Nato a Venezia nell’83, Giacomo Cosua ha iniziato a lavorare con il quotidiano “La Nuova Venezia”, occupandosi di cronaca. Per due anni è stato fotografo alla fondazione Claudio Buziol by Replay a Venezia e come editor allo studio Camuffo. Ha pubblicato su “Le Monde” e “Expresso (Portogallo)”. Le sue foto del backstage per un video dello scrittore Mauro Covacich sono state pubblicate su GQ Cult e su Vanity Fair. Dopo averlo conosciuto a Fashion On Paper a Roma, dove era ospite con il suo progetto online Posi+Tive magazine, lo raggiungo telefonicamente in quel di Londra, dove sta portando avanti i suoi studi con un master in fotogiornalismo presso il London College of Communication.
Ecco la nostra conversazione e alcune foto di Giacomo.
Mi racconti come è nato Positive Magazine? Quale percorso ti ha condotto all’apertura di questa web.zine?
POSI+TIVE nasce nel 2007. Al tempo, grazie al nostro comune amico Simone Sbarbati di Frizzifrizzi, avevo iniziato come collaboratore a scrivere sul sito www.freshcut.it, ora non più attivo,e mi occupavo in particolare di questa nuova “moda” dei magazine on line, che al tempo erano ancora un ibrido in via di sviluppo, quasi tutti erano esperimenti molto diversi da quelli che possiamo trovare oggi. Un giorno mi sono detto: “Se lo fanno loro, lo posso fare anche io!”. Così ho chiamato qualche amico sparso per il mondo, dall’Olanda, dal Cile, dalla Svizzera e ci siamo messi insieme per far partire il numero 0.
Bradley @ Elite Milan / Select London,
stylist Ivan Bontchev
Che tipo di pubblico ha questo progetto?
Il nostro pubblico è giovane, si assesta in particolare tra i 22 e i 35 anni, più uomini che donne. Italiani, ma non solo, anzi le visite dall’estero sono quelle maggiori visto che il magazine è in inglese e in italiano.
Come scegli i contenuti?
I contenuti sono scelti in base ai miei gusti personali, in particolare facendo tanta ricerca su internet, guardando siti dei fotografi, degli artisti e così via. Una cosa fondamentale per far andare avanti questo progetto è puntare in assoluto sulla qualità e da quello che ho visto nel tempo questo ci è stato riconosciuto come valore aggiunto.
Thomas Hunt @ Independent Man Milano
Come si distingue da altri prodotti presenti al momento?
In internet si trova di tutto, come un po’ in edicola. Sono tantissime oggi le riviste che nascono e che muoiono sul web, vediamo magazine che mettono online due numeri e poi spariscono, altri che da piccoli sono diventati un vero e proprio cult sul web. Come dicevo prima, penso che dagli altri in particolare ci distinguiamo perché offriamo possibilità a giovani e giovanissimi (abbiamo pubblicato interviste e portfolio di fotografi che hanno anche 16-17 anni) che abbiano però un talento vero. C’è un’ossessione quasi maniacale nella scelta delle immagini da pubblicare, per offrire al pubblico contenuti mai banali.
Se non erro vivi a Londra, perché hai deciso di stabilirti in questa città?
Dopo aver passato gli ultimi 4 anni lavorando a Venezia come giornalista e fotografo, ho deciso di rimettermi in gioco, lasciarmi tutto alle spalle e iniziare tutto di nuovo. Mi sono iscritto ad un master all’Università e sono convinto che la scelta sia stata giusta.
Che tipo di fermenti e input ispirativi offre la città? Londra è ancora un luogo adatto ai giovani creativi?
Londra è sempre senza dubbio un punto di riferimento per il mondo della creatività. Mostre continue, eventi, ma quello che fa la differenza è vivere in un paese che nella cultura e nella creatività ci crede e ci mangia pure. Quello che distingue Londra rispetto all’Italia è che se sei bravo prima o poi troverai i tuoi spazi, mi sembra che in Italia purtroppo non serva essere solo bravi…
Ralph & Jasper @ Select London
Come vedi la creatività legata alla moda e alla fotografia?
