Un rammarico legato alla mia recente partecipazione ad AltaRomAltaModa è stato quello di non rimanere per la serata conclusiva della manifestazione. Il primo febbraio infatti ero già di ritorno in treno verso la Romagna e verso i miei soliti ritmi lavorativi, che mi portano a Milano, e così mi sono perso la performance "Crochet de Lunèville – Studio in fugato per otto ricamatrici e telaio amplificato", un progetto di Sylvio Giardina in collaborazione con Stato di Famiglia, a cura di Emanuela Nobile Mino, tenutosi negli spazi del Palazzo delle Scienze a Roma.
Rimedio ora proponendovi le foto che ho ricevuto dell’evento, che mi sembrano rimandare ad un’atmosfera evocativa e affascinante.
Il progetto concepito da Sylvio Giardina appositamente per AltaRomAltaModa intendeva sottolineare la centralità (decentrata) che il ricamo ha occupato nella storia culturale, sociale, politica e personale dell’uomo e l’incidenza che ha avuto e ha nell’industria dell’alta moda, ragionando al contempo sui frutti della sua intrinseca versatilità: in primis l’elezione a medium artistico nell’ambito della ricerca contemporanea.
L’artiginalità della moda, le capacità manuali, spesso dimenticate, non solo diventano protagoniste, ma rimandano a come il lavoro della moda sia un dialogo, che coinvolge professionalità altissime.