Un’importante anticipazione dalle sfilate maschili che iniziano domani a Milano. Fra poche ore sfilerà la collezione Daks per la p/e 2013, linea che ha come direttore creativo l’italiano Filippo Scuffi. Non solo ho il piacere di mostrarvi alcuni bozzetti ad anticipare quello che vedremo in passerella a breve, ma ho anche chiacchierato con Filippo, che conosco da qualche anno e del quale sono un grande estimatore. Mi piace il mondo in cui, senza tradire l’heritage e la storia del marchio, Scuffi sia stato in grado di traghettarlo verso un target contemporaneo che cerca la qualità e uno stile che può comprendere i trend di stagione, ma vuole anche inneggiare ad una eleganza rilassata capace anche di trascenderli.
Ecco la mia chiacchierata con il direttore creativo di Daks Filippo Scuffi.
Filippo, ormai sono alcune stagioni che ti occupi di Daks. Come è cambiata la figura che hai mente quando crei? Come è evoluto lo stile di Daks?
È stato e continua ad essere un cambiamento graduale perché credo che le “Rivoluzioni” (in questo caso una rivoluzione estetica) debbano essere fatte in modo dolce e progressivo. Quindi, nel rispetto dell’identità Britannica del marchio, ho pensato ad un uomo più moderno partendo da una vestibilità più stretta e più asciutta, volta a trasferire un concetto più dinamico e giovane della figura stessa.
Quali invece i valori e le caratteristiche del brand che continuano ad essere importanti? Quali i capi simbolo e l’heritage del marchio?
Sicuramente il nostro House Check nelle sue varianti dimensionali, alleggerito o appesantito nei toni. I pantaloni inventati ormai 100 anni fa da DAKS, che hanno la caratteristica di non avere passanti e che potrete ritrovare, in versione attualizzata, durante la sfilata. Ma soprattutto l’altissima qualità del “making”, vanto di questo brand da sempre.
Quale il target di riferimento oggi?
Un uomo moderno, informato, dal gusto internazionale che sceglie i suoi capi con cura e attenzione per i dettagli ma che poi li indossa in maniera consapevolmente inconsapevole, quasi volesse raccontare di essere un uomo “cool”, ma mai vittima del sistema moda.
Quali sono le tue icone di stile?
Non ho un’unica e vera icona di stile, casomai è più un’epoca ad affascinarmi, nella fattispecie gli anni ’40. Epoca questa in cui, sia gli uomini sia le donne, davano molta importanza all’eleganza. Comunque, parlando di donne citerei Katharine Hepburn e per l’uomo Cary Grant.
Che cosa è sinonimo di eleganza al maschile oggi?
È un po’ lo stesso concetto espresso prima: la grande cura nella ricerca del dettaglio, ma vissuto ed indossato in modo morbido, con grande disinvoltura e nonchalance.
Da dove arrivano le ispirazioni?
Per fortuna le ispirazioni non sono condizionate e qualsiasi cosa può esserne fonte: un film, una musica, un viaggio, un luogo, comunque un elemento che crei in me una condizione di grande emotività. Tutto questo ovviamente va poi tradotto in modo più razionale in vestiti.
Ci dai una preview su quello che vedremo sfilare il 24 giugno?
Mi piacerebbe che fosse una sorpresa, comunque ecco un’anticipazione: un uomo Inglese che gioca intelligentemente con la sua identità Britannica attingendo dai capi iconici della sera e traducendoli in capi da indossare in qualsiasi momento del giorno, in due parole: intelligentemente ironico.
Progetti per il futuro (personali o legati al brand) ?
Quelli personali preferisco non rivelarli per scaramanzia. Quelli legati al brand (visto che la proprietà ha riconfermato la mia posizione di Direttore Creativo e ne sono orgoglioso!), sono di continuare a lavorare come fino ad ora, con passione ed energia, auspicando in un’ulteriore crescita sia estetica sia economica, come già accaduto nelle stagioni precedenti.
Dall’alto in basso alcuni bozzetti della collezione Daks p/e 2013 e un ritratto del direttore creativo del marchio Filippo Scuffi.