Devo dire che non nasco come fotografo di moda, ma piuttosto, visto che mi sono occupato di giornalismo di cronaca bianca e in particolare di nera, nasco come fotografo di strada, non mi bastava più scrivere l’articolo, volevo anche raccontare gli avvenimenti attraverso le immagini. La fotografia di moda è essenzialmente pura creatività, sei tu che decidi tutto, si possono rompere tutti gli schemi che magari uno pensa siano necessari per fare questo tipo di fotografia e a volte capisci che lo scatto può assolutamente essere inserito nel contesto della moda di oggi.
Chi è veramente innovativo al momento?
Oggi secondo me è innovativo chi riesce ad esprimere il proprio stile senza imposizioni seguendo solamente il proprio istinto. Vedo spesso fotografi che mi mandano i loro servizi per POSI+TIVE e propongono scatti che tecnicamente sono perfetti, ma allo stesso tempo anche noiosi. Vorrei qualcuno che sapesse ritrovare una semplicità che si è un po’ perduta in questi ultimi anni. Vedo pose viste e riviste oppure fotografi che cercano in qualche modo di “copiare” un certo stile patinato, quando basterebbe così poco per creare qualcosa di dinamico e innovativo.
Andrea Ravieli @ Independent Man Milano
Chi ti piace e perché?
Al momento ci sono due fotografi che sono molto bravi e che già lavorano con ottimi risultati. Uno di questi è un mio amico, si chiama Alan Chies e a dispetto del nome è italianissimo. Ho imparato molto guardando le sue foto che sono così semplici e allo stesso tempo perfette. Altro fotografo nel settore moda da tenere d’occhio è un ragazzo inglese, ha circa 30 anni e ha già pubblicato con ‘Dazed and Confused’, ‘L’Officiel’ e altre riviste. Si chiama Leon Mark e anche lui ha trovato un suo stile, diverso da quello solito e ogni scatto è davvero poesia.
I tuoi riferimenti estetici, da un punto di vista più generico?
I miei riferimenti estetici sono le città, in particolare tutto quello che può rientrare nel grande contenitore dell’urbano. Mi piace fare una ricerca attenta dei posti dove scattare e poi ricreare uno stile connesso al contesto urbano. Non so bene quali siano i miei canoni estetici, non sono mai stato dentro la moda se parliamo di stile, spero però di lavorare di più su questo campo magari con qualcuno che riesca a tenere la barra a dritta. Ho lavorato con Ivan Bontchev, stylist e fashion editor e mi ha fatto capire che a volte se davvero voglio fare fotografia di moda non posso pensare solo alla strada, ma dovrei anche concentrarmi sullo stile: mi ha davvero aperto a guardare in modo più ampio e lo ringrazio per questo.
I tuoi maestri/icone di riferimento?
Ho una lista ristretta di fotografi che ritengo dei veri maestri, due su tutti sono Duane Michals e Larry Clark. Se dovessimo parlare di ambientazioni, anche surreali, in questo momento Jeff Wall è quello che mi ispira di più.
Sogno nel cassetto?
È trovare un mio spazio dove potermi esprimere, che mi permetta di lavorare tranquillamente senza troppe preoccupazioni, possibilmente a Londra, perché a Milano non riuscirei ad abitare e a Venezia, dove torno sempre volentieri, non trovo ci siano possibilità in questo settore.
Ovviamente per saperne di più su Giacomo e il suo lavoro: www.positive-magazine.com oppure http://www.cosua.it/giacomo/.
Mi piace TANTISSIMO! bella intervista, Ste! 😀
Non male! Belle domande
“Londra è sempre senza dubbio un punto di riferimento per il mondo della creatività. Mostre continue, eventi, ma quello che fa la differenza è vivere in un paese che nella cultura e nella creatività ci crede e ci mangia pure. Quello che distingue Londra rispetto all’Italia è che se sei bravo prima o poi troverai i tuoi spazi, mi sembra che in Italia purtroppo non serva essere solo bravi…” —- PAROLE SANTE :p
[…] Giacomo Cosua, del quale abbiamo già parlato sul blog (trovate la mia intervista a Giacomo qui), che ci ha regalato in esclusiva questi bellissimi scatti. […]