Coach 1941 Pre-Fall 2018: il gotico, il fiabesco, l’americano cool

Saper essere riconoscibili a colpo d’occhio non è certo una dote facile: saper essere un designer che lascia  la sua traccia piacevolmente riconoscibile quando l’occhio si posa su un marchio con una lunga storia intessuta addosso, ecco, questa è una dote ancor più difficile.
C’è chi ci riesce, ed a ogni collezione sempre più brillantemente, almeno stando a quel che riportano le cronache fashion d’oltreoceano che con i loro applausi accompagnano la nuova Coach Pre-Fall 2018!

Ora che il nome in questione è stato svelato, avrete anche giustamente intuito a chi appartiene quella traccia di riconoscibilità: ovvero, Stuart Vevers, colui che, da quando è stato incaricato di ridare vitalità all’autorevolezza indiscussa del brand made in Usa, non ha mancato neanche una volta di strappare approvazioni entusiaste da parte di tutti.

Il segreto della sua bravura?
La schiettezza di una visione che allaccia la storicità della manifattura di qualità assai elevata intrinseca a Coach, l’indole rigorosamente abbracciata al lifestyle newyorkese, così spontaneo, energico, indiscutibilmente cool eppur sempre confortevole, ad una dichiarazione d’intenti del tutto inaspettata per un ruolo così elevato: divertirsi e far divertire con una giusta dose di humour scanzonato.

Ecco perché la nuova collezione Pre-Fall 2018 è nuovamente pervasa dalla voglia di raccontare una storia, anzi: proprio una favola. E di farlo al di fuori del bon ton didascalico tipico dello storytelling: la fiaba di Coach va a pescarsi i suoi riferimenti in mondi del tutto diversi, dato che il talento di fondo per metterli d’accordo tutti c’è eccome.

La collezione Pre-Fall 2018 di Coach è, come è stata definita proprio dal suo direttore creativo, “Una fiaba gotica americana, nata a New York”: se poi si aggiunge anche il rinnovo della collaborazione con Disney, diciamo che la prima panoramica sui protagonisti è compiuta.
Ora, però, immergiamoci nella narrazione: quel gotico non ha nulla di storico, ma è un inno al look folk perfettamente Seventies e profondamente iconico della celebre cantante Stevie Nicks e della sua altrettanto celebre love story, mixato alla sfrontatezza di Axel Rose.
Insomma un connubio del tutto surreale e per questo magnetico: gli inserti di pizzo negli abiti svolazzanti, le stampe fiorite e gli angoli vivi a sembrare ampi fazzoletti, gli stivali alti tutti percorsi dai lacci, le giacchette di pelle e i ricami delicati sono tutti dedicati a lei e alla sua grinta femminile.
Il denim di giacche e shorts, gli stivali texani laminati, glitterati e anche leopardati sono una dichiarazione di libertà da star del rock.
Il lato creepy è tutto da scovare nelle citazioni disneyane, traslate in technicolor e impregnate di un che di oscuro e losco: come il castello inquietante sul maglioncino in lurex, la mela avvelenata che diventa una stampa, gli occhi della strega cattiva che decorano la felpa, le casette del boschetto tutte colorate che si accodano agli abiti in delicati toni pastello, in contrasto netto e affascinante con il nero denso del gotico di cui sopra.

Il lusso di Coach non è per nulla infiacchito da tanto mescolare divertito: eccolo lì, in tutta la sua fierezza manifatturiera, tra i pantaloni in pelle dai toni sfumati e il ritorno sul palcoscenico dello stile dell’iconica borsa Duffle di Bonnie Cashin.

 

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