“Silenzio”: è necessaria la quiete per sedare il rumoreggiare delle tendenze capricciose, per rallentare l’avvicendarsi vorticoso dei must-have, per trovare la strada che conduce fuori dalla massa, ed incamminarsi dentro si sé. “Silenzio”: è cosa bella e assai giusta immergersi nella pace che scaturisce da ciò che è essenziale, per imparare nuovamente a conoscere l’effetto che fa il contatto fra la pelle e la materia eccellente, la valorizzazione della propria silhouette una volta che è stata avvolta dalla perfezione delle forme sartoriali libere da ogni costrizione.
“Silenzio”: è l’atmosfera esteriore che suggerisce il marchio italiano che a nominarlo par già d’invocare la preghiera che conduce alla meditazione interiore, per poi fuoriuscirne valorizzati da una nuova luce.
Si chiama “Sartorial Monk” e condensa tutta la spiritualità pagana che viene dall’arte italiana delle mani artigiane che esercitano la saggezza del manipolare i tessuti, assieme alla suggestione inebriante della purificazione dell’intelletto, del cuore e dello sguardo, e del corpo da indossare come fosse esso stesso un vestito, che proviene dal lontano Oriente.
Sartorial Monk è Sabàto Russo: è il suo viaggio dell’esistenza che dalla Puglia lo ha condotto tra le grandi capitali della moda nel mondo, lo ha fatto sostare a lungo in Giappone per immergerlo nella sua cultura ricca di storia antichissima, sensualità profondissima, e di esattezza quasi ascetica nonché geniale di Issey Miyake di cui è stato assistente designer, lo ha messo di fronte alla rivelazione che creare la moda è più di un mestiere, è una vocazione che arriva fino alle emozioni più segrete, ed infine lo ha ricondotto in Italia per dare forma concreta al suo mondo sartoriale.
La collezione Autunno-Inverno 2018-19 è una nuova esperienza di un rito di purificazione: una sorta di meditazione, appunto. Un elogio al silenzio come fosse la via prescelta per trovare l’armonia: una strada da percorrere a piedi rigorosamente scalzi, e la pelle lasciata nuda, libera di sentire l’intensa sensazione che proviene dalla materia di qualità altissima scelta per dare forma ai capi che l’accarezzano, sgombra da inutili orpelli per percepire il pensiero che ha guidato il disegno delle forme così nette.
Eppur così sensuali: sia sulla pelle di lui che di lei come fosse uno scambio, un fluire morbido al di là dei generi, una scelta di sofisticatezza che non ha sesso, bensì che ha la predilezione per l’unicità.
Sulla passerella milanese dell’appena trascorsa fashion week dedicata all’uomo, sono fluiti, è davvero il caso di dirlo, capi che son la dimostrazione di come il purismo applicato alla moda può essere rivelazione di nuova bellezza: chiamarlo minimalismo sarebbe un gesto di freddo distacco, perché c’è del calore nella sofisticatezza soffice dei completi dove la giacca asseconda l’appiombo della gravità mentre il volume dei pantaloni asseconda l’aria che li muove, c’è dell’affetto nel vestire il corpo rispettandone la forma senza costringerlo, ma studiando ogni centimetro della dimensione del capo, sia esso un cappotto lungo e affusolato o ampio e geometrico come un kimono, sia esso un abito lungo e carezzevole o un tubino snello per lei, oppure quel che somiglia ad una lunga vestaglia lussuosa per chiunque abbia il desiderio dell’eleganza. Minimalismo sarebbe scorretto anche nei confronti dei materiali, anch’essi frutto di ricerca meticolosa e pregiata: cachemire, morbide flanelle, froissé di velluto in seta con effetto liquido in grigio, bordeaux e nero, velluto stampato in seta, pellicce ecologiche, lavorazioni a maglia di lana spugnosa, grandi costole e intrecci in rilievo.
Ed ora, ssssshhhhhh: fate pure il vostro ingresso nell’universo di Sartorial Monk!