Finalmente dopo averlo conosciuto via mail per lavoro, ho incontrato Carlo Volpi ‘live’ a Firenze durante l’ultima edizione di Pitti, dove il designer era uno degli stilisti scelti per “The Latest Fashion Buzz”, progetto voluto dalla fiera, nato in collaborazione con L’Uomo Vogue, GQ Italia e Lagente, ospite nello spazio Mini a Fortezza da Basso.
Carlo è molto simile alla sua moda, estroverso, chiacchierone, divertente, pieno di idee e contenuti, e la sua maglieria non è certo per amanti del minimalismo!
Per questo chiacchierando con lui ho deciso che era la persona migliore per raccontarvi le immagine del nuovo look book del marchio che porta il suo nome.
Ecco cosa mi ha raccontato!
“Allora, come forse già sai la collezione si chiama 0LOVE 4LOVE e prende un po’ ispirazione dalle canzoni d’amore che si sentono in radio, amori veloci e superficiali.
Mi piace comunque l’idea di usare queste canzoni come metafora per commentare anche sullo stato della moda e dell’arte in questo periodo, tutto è veloce, c’è troppo di tutto e il gusto delle persone viene semplicemente definito dal numero di like su Facebook, tipo influencer con gusti discutibili, ma che hanno 100k su Instagram riuscendo ad influenzare i gusti delle persone e di conseguenza il mercato.
Con questo non voglio fare una critica a questo sistema, anzi! Lo trovo molto affascinante. Resistere a questo tipo di cambiamenti lo trovo inutile e causa di rabbia e astio inutili, sono d’accordo che a livello intellettuale questo sistema è assai poco stimolante, ma secondo me il segreto è esserne consapevoli e sfruttarlo.”
“E qui arrivano i miei vestiti: seguendo questa linea di pensiero ho voluto creare capi che fossero facilmente identificabili, un po’ come dei logo pubblicitari, con colori e pattern forti.
Mi piace molto lo sportswear, in particolare le divise che gli sportivi si mettono quando fanno il loro determinato sport, io chiaramente da piccolo a calcio non ci giocavo, ma mi piacevano molto le magliette dei calciatori.
I miei lavori sono quasi una rivendicazione di queste associazioni tipicamente macho dello sportswear, e le mie maglie reinterpretano in chiave un po’ più disinibita quello che secondo me è un concetto di mascolinità senza paura.”