Questa è una di quelle occasioni rare, e per questo assai pregiate, dove la frenesia frivola dei trend rapidi e capricciosi, che ad ogni giro di giostra di fashion weeks accalappiano gli appetiti mai sazi dei guardaroba fashionisti, lascia spazio ampio e respiro profondo all’incontro con una moda squisitamente unica nel suo genere: originale perché, pardon per l’intreccio giocoso di parole, sceglie proprio le origini come terreno ricco in cui infilare le radici e nutrirle di suggestioni immaginifiche, eppur mirabilmente concrete.
Questa, infatti, è anche l’occasione preziosa per accogliere l’invito elegante ad un viaggio nuovo e sognante, che in quelle radici originarie trova l’avvio di un cammino d’esplorazione e di stile che conduce assai lontano nella geografia e nella bellezza: a porgerci l’invito è Miahatami, che con la collezione a/i 2017-18 prende per mano il gusto e lo guida nel fascino intenso dei popoli del deserto iraniano.
A dir la verità, l’invito proviene dalla passione densa e mai ferma di Narguess Hatami, che di Miahatami è intelletto creativo e scintilla di vita: come il suono dolcemente musicale del nome conferma, Narguess è fondatrice del brand, dentro il quale la giovinezza all’anagrafe della moda si salda alla lunga e consapevole maturazione in maison made in Italy, da cui la designer ha appreso e serbato segreti di stile che ora son strumento di trasformazione dei suoi sogni in creazioni di squisita sofisticatezza contemporanea.
L’armonia del nome svela anche un’ulteriore ricercatezza: quella suggestione esotica che accarezza l’orecchio e di lì si appoggia allo sguardo, che attraversa l’amalgama caleidoscopico di forme, tinte e motivi delle creazioni e lascia che il desiderio si abbandoni alla fascinazione, proviene da Teheran, città di nascita e del cuore di Narguess Hatami, luogo d’appartenenza di un sentimento di stile che nella bellezza composita e stratificata nella cultura millenaria dell’Iran fonda l’ispirazione per ogni nuova collezione, che a sua volta diventa occasione di un nuovo itinerario da percorrere con l’immaginazione, ma anche con il valore concreto della vestibilità.
Or dunque, cogliamo tale invito stiloso serbato nella collezione a/i 2017-18, andata in scena durante le presentazioni dell’appena trascorsa settimana della moda milanese dopo aver percorso la passerella di AltaRoma, e lasciamoci guidare: la meta è il deserto, luogo d’incontro col fascino profondo che i Nomadi Ghashghai e Bakhtiari hanno poggiato sullo sguardo e sull’immaginazione creativa di Narguess Hatami.
Dalla vita plasmata dal viaggio costante di questi popoli provengono le suggestioni di materia impastata al colore, di luce che muta al movimento, che regalano forma inaspettata e dettagli curatissimi alle creazioni: mentre gli occhi scrutano le case incastonate nei paesaggi magnifici della valle dell’Iran, i tappeti tipici Gabbeh e Kilim dalle lavorazioni superbe e le dune di sabbia plasmate dal vento, la mano traduce le immagini in racconti di materia ed eleganza.
Abiti mini con spalline strutturate o lunghi e fluttuanti, gonne il cui spacco è celato dalle frange, pantaloni che appaiono come gonne, camicie con maniche a sbuffo e cappotti in cammello, felpe ricamate e calzature inedite che in collezione sono una vera novità: in ogni capo c’è un frammento di narrazione in bilico tra fiaba e realtà, intrecciato alle frange lievi e al punto pelliccia che richiama i tappeti, tinto nelle sfumature calde della vita nel deserto, stampato nei motif a mosaico dall’impatto tridimensionale e ricamato a punto croce a decorare il ricordo vivo della bellezza scenografica densa di saggezza tradizionale che, attraverso l’abilità appassionata e perfettamente contemporanea di Miahatami, diventa un racconto da indossare.
Buon viaggio!