Honoré de Balzac for our times

Balzac scrive: “Per distinguere la nostra vita nel segno dell’eleganza, al giorno d’oggi non basta più quindi essere nobili…, ma è tuttavia necessaria quella indefinibile facoltà (forse lo spirito dei sensi) che ci fa scegliere sempre le cose belle e giuste per davvero, le cose che nell’insieme concordano con la nostra fisionomia, con il nostro destino. È un tatto finissimo, il cui solo esercizio costante permette di far scoprire subito i rapporti, di prevedere le conseguenze, d’indovinare il posto o la portata degli oggetti, delle parole, delle idee e delle persone…”. Non è che senza saperlo Balzac ha anticipato di più di un secolo il concetto di ‘cool hunting’?
Decontestualizzando e trovando il ponte con l’attualità, assolutamente sì, anticipa il concetto di cool hunting, però il discorso è da fare chiarendo un paio di cose. Una è che comunque la moda oramai è fatta (e spero che nessuno mi lincerà per questo) per essere effimera, per rigenerarsi di continuo, l’altra è che è usata e prodotta spesso per far apparire in modo anche troppo eccentrico. Balzac invece abita un’epoca in cui la qualità e la bellezza vengono vissute nel concetto di Eterno, quindi il “trasmettere poesia alle cose” di cui lui parla è legato agli abiti sartoriali, a artigiani che lavoravano le scarpe, gli ombrelli e altro. Si ricerca la Bellezza nel divenire, quella senza tempo. Cosa che non accade più a favore di una serializzazione del prodotto sartoriale e non, che si traduce in una bellezza figlia del tempo per masse che non risultano uniche, ma appunto masse. Inoltre per Balzac è la semplicità, il non mostrarsi, a essere essenziale per essere eleganti. Perciò se da una parte è un precursore, dall’altra è un oppositore del concetto odierno di moda e cool hunting. “L’uomo che nella moda non vede altro che la moda, è uno sciocco.” È riferita al dandysmo ma credo che sia una frase universale da stamparsi in mente.

Continua lo scrittore nel libro: “Ma, oggi, la moda non è più limitata al lusso della persona. Il lato materiale della vita, essendo stato oggetto del progresso generale, ha raggiunto uno sviluppo immenso. Non c’è uno solo dei nostri bisogni che non abbia fatto scrivere un’enciclopedia, e la nostra vita animale si ricongiunge all’universalità delle conoscenze umane. Così, dettando le leggi dell’eleganza, la moda abbraccia tutte le arti. È il principio del lavoro e dei prodotti. Non è forse il marchio che con il suo consenso unanime sigilla una scoperta o segna le invenzioni che arricchiscono il benessere dell’uomo? Non costituisce forse la ricompensa sempre lucrativa, l’omaggio riservato al genio? Accogliendo, segnalando il progresso, essa si mette davanti a tutti: fa le rivoluzioni in musica, lettere, disegno e architettura. E, un trattato della vita elegante, considerato come l’insieme dei principi incommutabili che devono indirizzare la manifestazione del nostro pensiero nella vita esteriore, è in un certo senso la metafisica delle cose”.
Scrivendo questo Balzac contraddice tutti quelli che negli anni hanno snobbato la moda, quelli che l’hanno additata come arte minore, ma anzi la eleva ad elemento culturale capace di rappresentare in qualche modo i cambiamenti di una società!
Qui possiamo scomodare un altro grande pensatore, il sociologo George Simmel che nel suo incredibile e unico “Moda e Metropoli” dice che “la moda non è altro che una delle tante forme di vita con le quali la tendenza all’uguaglianza sociale e quella alla differenziazione individuale e alla variazione si congiungono in un fare unitario”. Balzac ne parla abbondantemente, fondendo la moda con il portamento, con l’eleganza degli intenti e riportando però il discorso al passato. La domanda da farsi forse è: “Quanto la moda si è allontanata dall’eleganza e dalla cultura?”

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  1. ornella

    Grazie per aver catturato “nella Rete” l’Arte dell’Eleganza, in un post che ne celebra la sua vera essenza. Complimenti.

  2. Giangi

    Interessantissimo progetto, potrebbe essere uno dei miei futuri acquisti! Perchè come disse la grande Vreeland, “La vera eleganza è quella del pensiero.”