Un genio dei nostri tempi come Jean Paul Gaultier l’ha definita ‘a living work of art’, mentre lei, dimostrando una disarmante sincerità per una celebrity idolatrata proprio per aver costruito un personaggio basato sulla ricostruzione, afferma di se stessa di essere “the most expensive body on earth”!
Se Warhol fosse vivo la vorrebbe probabilmente sempre al suo fianco e, diciamocelo, lei nel ruolo di superstar alla Factory sarebbe stata perfetta.
Stiamo parlando di Amanda Lepore, personaggio che i più snob citano come figura della New York notturna divenuta celebre per le molteplici operazioni di chirurgia estetica che l’hanno trasformata in una Marilyn del nuovo millennio, esagerata, bigger than life, come direbbero gli americani, sopra le righe, iperbolico emblema di una femminilità ambigua.
Ma a guardar bene, e a ribattere a chi non comprende certi fenomeni, se di una figura come questa si sono innamorati artisti famosi, da Elton John a Cyndi Lauper, stilisti importanti, come Fausto Puglisi, che alle recenti sfilate femminili di Milano l’ha voluta in prima fila ed ospite d’onore all’after party del suo fashion show, se i più grandi fotografi l’hanno voluta immortalare, sottolineando la sua valenza iconica, il suo ruolo di figura pop nell’era del web e dei social, e si parla di nomi come David LaChapelle, che di icone qualcosa ne sa, forse la Lepore ricopre un ruolo chiave nella nostra era post-Orwell e post Grande Fratello, un’era dove le parole Warholiane sono diventate realtà, i famosi 15 minuti di gloria, un’epoca di falsi miti e tante vanità.
Amanda ci ricorda che tutti possiamo essere chi vogliamo, basta volerlo e crederci, che possiamo cercare di essere chi sentiamo di essere, lottando contro la società e contro i generi. E questo fa di lei un manifesto, colorato, eccessivo, super-fashion, del potere del singolo, che diventa anche lotta per un diritto. E scusate se poco.
Amanda è talmente iconica che è in uscita un libro a lei dedicato, “Doll Parts”, una biografia pubblicata da Regan Arts, in collaborazione con Vigliano Associates e Peace Bisquit, scritta da Amanda stessa insieme a Thomas Flannery, che conterrà foto e immagini esclusive, e stasera sarà a Roma al Muccassassina, il luogo della movida, se così lo posso chiamare, romana per eccellenza, a presentarlo. Io non posso esserci e mi spiace tanto.
Voi, se siete nei paraggi, dovreste andare. E salutate Amanda per me!