L’ho conosciuto, tramite un amico carissimo comune, alla passata edizione di AltaRoma, lo scorso fine gennaio. Abbiamo iniziato a chiacchierare e a scherzare, ho capito che sicuramente avevo a che fare con un insider del fashion system, ma solo in un secondo momento ho compreso che stavo parlando, e ammetto punzecchiavo, come faccio solo con le persone con le quali mi sento subito a mio agio, con uno dei make up artist italiani più importanti.
Antonio Ciaramella ha infatti un curriculum che comprende la moda, ma anche il cinema e ben più di un vip, ma quello che subito mi ha incuriosito è stato il suo accennarmi ad un’opera che stava per pubblicare, che poi è diventata la scusa per questa nostra chiacchierata. Ciaramella è infatti l’autore di “Make up, 100 anni allo specchio” dove, grazie a schede esplicative, fotografie di dive e tanti dettagliatissimi elementi, il Novecento e la nostra contemporaneità sono scandagliati attraverso l’occhio della cosmesi, della sua evoluzione e dei suoi trend, così come delle sue icone.
Un libro importantissimo, per addetti ai lavori, ma anche per curiosi dello stile, fan del mondo del make up, ma anche studenti di moda che possono meglio inquadrare icone di riferimento e decenni di moda. In questa intervista Antonio Ciaramella ci racconta di più, del suo mondo e della sua opera.
Nel tuo libro parli dell’evoluzione del make up e delle icone che hanno rappresentato certi momenti di passaggio. Ci racconti quali i momenti salienti della storia del trucco?
In “Make up, 100 anni allo specchio” racconto come il look sia cambiato in base a determinati fattori, che sono il clima socio politico e culturale, le innovazioni scientifiche e tecnologiche. L’immagine estetica di acconciature e trucco si evolve esattamente come l’estetica per l’abbigliamento. Faccio un esempio: se non ci fosse stata la Prima Guerra Mondiale, probabilmente le donne non avrebbero tagliato i capelli, e se Nessler nello stesso periodo non avesse inventato la macchina per la permanente i Bob della flapper girls non sarebbero stati ondulati. Sono diversi i fattori, decennio dopo decennio, che aiutano la metamorfosi della bellezza. L’elemento di rottura è stato sicuramente il passaggio dal teatro al cinema, questo non solo ha fatto in modo di far conoscere le Dive ad una massa più vasta, ma ha anche creato la figura del make up artist, che da questo momento in poi ha sempre cercato nuove regole e nuovi prodotti per rendere le donne bellissime!
Quali le icone più significative secondo te e perché?
Ne ho segnalate diverse per ogni decennio, sono quelle donne che per bellezze e carisma hanno creato dei nuovi codici estetici e comportamentali, come l’austera bellezza della Dietrich, quella androgina della Garbo, il fascino misterioso di Veronica Lake che celava metà volto dietro una frangia di capelli, la bellezza esplosiva e teutonica di Rita Hayworth. Come vedi sono tutte donne, sì bellissime, ma che hanno saputo interpretare la “loro” bellezza creando dei modelli da seguire. Ovviamente ne abbiamo per tutti i decenni e per tutte le tipologie di carattere da Marilyn a Twiggy, dalla Loren a Farrah Fawcett. Concludo con Angelina Jolie che ha segnato i nuovi canoni di bellezza nel 2000 con il suo viso spigoloso, zigomo pronunciato e labbra carnose, un must ancora molto presente.
Ma per quale motivo hai deciso di scrivere un libro?
Perché desideravo tanto averlo! Sono sempre stato un grande amante del cinema e della fotografia, adoro le icone di stile e la moda, e raccontare o spiegare durante i miei seminari di come si è arrivati a produrre un prodotto o creare una tendenza non è una cosa semplicissima. Alla fine le mie infinite cartelle di appunti sul pc si sono trasformati in una ricerca molto importante di storia della moda nel XX° secolo, ma non di abiti, ma di estetica di trucco acconciatura e prodotti cosmetici.
Come ti sei avvicinato a questo mondo e quando hai deciso che sarebbe stato il tuo lavoro?
La bellezza è sempre stato il motore della mia vita, ho sempre cercato l’armonia nelle forme e nei colori. Ho studiato fotografia alle superiori al Professionale per la Cinematografia e Televisione Roberto Rossellini, lo studio dell’l’immagine era quello che volevo per il mio futuro. Il passaggio da fotografo a truccatore non è stato immediato, ma graduale.
Ripercorrendo la tua carriera quali i momenti più significativi?
Sicuramente il lavoro in teatro mi ha formato di più, sia come persona, sia come professionista, ho sempre amato l’Opera ed il mio sogno continua ad essere quello di poterci tornare. La Moda mi diverte, vorrei mi divertisse di più, ma trovo l’ambiente molto stressante. Molte soddisfazioni me le sta dando essere capo truccatore per il concorso di Miss Italia, ormai al terzo mandato, un lavoro complesso, mai scontato, sto imparando molto e ne sono contento.
Che cosa ti chiedono le donne quotidianamente legato al make up?
Le donne al di la di qualsiasi tendenza vogliono essere “pazzesche”. La richiesta che fanno di più è legata ad un incarnato perfetto, uno zigomo pronunciato e labbra carnose, il tutto che venga percepito come “naturale”!
Parliamo di icone attuali, chi secondo te è influente in questo settore? In generale, chi lancia le mode?
Le grandi case di cosmetici lavorano da sempre a stretto contatto con il pubblico e con i professionisti della moda. Il mercato dal punto di vista cosmetologico offre infinite scelte da chi ama un makeup nude fino a raggiungere le amanti del countouring per avere un primo piano fotografico alla Kardashian. Come icone di stile attualmente oltre a lei al centro dei riflettori troviamo Cara Delevingne, visto il focus spostato sulle sopracciglia evidenti (nulla di nuovo, un po’ quello che accadde negli anni ‘80 con Brooke Shields). Credo che le tendenze vere e proprie le faccia la società, le case di cosmetici sono brave se riescono a percepire le esigenze del pubblico e creare prodotti adatti.
Proviamo ad ipotizzare un trend del futuro?
Ce ne saranno parallelamente più di uno: ancora sopracciglia folte in versione selvaggia o strutturatissime, incarnato ceroso, compatto sempre luminoso, ma più coprente delle basi acquose e glow degli ultimi anni. E azzarderei anche zero fondotinta, basi imperfette, focus solo labbra.
Sogni per il tuo futuro?
Continuo con il progetto di “Make up, 100 anni allo specchio” che si sta trasformando in monografie su ogni decennio per approfondire gli argomenti e ampliare il mio blog anche ad altri argomenti, magari sull’estetica maschile; parallelamente sogno un bel film ambientato in un epoca passata.
Per saperne di più www.timelessbeauty.it