C’è la gioia dell’alchimia nelle creazioni preziose firmate da Giuliana Mancinelli Bonafaccia: sì, quella forma rara di talento mescolato alla passione instancabile che orienta la mente a compiere viaggi inaspettati lungo le strade tortuose dell’ispirazione mai scontata, ma anzi, sempre affascinata da quel che si nasconde sotto la superficie volatile dell’apparenza, e che quindi serba in sé storie intriganti con le radici in luoghi lontani nella geografia dello spazio, del tempo, e della varietà culturale.
Ed una volta che la mente è tornata dal viaggio, s’adopera ad accompagnare la mano d’artista del gioiello a tradurre la suggestione in materie ricercate e forme altrettanto inaspettate, felicemente contemporanee, puntualmente ineguagliabili perché intrise dell’unicità di essere un gioco d’equilibrio tra design eclettico e arte orafa eseguito con la maestria artigiana e l’entusiasmo della creatività saggia.
Ecco, ogni collezione allestita da Giuliana Mancinelli Bonafaccia è un viaggio nuovo da cui tornare arricchite: nell’immaginario, certo, ma anche nella propria bellezza decorata dalle sue storie interpretate in opere di fashion jewelry e accessory.
Sarà che l’indole professionale stessa di Giuliana si è formata lungo un percorso ibrido, dove la razionalità del progetto donata dalla formazione in architettura ha trovato la sua realizzazione migliore unendosi al penchant per l’accessorio prezioso, sia esso un bijoux o una borsa gioiello: eccola di nuovo, l’alchimia, che si rivela e si rinnova ad ogni nuova avventura raccolta all’interno della collezione.
Quella dedicata alla prossima stagione a/i 2018 è infatti un nuovo capitolo che si aggiunge all’antologia di storie narrate attraverso le creazioni: stavolta l’ispirazione s’immerge in una distanza di tempo e spazio che quasi sfiora la magia, e arriva nella New Orleans dell’inizio del secolo scorso per abbandonarsi ai ritmi energici, coinvolgenti, originariamente affollati di note, strumenti ed emergenza d’esprimersi che è la musica jazz, in particolare quella impersonata dal suo padre fondatore, o almeno così fieramente sedicente, ovvero Jelly Roll Morton.
I suoi virtuosismi tra i tasti del pianoforte, il resto degli strumenti musicali dei quali scriveva ossessivamente le partiture, il suo talento che lo ha posizionato saldamente nella storia della musica, ed anche i rituali voodoo rappresentati dai vevè, disegni delle divinità serbati dai jazzisti per assicurarsi la fortuna, eccoli gli ingredienti dell’ispirazione che Giuliana Mancinelli Bonafaccia ha tradotto in forme che si attorcigliano a spirale come danzassero vorticosamente sulle note suonate dai dischi, e coinvolgono i bangle, gli anelli mini, i choker in ottone bagnato nell’oro, nel reutenio e nel rodio e impreziositi da swarowski e cromature scure.
Gli orecchini creola fanno il loro ingresso da new entry, e incantano con il loro modo unconventional di arrampicarsi sul lobo, mentre il ciondolo della lunga collana può scegliere di scendere anche lungo la schiena, e gli anelli sembrano sospesi sulle dita: il segreto delle forme è nella vestibilità confortevole che regalano mentre decorano il corpo, ed anche i capelli con gli headpieces preziosi della stessa linea creativa.
Ma il gioiello per Giuliana Mancinelli Bonafaccia è questione da sperimentare con successo anche nelle borse: che siano in pelle, e segnino il ritorno stiloso del marsupio, o che siano clutch in plexiglass così incantevoli da sembrare il gesto di un illusionista della materia stilosa preziosa.