(ma quanto è brava…) Benedetta Bruzziches

Ho conosciuto Benedetta alla seconda edizione di Fashion Camp a Milano. L’ho intervistata (e la nostra chiacchierata dell’epoca la potete vedere qui) e mi ha conquistato subito. Divertente, spiritosa e arguta, un’intelligenza e un carattere vivaci, ma soprattutto un grandissimo amore per il proprio lavoro e la capacità di trasmettere completamente questa passione all’interlocutore. La mia sensazione è stata subito quella che avrei sentito ancora parlare di Benedetta Bruzziches e delle sue borse. Poi un giorno una persona a me molto cara mi ha portato con lei a fare acquisti, l’obiettivo era ben preciso: una borsa che ricorda la forma di un libro con una catena dorata con le maglie che sembrano tante graffette! Scoprire che era la borsa Libro di Benedetta non mi stupì, ricordando lo stile pop, ma super-chic al tempo stesso della designer.  Ho poi ritrovato Benedetta come finalista all’ultima edizione del prestigioso concorso “Who’s on next?”, sponsorizzato da Vogue e da AltaRoma, molto contento per questa importante esposizione mediatica, che spero le porti una nuova audience, più vasta, e anche altri successi. Io, che le sto perdonando di non avere ancora ideato una capsule collection per noi maschietti (ma l’aspetto Benedetta, sia chiaro!!!), ho deciso di intervistarla e farvela conoscere meglio. Eccovi la mia chiacchierata con Benedetta Bruzziches.

Un ritratto della designer

La Bugatti Bag

Come hai iniziato e perché proprio le borse?
La mia avventura inizia come una fiaba. In un ascensore a Bologna ho incontrato un uomo e la mia vita è cambiata di colpo. Dopo un mese ero in India a lavorare in una delle aziende più importanti al mondo per gli intrecci in pelle. Avevo fatto un grande salto, che incosciente mi dicevano, lasciare un lavoro a Milano dove avevo un contratto per seguire uno sconosciuto in India, tra l’altro a fare borse, che non avevo mai fatto, da Romeo Gigli infatti mi occupavo di abbigliamento. Era l’avventura che chiamava e io mi sono lasciata prendere. Lì ho capito che tutto è possibile, che se volevo potevo fare qualsiasi cosa. Ho conosciuto e amato una cultura completamente diversa e ho cominciato ad abbandonare tutte quelle normalità che davo per scontate. L’uomo che mi aveva accolto in India è un “self made man”, un ex operaio che in una cultura dominata dalle caste è riuscito a costruire un impero dell’intreccio. Il suo esempio e le storie semplici di tutta quella gente, i discorsi stonati con la mia amica Usha che mi ha insegnato a parlare senza parole, la bellezza delle donne vestite da sera sempre e i sorrisi accecanti, i concerti di chiacchiere nelle sale dell’intreccio e i lavori più inaspettati dall’intrecciatore di fiori al divinificatore di zucche, la sacralità del thè e i concerti ruttiferi dopo pranzo, la calma della fretta, il pranzo servito sulla foglia di banana e quello che mi cucinavano le donne da casa per farmi mangiare cose genuine, i fiori profumati sui capelli e sottomettersi tutte le mattina ad una vestizione per la quale ogni giorno un’ intrecciatrice diversa mi faceva indossare il suo sari più bello e tutte insieme mi vestivano e mi ingioiellavano, una cultura della semplicità, delle mani e del sorriso che mi ha ricordato la mia Caprarola e che mi ha fatto sentire a casa da subito. L’India mi ha rimesso davanti agli occhi il sacro dilemma della “diversità”, mi ha sgomberato la mente e mi ha fatto ritrovare quella prospettiva dell’infanzia. Così per gioco ho deciso di lanciare la mia linea di borse. Perché proprio borse? Bisogna chiedere all’avventura, è lei che ha scelto per me.

La borsa Carmen

Un bellissimo esempio della collaborazione con Caterina Gatta: la Carmen Bruzzicat

Cosa distingue le tue borse dalle altre?
Raccontano la fantasia, non solo come forma estetica, ma come vocazione. Le voglio impregnare di umanità, quasi fossero vive. Me le immagino come tanti Pinocchi, sempre pronte a partire all’avventura. Mi piace pensare che rendano le donne bellissime, come fossero degli amuleti speciali, borse che spingono all’insù gli angoletti in un grande sorriso! Molte di loro sono quasi interamente fatte e mano. Spesso le lavorazioni più manuali come gli intrecci e il capitonnè vengono sviluppati dalle donne a casa e credo che assistendo alla vita della famiglia da cui nascono è un po’ come se diventassero figlie di queste donne. La collezione per me poi è un pretesto per raccontare una storia, per lanciare un messaggio. L’ultima collezione si chiama “L’Arte della Gioia” e racconta quelle gioie che stiamo dimenticando, vuole essere una prospettiva nuova, non solo dal punto di vista “di moda”, ma vuole stuzzicare il pensiero e ci vuole ricordare momenti ed emozioni che rappresentano la nostra ricchezza più intima. Dal “cabaret” di pasticcini che ci ricorda la gioia della domenica al recupero dell’erotismo.

