Il talento è un dono. Nessuno ne conosce l’essenza o l’origine, men che meno il motivo per cui viene regalo a taluno piuttosto che a un altro.
Il talento è come la prima volta che vedi l’alba sul mare: puoi solo riconoscere che c’è, esiste, non è stata creata ad arte da mani d’uomo ed è piena di straordinaria bellezza.
C’è però un dato, un corollario quasi esistenziale che lega il dono al ricevente, il talento al suo possessore: il talento senza coraggio rimane un dono inespresso, al fine inutile.
Così il talento diventa un compito, un’azione che viene come richiesta al suo padrone, quasi fosse un modo per renderne conto, per ringraziare.
Al talento e al coraggio Trussardi dedica la collezione uomo per l’autunno/inverno 2016 prendendo spunto dai famosi Buskers, gli artisti di strada abitanti le grandi metropoli mondiali, ragazzi che armati solo del proprio talento e del proprio coraggio scendono ogni giorno per strada suonando la loro musica, senza nessun tipo di barriera o protezione capace di schermarli o di salvaguardali dal spesso duro impatto con la realtà.
Trussardi incamera così lo spirito libero e il coraggio intrepido dei Buskers nel proprio stile, facendosi portavoce di una moda libera nella sua espressione così come nella sua essenza: il sartoriale della grande maison del levriero diventa così rivoluzione, inneggiando all’eccentricità e all’energia del rock – brit anni Settanta.
Le foto in bianco e nero di John Lennon, Jimmy Page, Paul Weller e Pete Townshend diventano stimoli che sulla stoffa si trasformano in tartan mixato a fantasie liberamente ispirate ai classici maschili: il Principe di Galles o il velluto a coste effetto tweed raccontano la possibilità di una libertà autentica pur nel rispetto delle proprie tradizionali origini, regalando all’outfit maschile la sensazione di una armonia inversa, ma irrimediabilmente affascinante.
La moda per Trussardi diventa uno strumento, spartito intonso su cui ognuno può scrivere la propria melodia: Gaia Trussardi irrompe nella scena della composta moda milanese inneggiando a uno stile libero, a tratti autarchico, ma straordinariamente aperto, accogliente, incapace di trovare nel talento o nell’arte una ragione di esclusione o fine.
La moda di Trussardi si apre così al nuovo, trovando nel coraggio del proprio talento la scintilla, la forza motivatrice e il desiderio di educare il sistema moda alla vera cultura della novità: quella lontana dallo scandalo, dall’esasperazione estetica o dall’anarchico esercizio del proprio limitato pensiero, ma piuttosto capace di valorizzare la bellezza delle cose vere, accogliendole nel proprio cuore.