Charlie Max lancia un’edizione limitata in collaborazione con Simone Fugazzotto ed i suoi scimpanzé.
Il pittore ed artista italiano ha infatti realizzato il packaging dei nuovi occhiali Charlie Max che saranno venduti, insieme alla nuova collezione, per tutto il 2018.
In bilico tra Milano e New York, Fugazzotto è pittore ed artista tra i più interessanti nel panorama contemporaneo, il suo animale totem è la scimmia, onnipresente nelle sue opere: un impasto di cultura distopica Sci-Fi, street art oltreoceano ed estetica pop, ma anche antropologia ed un’ironia graffiante che cela, senza troppi sforzi, un approccio sociologico consapevole.
Dopo tele, muri, plexiglass, sculture, video e ready-made, è la volta degli astucci Charlie Max che rappresentano così piccole opere da collezione, assecondando quel paradigma di arte commerciabile, lucidamente compreso da Andy Warhol, e che permea inequivocabilmente il nostro tempo.
In questo modo il brand non si limita a proporre occhiali – ovveroprodotti di qualità, realizzati in acetato di cellulosa, esclusivamente creati per il marchio, con un contrasto cromatico tra interno ed esterno dei telai – ma abbraccia un’attitudine artistica, riflessiva e sfidante al tempo stesso, senza perdere la propria leggerezza. Cos’è infatti che spinge a scegliere un modello anziché un altro?
Il desiderio di attrarre l’attenzione o, viceversa, il bisogno di nascondersi sotto una montatura sono poli opposti di una linea continua che disegna l’espressione del sé, ma anche il modo in cui vogliamo essere percepiti dagli altri.
Lo scimpanzé allora interpreta l’alter ego dell’uomo e le sue nevrosi, nella versione maschile gioca ad essere il tipo socialmente adattato, in camicia e maglioncino, che si relaziona perplesso ad una donna che, decisamente più libera e senza filtri, lo saluta con una linguaccia.
La scimmia di Fugazzotto è anche un messaggio ciclico edaugurale, il punto di partenza della nostra umanità e quello di arrivo a ciò che, forse, dovremmo tornare ad essere: semplici, sinceri, privi di tutte quelle infrastrutture che a lungo andarestancano la nostra autenticità.
Per usare l’espressione di Luca Beatrice, curatore della recente mostra di Fugazzotto Yesterday ended last night al M.A.C. di Milano, «da primate a primate», guardiamoci negli occhi e chiediamoci: è questo che dovremmo essere per riscoprire un rapporto funzionale con i nostri simili e la natura?