Quali le caratteristiche principali e i modelli di punta?
Ogni borsa ha un nome, un carattere, una personalità. Me le immagino come una sorta di “stargate” per il sogno. Sono interamente fatte in Italia e si propongono di contaminare tra loro le nostre artigianalità, tant’è che molte di loro vengono fatte in collaborazione con tappezzieri, rilegatori oppure orefici o maglieriste e spero tanti altri. Mi piacerebbe innestarle con la cucina per esempio, con l’arte dell’odore o con la sensualità liquida del mare. Se per modelli di punta intendi quelli che vendiamo di più ti dico Carmen, le Alveari, probabilmente anche i “Cabaret”, i Libri e le intrecciate.

Il Cesto Intrecci

La Doctor Bag

Hai portato avanti alcune collaborazioni importanti, ad esempio quella con Caterina Gatta. Ce ne vuoi parlare?
La collezione con Caterina è nata sulla base di un’ amicizia e sulla stima che nutro nei confronti del suo lavoro. Caterina con la sua collezione rende belle le donne e io sono una sua grande fan. Ci siamo conosciute per caso perché lei aveva visto una foto della mia Carmen e l’aveva comprata, mi scrisse per farmi i complimenti e siamo diventate subito amiche! Caterina è un piccolo vulcano, una donna esilarante di quelle sempre con la battuta pronta! Quando la chiamai per dirle che stavo facendo una ricerca di tessuti da cravatteria per le Carmen fu lei a propormi di usare i suoi tessuti e così sono nate le Carmen BruzziCat, bellissime e coloratissime, ma sopratutto portavoce di una bella amicizia.

Sei stata una delle finaliste di Who’s on next, ci vuoi raccontare cosa ti ha lasciato questa esperienza?
Tante possibilità, visibilità e confronto. Ma anche la consapevolezza che un mondo come il mio può fare un po’ paura.

Come è cambiata la donna che acquista i tuoi accessori in questi anni?
Più vecchia di tre anni! È cresciuta con me credo. Le piace la letteratura, è curiosa, comincia ad impicciarsi di politica più per dovere che per piacere, le piace mangiare bene e ascoltare le storie, la moda la vive come comunicazione personale e sa che le basta un sorriso per essere bella. La immagino di domenica pomeriggio sdraiata sotto una pianta a leggere “La casa degli spiriti”.

 

Il Libro

Il Libro in versione Lavagna

La borsa Paloma

Ma accessori uomo, no? Non pensi a me, che ti adoro?
Molte delle borse da donna sono pensate anche per l’uomo! Ti spiego: il “Cabaret” è stato disegnato per una donna, ma pensato per un uomo. È una dichiarazione di dolcezza, una spia accesa, un uomo che vede una donna con un “cabaret” in mano capisce subito che quella è la donna della sua vita.

Progetti per il futuro? 
Il futuro è adesso. Sono molto concentrata sul presente, ad esempio credevo che “in futuro” avrei aperto un laboratorio dove sperimentare, invece senza accorgermene l’ho fatto adesso! E poi vorrei fare una collezione di cose da mangiare, trasformare quello che produciamo e raccontare come facciamo! Una collezione di pasta, olio e biscotti da favola.

La Shopping Lavagna

La Shopping Mirror

E la borsa Cabaret per la s/s 2013

Una borsa Alveare della collezione s/s 2012

Tutte le borse, ad eccezione delle ultime due dove è specificato altrimenti, appartengono alla collezione per l’a/i 2012-13.

  1. val Rispondi

    la shopping lavagna è meravigliosa! parimerito con la shopping mirror…un bel testa a testa, direi… :)

    • Stefano Guerrini Rispondi

      Giù le mani dalla shopping mirror…IO LA DESIDEROOO :O)

  2. Donatella Rispondi

    Mi piacciono tutte ma in particolare la borsa Carmen,Libro versione Lavagna, shopping bag Lavagna,Cabaret e Alveare!!! *_* Affascinante il racconto della sua esperienza in India, è proprio una ragazza indipendente, la stimo molto! :)

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