La Sardegna ci ha regalato molti talenti importanti nel mondo della creatività e anche nel campo della moda, il mio amatissimo Antonio Marras ad esempio, e sembra che la lista abbia acquisito due nuove figure di spicco: Massimo Noli e Nicola Frau. Il duo, con il nome Quattromani, è stato finalista alla passata edizione di “Who’s on next?”, prestigioso concorso sponsorizzato da AltaRoma e da Vogue Italia, ricevendo una menzione speciale della giuria, ed è ritornato a Roma per sfilare proprio nelle giornate della manifestazione alla fine del mese scorso. Una collezione che ha saputo unire l’attenzione per le silhouette, essenziali e quasi scultoree, che ha caratterizzato da subito il lavoro di Noli e Frau, con un appeal urbano e sporty, fatto di bluse dai volumi boxy, gonne al ginocchio dalla texture vinilica, pantaloni per il giorno slim fit. Ricerca materica nei filati stretch per i top bustier e gli shorts con inserti in vernice, panno di lana per i cappotti avvolgenti e rassicuranti, dalla linea cocoon. Quella di Quattromani è una figura dinamica, giovane, che vive intensamente il suo tempo e a cui la collaborazione del marchio con Alcantara regala cocktail dress in rete laminata e capi con l’inedita stampa Mundae, della quale mi sono follemente innamorato! A dimostrare poi lo spirito di gruppo di questa nuova generazione di designer i bellissimi accessori, come le ankle pump con la chiusura che ricorda le cartelle realizzate in collaborazione con Trenta7 di Eleonora Moccia, gli occhiali selezionati da Frank Lo e i gioielli disegnati per Quattromani dalla designer Giuliana Mancinelli Bonafaccia.Chi mi segue su instagram sa che ero presente alla sfilata e che l’ho apprezzata molto, per questo nei giorni successivi ho raggiunto Massimo e Nicola per parlare di questo loro nuovo successo. Eccovi la nostra chiacchierata.
Come è stata questa esperienza di AltaRoma?
Ritornare dopo 6 mesi a sfilare a Roma è la certezza di aver intrapreso un percorso che solo un anno fa non pensavamo assolutamente di fare. E’ stato tutto velocissimo. Prima selezionati tra i talents di Vogue, poi Who’s on next a luglio in una sfilata corale e la menzione speciale della Giuria, a Settembre Palazzo Morando e la settimana scorsa in passerella a Roma da solisti. La nostra vita è cambiata radicalmente. AltaRoma ci ha accolti e ha dato forma ai nostri sogni. Ci ha coccolati e sostenuti. Non potremmo mai dire grazie abbastanza. Grazie ad AltaRoma abbiamo raccontato agli addetti ai lavori il nostro punto di vista sulla moda, la nostra idea di sperimentazione. Roma, poi, è la nostra seconda casa, qui diamo immagine alla nostra collezione e da qui partono i nostri progetti. AltaRoma è il punto di partenza ideale per i giovani e Roma è la capitale del talento emergente.
Quale l’importanza della manifestazione e cosa ne portate con voi in termini emozionali, personali e lavorativi?
AltaRoma permette di presentare la propria collezione in un contesto culturale unico e inimitabile. Qui si percepisce il legame indissolubile tra arte e artigianato, tra ricerca e innovazione, senza l’ansia del business a tutti i costi, che è una riflessione a posteriori, diciamo. Per un brand giovane, affacciarsi alla moda in maniera soft è incoraggiante, perché altrimenti si rischia di rimanere soffocati da ansie da prestazione. AltaRoma è un incubatore di talento eccezionale. Di AltaRoma portiamo con noi le forti emozioni che precedono la sfilata, le sarte sempre attente ai dettagli, la pazienza delle modelle ai casting, la concentrazione durante il fitting, l’organizzazione impeccabile della regia, l’impatto emotivo dello show e il calore dell’applauso finale, la forza delle modelle che ballavano nel backstage prima di uscire in passerella e dei loro complimenti sui look che indossavano. Sono loro che danno significato a ciò che abbiamo creato, vestendolo con la loro personalità. E poi tutti gli addetti ai lavori e gli amici che hanno affollato il backstage nel doposfilata, e fra gli altri anche tu Stefano, le mail di incoraggiamento che stiamo ricevendo. Una dimostrazione di affetto incredibile!
Mi raccontate la collezione che ha sfilato e da quali input è nata?
Questa collezione nasce da un ricerca più matura che tende a definire il nostro stile, delineando il nostro DNA come brand. Siamo alla terza collezione, e ciò che non ci ha mai abbandonato è l’approccio materico che abbiamo quando ci confrontiamo nel momento che rappresenta la genesi del nostro prodotto. Ci piace lavorare contrapponendo materiali su silhouette rigorose. La nostra è una collezione che nella ricerca estetica sposa l’idea di portabilità. Così, dalla scorsa collezione abbiamo inserito il tema giocoso nella stampa, trasportandolo anche in questa collezione invernale. L’idea è quella di raccontare il mondo animale, quello micro, delle piccole creature, visto attraverso una lente funny. Prima è stata la cicala e oggi il topo. Cerchiamo ispirazione nell’arte, perché pensiamo che la moda sia il sunto di una serie di influenze inevitabili. In questa collezione invernale, infatti, la stampa nasce dalla visione delle opere dell’artista tedesca Katharina Fritsch, anche lei, in qualche modo, lavora sul concetto di piccolo essere vivente, rendendolo un’opera d’arte. La collaborazione con Alcantara ci ha permesso di lavorare con materiali di altissimo pregio e di realizzare capi di ricerca, ma assolutamente portabili. Da qui, da queste riflessioni, trae origine ciò che hai visto in passerella a Roma.