Ricami, applique e jaquard.
Dal mese corrente le collezioni uomo, donna e bambino di Burberry si animano di animali mitologici ispirati dalla letteratura e dall’arte medievale inglese.
Si chiama Burberry Beast il nuovo progetto moda messo in campo da Christopher Bailey, idea che pur strizzando l’occhio ai trend più in voga del momento, non rinuncia a “culturalizzare” anche ciò che nella coscienza collettiva viene spesso accolto come una mossa commerciale, nel solco della grande tradizione del grande amore della maison inglese per la cultura e la storia autoctona.
Così uccelli mitologici e animali fantastici di ogni sorta e lignaggio popolano le nuove collezioni Burberry, conferendo al rigore e alla linearità dello stile made in UK un’allure fresca e spensierata, documentando ancora una volta con successo come la tradizione possa essere una carta vincente per il successo nel presente: le bestie di Christopher Bailey appaiono su grandi borse ricamate, sui portamonete e sui portafogli, sui portachiavi, sui charms in pelle e sulle famose Mini Buckle Bag .
Nel rispetto di quel“ready to wear” di cui Burberry è stato precursore e promotore dall’alba di questi nuovi tempi, gli animali mitologici sono inoltre disponibili sotto forma di ricamo e applique su maglie, cappellini, sciarpe e sulle cravatte, completando così un assortimento equivalente a una vera e propria mini collezione dove l’accessorio diventa protagonista, regalando al pubblico non solo un’innovativa esperienza di moda, ma una vera e propria lezione di stile.
Impossibile, infine, non fare un cenno alla sostanza, a quella cura della materia prima che sempre di più distingue la vera moda dallo “svago estetico” passeggero: cuoio, vitello, cashmere, seta, garza di seta e twill i must di una nuova gamma prodotti destinata a lasciare un vero segno, se non nel clamore dell’idea, sicuramente nella capacità unica del marchio britannico di valorizzare quella cultura e quella storia che nel presente prendono forma di innovazione intelligente e dotta, in grado non solo di soddisfare una esigenza estetica, ma soprattutto di solleticare la ragione a ricercare, a capire, ad amare.
Nell’epoca degli “animali fantastici” e delle avventure mistiche, diamo dunque il benvenuto al “bestiario” di Burberry, dove uccelli, draghi e quadrupedi figli della fantasia dell’uomo che fu ci appaiono forse meno strani di quanto potremmo credere: in un mondo sempre più votato a una estetica istintiva e irrazionale, che non sia forse la fantasia armonica l’unica speranza di salvezza.