coloro che all’idioma britannico preferiscono il nostrano, la collezione narra di: Posti. Vacanze. Persone. Ricordi. Album di ritagli. Comfort. Svago. Aspettativa. Riposo. Calore. Seta. Paracadute. Cotone. Fiori. Righe. Giorni felici. Notti felici. Ottimismo.
Suggestioni gentili della mente che attraverso il talento creativo di Natasa Cagalj, che di Ports1961 è la mente plasmante la bellezza femminile squisitamente personale e caratteristica del brand, diventano una carrellata vaporosa e gioiosa di capi attraversati da mille righe colorate, dove le dimensioni giocano con le ampiezze delle bande tanto quanto con quelle delle camicie che così sembrano intrecciare una natura maschile al relax del pijama, e con quelle dei pantaloni che comodamente ci si appaiano, ampiezze che all’improvviso si asciugano per accompagnare il corpo e di nuovo si amplificano per accompagnare la composizione di tessuti, tagli inaspettati e forme variegate che trovano un’eco nelle borse ora sottili ora grandi come sacche appese alla mano.
Poi arriva il colore più saturo, brillante, a farsi spazio tra le bande, e dopo di esso i fiori che son inni di gioia che con grazia conducono fino ai toni più sobri, grazie ai quali la fantasia magistrale delle forme trova la sua valorizzazione.
E ai piedi?
Sandali con pianta in sughero, come suggestione estiva insegna, o assolutamente scalzi: come libertà induce, ça va sans dire!