Avril 8790 è un brand made in Italy, che dopo un percorso nel mondo del design tramite la ricerca e la lavorazione del gioiello e dell’accessorio, è tornato al suo DNA. D’altra parte anche la lavorazione dell’accessorio nasce da un’esplorazione verso i confini dei materiali, lavorando su mash – up di maglia e materiali innovativi.
È così che il brand presenta ora la sua capsule di abbigliamento 100% maglieria, e lo fa recuperando un capo con una tradizione millenaria e dal fascino autentico, un capo che sta tornando nelle collezioni in punta di piedi, con la sua forma elegante, che vanta il fatto di essere unisex e senza tempo: il kimono.
La forma è quindi quella di un capo con una storia millenaria e dalle mille sfumature e se la maglia è il materiale protagonista, gli anni 70 – 80 sono invece il riferimento per le stampe, che si districano tra i grafismi folk, accenti futuristici e geometrie ricorrenti.
La palette di colori è energica, le tinte sono vivide, giallo, rosso, arancione, blu bilanciate da sfondi grigi e bianchi, e richiamano un giro in un negozio di yukata a Kyoto.
L’estetica racconta un mondo fatto di contrasti, giochi di forme e colori, mutuate dallo street style, portato ad un livello raffinato e sontuoso grazie alla ricerca dei materiali e alle lavorazioni made in Italy del brand.
L’estetica è fresca, decisa, determinata, aperta all’esplorazione del passato, ma consapevole della sua contemporaneità.
Distingue la collezione una personalità aperta al cambiamento e alla fluidità del genere che spesso pensiamo essere propria della nostra contemporaneità ma che invece, anche se con forme culturali diverse, era propria, ad esempio, anche del teatro kabuki in cui donne interpretano uomini, e uomini interpretano donne, in un susseguirsi di epoche dove le regole sono cambiate.
Il kimono diventa quindi il simbolo anche culturale, di un percorso del brand Avril, che sfugge ai dogmi dell’omologazione, e persegue il cambiamento.
La fantasia e la ricerca nel passato, costituiscono dei potenti veicoli per scardinare i pregiudizi, anche nella moda.