Ad un semplice primo sguardo questa potrebbe apparire una mera storia di famiglia: una di quelle in cui il rito di passaggio dello scettro del potere creativo dal padre al figlio si aggancia alla storica tradizione italica secondo la quale il patrimonio di nome d’arte e produzione, in questo nostro caso di moda, va ereditato dalla generazione successiva come fosse una questione di predestinazione.
E invece, sorpresa!
Questa non è affatto una mera storia di ereditarietà familiare: bensì, è un racconto concreto di rinnovamento generoso, a suo modo coraggioso, salvifico, positivo. E legittimamente, pienamente applaudito!
Questa, dunque, è la storia della prima comparsa ufficiale nel fashion world della prima collezione di I’M Isola Marras che porta la firma creativa di Efisio Rocco Marras: la Primavera-Estate 2018.
Ebbene sì, il cognome è proprio quello: Marras come Antonio, quindi come quel mondo d’eccellenza sofisticata perché testardamente e magnificamente agganciata all’autenticità del pensiero creativo, al saper fare secolare dell’arte sartoriale, all’identità un po’ sognante e un po’ ruvida isolana, alla stratificazione affascinante di narrazioni artistiche attraverso composizioni preziose di tessuti.
Ecco, è giunta l’ora che questo pregiato bagaglio poetico faccia spazio a nuove suggestioni, intrecciate nella vivacità della contemporaneità giovane: quella abitata dai ventenni che percorrono il mondo infilandosi nelle porosità dei confini geografici e culturali, che creano mash-up di stili, arti, musiche tra epoche modaiole e codici stilosi underground, che non fanno caso al gender perché le categorie son cosa da superarsi con la mente e con il cuore, che vivono di romanticismi alternativi ma pur sempre di affetti sinceri.
Or dunque, Efisio Rocco Marras è il portavoce eccellente per questa generazione, per cucirle letteralmente addosso gli abiti I’M Isola Marras: lui che per primo sfoggia con consapevolezza entusiasta i suoi venticinque anni vissuti tra la Sardegna e le capitali del mondo dove ha raccolto gli stimoli artistici che più gli appartengono, primo fra tutti la fotografia, gli amici che oltre i confini sardi compongono la sua isola, assieme a quella passione autentica che ora lo guida in questa avventura nuova nel fashion design.
La collezione p/e 2018 I’M Isola Marras andata letteralmente in scena, con una formula in cui la sfilata sfuma nella performance, durante la recentissima ultima edizione di AltaRoma, è un compendio esatto e innovativo della visione rinfrescata e rinnovatrice della direzione di Efisio: l’ispirazione nasce nel cinema, così come dalle pellicole nasce quella di Antonio, ma stavolta il film e la sua anti-eroina son di tutt’altra pasta.
Ovvero Mathilda, l’undicenne in bilico tra la delizia giocosa del volto infantile e l’animo da aspirante serial killer protagonista di “Léon the professional”, film di Luc Besson del 1994, mescolata con l’appeal fantasy dei celebri manga di Masamune Shirow: un mash-up, per l’appunto, dove il guardaroba di Mathilda fatto di micro-top, shorts striminziti, magliette e completi a righe, combat boots, ritorna aggiornato e ingentilito nelle stampe fiorite che danno grazia al bomber e agli anfibi, nei damaschi preziosi e nei decori a mano, il pizzo e il ricamo, ma sempre in bilico tra androginia, appeal unisex e confortevolezza sporty di felpe e t-shirt immancabilmente logate.
Guizzi di romanticismo accolgono incursioni traforate, a volte sghembe, spesso careless, di eco punk: il borsellino è appeso alla vita e il tessuto metal sfoggia una buona presenza, assieme al logo che borda i completini, il chocker al collo e la maxi leather jacket.
L’eccellenza manifatturiera resta intatta, ça va sans dire, ma i confini dell’isola si ampliano, fino ad abbracciare un’ intera giovane collettività creativa che, nel desiderio del giovane Marras, sarà l’essenza della nuova I’M.