Una breve storia, quella di Gianluca Saitto, ma già densa di successi.
Infatti, in seguito al corso magistrale in Fashion Design al Politecnico di Milano nel 2012, le sue creazioni hanno iniziato a farsi notare nel panorama della moda meneghina.
Da lì a breve, l’affermazione come stilista ufficiale di alcune tra le più belle voci italiane, tra cui Patty Pravo, Loredana Bertè, Gianna Nannini e Max Gazzè.
Il giovane couturier, che recentemente ha aperto il suo negozio monomarca nel cuore di Milano, realizzerà gli abiti di scena per l’Opera House de Il Cairo per il balletto La Bayadére, confermandosi protagonista in quanto a ricerca minuziosa su ricami e dettagli preziosi.
Tra le sue maggiori ispirazioni si collocano musica, arte e teatro.
Il suo è un processo creativo in continua evoluzione: l’ispirazione arriva da elementi in grado di risvegliare il suo gusto e la sua sensibilità, dando origine alle creazioni stesse.
Per Gianluca, infatti, ogni ricamo è strettamente personale, nasce ed evolve man mano che lo si realizza. Il suo stile dinamico e scenico si abbina perfettamente alla storia del balletto in questione, dove prevalgono esotismo, promesse amorose tradite, sentimentalismo e gusto per il soprannaturale.
“Sono onorato di essere stato chiamato a creare look capaci di rispettare l’esigenza di uno spettacolo che intende celebrare l’eleganza e l’opulenza di un’istituzione celebre come l’Opera House portando la mia couture in uno dei templi della danza internazionale” ha commentato Gianluca Saitto, a margine del debutto.
La Bayadere (ovvero, la danzatrice del tempio) è un balletto in 4 atti e 7 scene.
La prima rappresentazione avvenne a San Pietroburgo (Russia) il 23 gennaio 1877 e fu messa in scena dal più grande coreografo ottocentesco, Petipa, autore sia del soggetto che della coreografia originale.
Per la reinterpretazione attuale, Saitto utilizza l’universo indiano, cornice originaria della vicenda, come pretesto per realizzare capi magnifici ed opulenti in grado di esaltare la trama, ma allo stesso tempo conferire ai ballerini la necessaria libertà di movimento. Il valore e il significato dei colori utilizzati richiamano ad un mondo religioso pregno di significati; sovrapposizioni e decori si elevano per trasportare lo spettatore nel cuore palpitante della storia.
Nulla è stato lasciato al caso: i dettagli tipici del costume indiano creano effetti dinamici sui corpi dei ballerini; il mondo onirico, che domina la seconda parte dell’opera, è tutto sviluppato nei toni del bianco, dalle scene ai tutù, dove il coté classico segue il ritmo della narrazione e lo amplifica.
L’Opera House de Il Cairo riconferma quindi il giovane Saitto, dopo che egli aveva già realizzato i costumi per il balletto Coppélia. Ancora una volta, la famosa cornice offrirà al couturier visibilità e riconoscimento internazionali.
Con la certezza che le sue collezioni rimarranno sempre a un livello che possa consentire sempre la qualità e l’unicità di ogni singolo capo, Gianluca è intenzionato a raggiungere, con pazienza e dedizione, i grandi magazzini di lusso e una boutique all’estero firmata Gianluca Saitto.