Il mondo di Andrea Arrigoni

 

Ho scoperto Andrea Arrigoni grazie ad uno speciale di D, il settimanale di moda allegato a La Repubblica, di qualche settimana fa. Il giornale aveva chiesto ad alcuni illustratori di interpretare l’advertising di quel numero, fra gli altri anche Arrigoni. Subito mi ha colpito per l’immaginario pop, che cita gli anni sessanta e settanta, uno stile che in qualche modo lo avvicina a un mito come Jordi Labanda, pur rimanendo molto personale, elegante e stiloso, ma anche passionale e giocoso, assolutamente non freddo. Nel suo sito ho scoperto un curriculum che include lavori per nomi importanti, come illustratore e art director. Incuriosito l’ho cercato per fare con lui quattro chiacchiere. Ecco a voi il risultato.
Enjoy!  

 

 

 

 

L’illustrazione in passato aveva grande importanza nell’editoria, poi è stata superata dalla fotografia, ma negli ultimi quindici anni c’è stato un ritorno di questa forma d’arte anche nei magazine. A cosa pensi sia dovuto il nuovo amore per l’illustrazione?
Probabilmente alla creazione di nuove tecniche, a uno sguardo costante che il mondo dell’illustrazione ha verso qualsiasi settore, moda, musica, tv, fotografia al passato, con la capacità di attualizzarlo.
Chi a tuo avviso è stato un pioniere nel settore? E quali sono i tuoi punti di riferimento?
Per quanto mi riguarda, illustratori come Alain Grée, Olle Eksell, David Weidman e Miroslav Sasek. ma penso anche al graphic design olandese e scandinavo. Tra gli illustratori contemporanei seguo molto i lavori di Monsieur Z.
Come hai iniziato?
Lavorando in Swatch per tanti anni ho dovuto inventarmi stili diversi, sperimentare svariate direzioni artistiche cerando ispirazioni a 360° e alla fine credo di avere trovato una mia strada e un mio metodo espressivo.
Come potresti raccontare il tuo lavoro e il tuo stile?
E’ un lavoro creativo, ma sempre legato in qualche modo ad un traguardo commerciale, senza necessariamente sentirmi sminuito per questo. Il mio è uno stile, spero, contemporaneo, ma con evidenti riferimenti al passato.

 

 

 

 

 

Da dove arrivano gli input per le tue illustrazioni? Indubbio un certo amore per le decadi passate. Che cosa ti ispira di quegli anni? E in che modo pensi possano adattarsi alla contemporaneità?
Derivano da una mia memoria storica, dall’avere archiviato fisicamente e mentalmente migliaia di immagini, di colori, di forme che hanno incrociato i miei occhi in tutti questi anni. Gli anni 60 e 70 mi hanno sempre affascinato da quasi qualsiasi punto di vista. Dalla moda, alla musica, all’estetica generale di quei decenni. Sono decisamente più freddo nei confronti degli anni 80, forse perché li ho vissuti totalmente.
Quale lavoro ti rappresenta maggiormente? Quello che ti ha dato più soddisfazioni?
Sicuramente nei miei 20 anni per Swatch ho avuto numerose soddisfazioni, specialmente agli inizi, quando vedevo qualcuno con un orologio disegnato da me al polso era una grande emozione. Sicuramente la mia più recente collaborazione con D di Repubblica per il progetto "advertising remake" è stato un lavoro di cui sono molto orgoglioso.

 

 

 

 

Mi dici un sogno nel cassetto, qualcosa che desidereresti fare in futuro?
Come illustratore, mi piacerebbe collaborare nell’editoria, ma anche continuare al lavorare sul prodotto, qualsiasi possa essere, vestirlo, decorarlo. Dal punto di vista di vista dell’art graphic design vorrei collaborare con studi di architettura per corporate identities di ristoranti, hotels o teatri. E ovviamente diventare art director di aziende legate al lusso.

 

Per saperne di più sul lavoro di Arrigoni andate sul sito www.andreaarrigonidesign.com

 

Ritratto di Andrea Arrigoni

 

  1. Joji91 Rispondi

    Belle le illustrazioni… Qualche settimana fa stavo per comprare un libro attirato sopratutto per le illustrazioni =)

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