Chi è Br.UNO?

Conosco Bruno Tedioli da molti anni e se non ricordo male ho ancora da qualche parte un paio di jeans vintage customizzati da lui, appartengono al periodo in cui Bruno, dal suo laboratorio in Romagna, collaborava con molti brand per quelle lavorazioni con applicazioni varie, siliconi e trattamenti che andavano in voga qualche anno fa e Bruno era davvero il più importante in quel settore. L’ho poi perso di vista per un po’, per ritrovarlo di recente con una linea, maschile e femminile, che prende il suo nome: Br.UNO.

È stato un piacere durante le ultime sfilate femminili avere il tempo di fermarmi nel suo showroom milanese dove mi ha mostrato le collezioni per la p/e 2012. Se alle pareti ho ritrovato appesi quadri che ricordavo, Bruno è artista da sempre, con una preferenza per le tematiche gotiche e horror, la collezione è stata una sorpresa, io che sono meno dark di lui mi sarei provato tutto. Belli i tessuti e i trattamenti, cosa che non mi ha stupito, visto che la ricerca è una costante di Tedioli da anni.

Ovviamente non potevo esimermi dal fargli qualche domanda.

Bruno, mi racconti come ti sei avvicinato alla moda? E quando è diventato un vero e proprio lavoro?
Il passaggio dall’arte alla moda è avvenuto nel 1997 quando Dean e Dan Caten, sapendo che realizzavo costumi teatrali in lattice per le mie performance, mi chiesero di fare delle applicazioni sui loro capi. Su quello ho costruito il mio business.

Ci conosciamo da un po’ di anni, ricordo il tuo passato da performer, che tipo di insegnamenti ti ha lasciato quella esperienza, come li hai tradotti in un lavoro nel mondo dello stile?
Semplicemente quello che ho imparato a fare, da autodidatta, in quella fase della mia vita mi è servito per entrare nel mondo della moda da una porta piccola scura e impolverata, in pratica penso che la creatività penso fosse già dove doveva essere.

Dal lavoro per terzi ad una linea a tuo nome, come è avvenuto questo passaggio?
Dal ’97 al 2009 mi sono occupato esclusivamente di lavorazioni per conto terzi, prima si trattava prettamente di lavorazioni artistiche e manuali, poi come normale l’azienda è cresciuta e si è sviluppata nella fornitura completa di servizi per la moda: ideazione, fornitura tessuti, confezione, stampa, trattamenti e prodotto finito. Poi con l’arrivo della simpatica crisi mi son deciso a lanciare il mio brand Br.UNO sul mercato, la necessità ti fa trovare il coraggio per fare ciò che avresti voluto da tempo.

Hai un immaginario gotico, dark, molto poco italiano. Quali ‘padri putativi’ pensi di avere, quali i designer a cui guardi, le icone di riferimento, chi ti piace, anche al di fuori della moda?
Già da piccolo mi nutrivo esclusivamente di film horror e fantascienza. Poi con l’acquisto, a 20 anni, di un libro di H.R .Giger, dove spiegava come aveva realizzato la creatura del film ‘Alien’, ho capito che si poteva fare, che la mia creatività poteva avere uno sbocco! Quindi lui è stato la mia prima ispirazione. Cerco di non guardare quello che fanno gli altri designer, proprio perché non voglio farmi influenzare. Diciamo però che il Mugler degli anni ’90 per l’originalità, poi Rick Owens per il quale ho lavorato e mi è sempre piaciuto molto e Ann Demeulemeester per il gusto, ma soprattutto per la continuità dello stile, possono essere considerati gli stilisti a cui ho guardato e ancora oggi guardo.

Proprio pensando a questo immaginario, mi dai la tua personale definizione di ‘bello’? Per me il bello è una sorta di armonia delle forme e delle linee, ma non necessariamente intesa coi canoni usuali. Ripetitività modulare, linee che si incrociano ed improvvisamente nasce un capo. Colori neutri, nero, grigio e bianco. Inoltre deve essere qualcosa che provoca un’emozione nell’osservatore, nel bene o nel male, più nel male…mi piace!

Quanto e in cosa questo immaginario pensi ti abbia penalizzato e in cosa favorito? Sicuramente penalizzato più che favorito per quanto riguarda il mercato italiano, dove, a parte qualche boutique, gli addetti non sono molto aperti all’innovazione e all’alternativa. Favorito perché una nicchia ha meno concorrenza con cui fare i conti.

Mi racconti la collezione per la p/e 2012?
Diciamo che può essere definita la più “indossabile” che ho creato finora, visto che quando inizi hai una gran voglia di esagerare, poi ti rendi conto che devi modulare la creatività in base anche all’esigenza di vendere i tuoi capi. Il tema della collezione, perché a me piace dare i temi alle collezioni, è “Towards the Black Hole”. Nasce dalla locandina di un vecchio film di fantascienza dall’omonimo titolo e ho deciso di costruirci attorno questa collezione. Quindi molta costruzione dei capi, seguendo le linee del corpo maschile come le tute spaziali dei vecchi film del genere.

Le foto in questa pagina sono relative alla collezione maschile Br.UNO per la p/e 2012. Foto realizzate da Fabio Costì.

Nella seconda pagina continua l’intervista con Bruno Tedioli, con altre immagini della sua collezione. 

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