Lui è un collega di GQ. Non lo conoscevo di persona poi, complice un passaggio in macchina durante le ultime sfilate maschili, abbiamo iniziato a scherzare. Nei giorni seguenti Alex Pietrogiacomi mi ha raccontato del progetto a cui si era dedicato negli ultimi mesi: la riedizione del “Trattato della Vita Elegante”, testo di uno scrittore importantissimo come Honoré de Balzac, erroneamente considerato nel tempo come un’opera minore. In realtà molto interessante, uno di quei libri che ti fanno decisamente rivedere il modo che hai di porti nei confronti dell’eleganza, non solo intesa come immagine, ma come ‘way of life’, come analisi dei comportamenti quotidiani. Mi sono perso nelle pagine di questo scritto fra dandy, nobili di nascita, la cui eleganza è data per scontata, e frasi come: “Ricchi si diventa; eleganti si nasce”. Arrivando a pensare che un libro come questo in un’epoca di fast fashion, di ‘volgarità’ strombazzate e dai facili successi e così via, non solo sembra utilissimo, ma è quasi rivoluzionario! Consigliatissima la lettura, ovviamente, ma io dovevo anche parlarne qui sul blog con Alex, che si è prestato ad una chiacchierata e all’analisi di un paio di passi del libro.
Ovviamente trovate “Tratta della Vita Elegante” di Honoré de Balzac, a cura di Alex Pietrogiacomi, con diesgni di Massimiliano Mocchia di Coggiola, edito da Piano B, in libreria!
Come è nata l’idea di questa ri-edizione?
Dopo una chiacchierata con lo psicologo clinico Salvatore Parisi, noto per la sua eleganza, su questo libro che avevo letto anni fa, mi sono ritrovato a doverne scrivere per GQ ITALIA, in un articolo di insieme. Nel cercarlo in libreria, on line e richiedendolo alle varie case editrici, mi sono reso conto della sua irreperibilità. Alla fine mi sono ritrovato in biblioteca a leggere l’edizione di Longanesi del 1982 (la precedente era del 1917 e l’ultima del 1998) e a scriverne. Dopo qualche giorno dalla consegna mi recapitano dalla casa editrice ETS l’edizione del ’98, curata dalla professoressa Tiziana Goruppi, straordinaria francesista. Non ho resistito e l’ho riletto un altro paio di volte in quella nuova veste. Alla fine mi è sembrato tutto molto chiaro. Il libro ha due letture possibili, una critica e l’altra acritica. Una via difficile e una facile e nella post fazione ho cercato di spiegarla, quindi mi arrovello le meningi affinché si possa vedere nuovamente in libreria il Trattato. Alla fine contatto la Piano B (anche loro appena intervistati per un’altra testata) e gli dico di ripubblicare questo gioiello. Loro ne sono felici e mi chiedono di scriverne la prefazione. Idea che mi fa tremare le gambe ma che accetto ben volentieri, poi coinvolgo Parisi e la Goruppi entrambi entusiasti e ciliegina sulla torta, Massimiliano Mocchia di Coggiola, anche lui intervistato per GQ. Quindi un mix di caso, volontà e passioni in comune.
L’importanza di Balzac oggi?
Enorme, riferendoci a questo libro, perché ha una carica esplosiva e incendiaria inimmaginabile nascosta tra le sue pagine e nella sua fissità letteraria che si rifà alle Fisiologie francesi di cui fa parte e che avevano grande successo nel 1830. Questa carica di cui parlo si riferisce allo shock che procura alla fragilità umana , malcelata ai giorni nostri dietro lussi usa e getta, qualità di vita scadente ma cool, abiti costosi ma con scadenza e un Io che ricorda il Colosso di Rodi. Nel “Trattato della Vita Elegante” c’è la ricerca della Bellezza, intesa nel puro spirito di questa e non come quella che si costruisce virtualmente o in palestra. Qui si parla di ritrovare Unità, Nettezza e Armonia. Quello che fa un uomo elegante davvero e che lo rende unico e paradossalmente non riconoscibile per quello che indossa, ma per come lo indossa, a discapito delle credenze odierne.
Chi è il protagonista del libro di Balzac in questa epoca?
Il libro nel 1830 veniva incontro alle esigenze della borghesia che voleva affrancarsi e finalmente poteva sedere al tavolo dei nobili, però senza sapere come e quindi chiedeva aiuto. Oggi si potrebbe dire la stessa cosa, soltanto che non c’è più una classe sociale, ma una comunità di persone lontane dal vero concetto di anticonformismo e idea del Sé che dovrebbe portare avanti la propria vita. Viviamo semplicemente un’era in cui tutti sono tutto e tutto è tutti, facendo credere di essere unici attraverso la massificazione e questo libro può facilmente mettere in difficoltà, sempre se letto con vero spirito esplorativo, l’atteggiamento che abbiamo verso il mondo e i suoi canoni.
Cosa c’è di moderno nel “Trattato” e cosa invece secondo te è superato?
È assolutamente moderno, è il padre di tutti i self help che leggiamo oggi, di tutti quei “Come vestirsi”, “Gli abiti del Manager”, “Ti insegno il galateo” etc etc, soltanto che ha lo Spirito giusto, ha quella indiscussa verve assolutamente non commerciale che non hanno questi ultimi, fatti solo per far leva sulle insicurezze, ripeto, e sulle regole imposte da media e Moda. Oltre a questo è un divertentissimo spaccato sulla Francia, sui dandies, amati ma dovutamente odiati, sulla ricercatezza, sul comportamento, è una lettura assolutamente deliziosa. Cosa ha di superato? Per me nulla, è sociologicamente trasportabile all’Oggi, senza alcuna fatica.
Le illustrazioni sono di Massimiliano Mocchia di Coggiola
Nella seconda pagina del post ancora un paio di riflessioni con Alex che nascono proprio da alcuni passi del libro.
Pagine: 1 2
Grazie per aver catturato “nella Rete” l’Arte dell’Eleganza, in un post che ne celebra la sua vera essenza. Complimenti.
Interessantissimo progetto, potrebbe essere uno dei miei futuri acquisti! Perchè come disse la grande Vreeland, “La vera eleganza è quella del pensiero.”
semplicemente grazie !!!