Beira p/e 2017: il bello è minimal, genderless e viene dal Brasile

C’è la moda che viaggia rapida alla stessa velocità capricciosa con cui i tempi modaioli compaiono, scintillano e si dissolvono nell’intervallo di un sospirato “oooh cool!” mentre i trend vanitosi scandiscono le stagioni dei guardaroba: e c’è una moda che declina con garbo l’invito alla corsa affannosa sui quei solchi affollati, per compiere una scelta silente in apparenza, ma ricca e durevole nella sostanza.
La scelta di una bellezza alternativa: che sta nella forza di pensiero e nella semplicità di sentirla indosso. Sia nel corpo di un lui che di una lei, scambievolmente.
Di esempi virtuosi ce n’è a selezionata iosa già attorno a noi, ma questa è un’occasione pregiata per volgere la mente e lo sguardo lontano, ancor più lontano, fino al Brasile: e lì incontrare il mondo firmato Beira!

Nome breve e diretto, intenzioni ben definite e incamminate su una strada ampia nelle possibilità e risoluta solo come le cose davvero buone, ben fatte, ma soprattutto anticonformiste.
Beira nasce in Brasile un tempo brevissimo fa, appena due anni che per l’anagrafe del fashion equivale ad appena ieri: per opera e intuizione di Livia Campos, che serba una formazione in design industriale e una netta predilezione per la costruzione di abiti che diventano stile di vita.

Scoprire Beira somiglia al gesto salvifico di voltar le spalle a svariati clichés per scegliere un orizzonte rinnovato e ossigenato su cui posare la curiosità: oltre che un fashion brand, in effetti si ha a che fare con una vera dichiarazione d’intenti che sui lineamenti più perigliosi tipici della fast fashion costruisce i propri punti di forza votati alla semplicità.
Uh no, non cadete nel tranello, suvvia: perché semplicità qui vuol dire pensare abiti che vestono la femminilità tanto quanto la mascolinità di fisico e di gusto, e che nel frattempo arricchiscono l’etichetta “genderless” della qualità agile della versatilità, nonché del regalo della libertà di pensiero da parte di chi li sceglierà.
A tali intenti si allaccia anche l’aspirazione all’atemporalità: sì, stiam qui conoscendo la collezione p/e 2017, eppure ogni creazione va oltre la stagionalità per affidarsi alla libera voglia di colui o colei che serba il capo nel proprio guardaroba. 

Or dunque, la collezione della prossima estate è un nuovo capitolo di un racconto già iniziato: ogni pezzo è un tassello nuovo che ben s’incastra con i precedenti, così come le nuove nuance ampliano il ventaglio della palette finora presentato.
Bluse che fluttuano ariose grazie alla seta lieve, pantaloni ampi e fluidi, top morbidi e giacche che accarezzano la pelle, shorts che si gonfiano d’aria e tute svelte ma soffici: tante le virtù di ogni creazione, che diventano ancor più pregiate quando si scopre che ogni capo è lavorato squisitamente a mano in Brasile, con tessuti e tinture perfettamente naturali.

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