#ittassivuci: le borse con dentro una città

Il sentimento dellappartenenza è unessenza multiforme: nella sua purezza sa tramutarsi in una forza inarrestabile, che nutre lanimo mentre attraversa la mente per poi orientare i gesti, fino ad allestire un gioco serissimo di alchimie misteriose dove si pone a guida sicura dellistinto, lo prende per mano e lo dirige verso la retta via della realizzazione. 

Pay attention, please! Nessun intellettualismo vorticoso è implicato in tale riflessione, bensì è una chiave di lettura nata spontanea da questa occasione dincontro con una nuova realtà che alla moda appartiene per vocazione intensa, e che da una passione autentica plasma accessori che sono un racconto eccellente di un altro volto dellappartenenza: quella che si allaccia ai luoghi del cuore. 

Lindizio, come il sentimento, è già condensato nel nome del brand: #ittassivuci, compreso di quel cancelletto grafico che lo rende praticabile anche nelle piazze digitali dove si chiacchierano i nuovi linguaggi, è una parola che appartiene al dialetto palermitano, quindi non va semplicemente letta. 

Va ascoltata: con le orecchie abbandonate, ma propositive, nel mezzo di quel clamore vocale variegatissimo che popola il capoluogo siciliano, dove con i suoni dà voce agli stati danimo.
Anzi, 
butta voci: ma non al vento, bensì getta i pensieri fuori dal proprio guscio, li mescola agli altri cori vocali che percorrono le strade ed entrano nelle case, per lasciare che trovino il proprio posto nel mondo. 

Ci vuole una guida, invero, per comprendere subito leffetto che fa la scelta di un nome così, tratto dalla tradizione per ribattezzare una nuova collezione di borse che, come la città che raccontano, sono un vero e proprio pezzo di cuore: di chi? Voilà il secondo indizio che svelerà il valore grande di #ittassivuci declinato nel suo carosello di creazioni: Giuseppe di Rosalia, in collaborazione felice con Valentina Bellotti.

Luno è la mente, laltra le mani: Giuseppe, che la moda la vive e la interpreta da lungo tempo nonostante la giovinezza detà e che per i connoisseur del mondo fashionable è un nome noto e ammirevole, e Valentina che la moda la plasma con saggezza entusiasta secondo gli insegnamenti nobili del made in Italy.

Giuseppe e Valentina, dunque: palermitani di origine familiare e dappartenenza di cuore, hanno ideato #ittassivuci per racchiuderci dentro il racconto vivo della loro città, Palermo, le sue caratteristiche che tra storia antica e tipicità gastronomiche agganciano con un fascino unico i sensi di chi la vive da sempre, come di chi la conosce una volta e la serberà intatta nella memoria. 

Il modello di base, ça va sans dire, è un simbolo quotidiano e senza tempo della tradizione: U panaru, ovvero il cestino imprescindibile per le donne del sud. Rivisitato ad arte, è ora una borsa in pelle declinata in cinque varianti, pronta ad accogliere il racconto da cartolina dei luoghi deccellenza, la luce dei colori brillanti e la memoria delle squisitezze per il palato: Mercato del Capo- Amunì”, ispirata da un graffito trovato allinterno del celebre mercato; Zisa” in onore del quartiere arabo dove Giuseppe è cresciuto e dove si trova incastonato il castello costruito per Guglielmo I che ne ispira i colori;  Foto Italico” e la suggestione del lungomare più storico e affascinante della cittàForza Palermo” per celebrare linossidabile fede calcistica, e dulcis in fundo, nel vero gustoso senso della parola, Cannolo, la borsa color cialda con i dettagli che richiamano i colori della crema e della ciliegia candita.

Pronte per un viaggio siciliano con al braccio una #ittassivuci? Bene, allora: Amunì!

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