CARLOTTACANEPA è Carlotta Canepa, e viceversa: uh no, non è mica un intento ludico à la Magritte per confondere le idee e allestire uno strambo indovinello, piuttosto è l’invito a soffermarsi sulle due facce di una medaglia molto preziosa.
CARLOTTACANEPA va pronunciato tutto d’un soffio: è così che s’intitola infatti il marchio dedicato alla moda: un mondo pregiato piccolo nelle dimensioni giovani e per la nascita recente, ma molto profondo negli intenti creativi e la storia d’appartenenza che lo supportano. Carlotta Canepa è la persona: la donna altrettanto giovane che ha portato la sua identità ricca di saggezza, sofisticata nel gusto, generosa nel sorriso accogliente, e aperta verso le esigenze delle donne da vestire, dentro e fuori il brand che ha il suo stesso nome.
C’è un altro aspetto importantissimo che lega le due facce di questa preziosa medaglia: l’italianità. CARLOTTACANEPA nasce innanzitutto dalla lunga storia di eccellenza manifatturiera del Gruppo fondato e gestito dalla famiglia Canepa, di cui Carlotta è rappresentativa della generazione più recente in attività al suo interno. Quella di Canepa è, per l’appunto, una storia di eccellenza manifatturiera all’italiana, ed un esempio di successo nel fondare il ponte tra un passato d’intuizioni e tradizioni gloriose e un presente d’innovazione che da il benvenuto al futuro.
Canepa è un’istituzione comasca: parte integrante della specificità manifatturiera del territorio, da una buona manciata di decenni è leader nella produzione di tessuti pregiati come la seta, cui si sono affiancati il cachemire, la lana, il cotone, il lino, la canapa.
Non solo, Canepa è leader anche nell’intenzione divenuta concretezza di produrre in maniera sostenibile per l’ambiente, con il suo centro di studi e i brevetti eco-sostenibili di lì usciti, e per la nostra nazione, dato che ogni sede, passaggio di lavorazione e prodotto sono interamente Made in Italy.
Carlotta Canepa, la mente e il cuore del brand, raccoglie la tradizione di famiglia, la mescola ad ogni sfaccettatura che nel tempo ha composto il suo gusto femminile impeccabile, elegante ma libero da costrizioni capricciose, sobrio nelle forme perché vivace nella sostanza delle fantasie e delle cromie ispirate dalla natura, dall’arte e dal design.
La collezione p/e 2018 ne è un compendio rinnovato: una sorta di breve manuale di bon ton femminile declinato nella gioia delle ispirazioni che provengono da un lungo viaggio nell’Oriente delle tecniche tradizionali di produzione e nell’intensità della palette di colori: i modelli sono disegnati con semplicità, come gli abiti morbidi e lunghi, le gonne quasi vintage, le camicette in twill di seta, i pantaloni lineari, i soprabiti dai volumi asciutti e ampi per coccolare il movimento.
Less is more, dopotutto, nel caso della collezione p/e 2018 vuol dire che meno complessità nelle linee consente più ricchezza nelle lavorazioni, che sono rievocazioni di tecniche sopraffine applicate all’artigianalità: come il tie-dye delle culture lontane; il fil-coupé, che è la tecnica speciale di disegnatura dove i fili di slegatura vengono tagliati; il chiné, ovvero la tecnica che regala disegni dai contorni sfumati e colori screziati ottenuti con la colorazione dell’ordito prima della tessitura; e ancora il jacquard immancabile valorizzato dal tessuto sfoderato; la trama a catena che è un’armonia di tinte e le righe che si compongono e scompongono liberamente sui capi.
C’è anche il completo che è un racconto della primavera giapponese: quel magico momento degli hanami, i ciliegi in fiore. Buon viaggio!