In un angolo di Parigi si scorge una bottega delle meraviglie.
Gli interni sono caldi, l’aspetto retró. Poi una strada: é lunga, scura, sembra proseguire verso un tramonto lontano.
Un prato fiorito e piccole margherite. Una spiaggia d’estate.
“Based on true life”, dice un disclaimer.
Le foto di ogni giorno reale sono quelle che si trovano sul sito online di Peter Non.
Un brand basato sulla vita vera, sugli aspetti che condividiamo quotidianamente: un bacio, un sorriso, Peter Non non è artificio.
È cieli grigi che scorgiamo tra i tetti nei giorni d’autunno, è la brezza che batte sulla nuca mentre il mare e gli amici riempiono le tue giornate.
Peter Non racconta queste storie e molte altre.
Le storie da cui trae ispirazione il Brand per le sue creazioni, che presenta nel promuovere l’esprimersi di ogni artista.
Come nella vita reale il prodotto ricopre un ruolo non certo secondario, ma complementare.
Ed è l’uomo, l’artista che emerge.
Il prodotto invece, la scarpa, è una ” non- scarpa”.
Non ha una collocazione o occasione d’uso, “non” ha funzione artificiosa.
Viene prodotta in un luogo magico, ma estremamente reale, ai piedi delle Dolomiti in un contesto di cura e rispetto per l’ambiente.
In tutto questo la collezione s/s 16, vista all’ultima edizione del White a Milano, si ispira al tema “Adaptation”.
Un processo mentale, fisico e sociale che porta ad accettare le diversità, ad accettare le novità in modo consapevole, come fossero risultato di un naturale fluire delle nostre vite.
Ed è così che i modelli della collezione assumono forme innovative, ma consapevoli di una continuità.
Il filo comune è il materiale italiano così come la lavorazione a mano.
Pelle vegetale, vernice e patchwork, crust forato a mano.
Vitello cerato e pelliccia naturale di capra Hircus, i materiali assumono le forme di scarpe, borse e sciarpe, unisex e collezione donna.
La descrizione di una scarpa Peter Non denota l’estrema accuratezza e ricercatezza dei materiali e delle tecniche adottate: la scarpa viene montata a mano su di un sottopiede anatomico in sughero e caucciù, le pelli cerate in cucina e poi lavate.
Leggere la composizione dei materiali di queste creazioni è come leggere una fiaba.
La zeppa Tail Blank, è un abbraccio che accarezza i piedi fino a salire vorticosamente alla caviglia con la foga di raggiungerla.
La pochette Arca, in pelliccia Kidassia, sembra un’opera d’arte, nel nero pece richiama il buio di una notte che si districa tra Pigalle e un prato di montagna che, agli occhi dell’oscurità, non ha che riflessi sconsiderati.
La bag 24hours Baby Pura, si adagia sugli avambracci, come un peso leggero che con ampia accoglienza, porta i pezzi delle nostre vite.
Le sciarpe Dandelion, come fasce di luce, cingono colli e spalle.
È il linguaggio di chi chiama la luce luce, e l’oscurità con il suo nome, quello di Peter Non. Jesus, Layer, Between, alcuni dei nomi delle creazioni.
Lo si può parlare negli show-room itineranti del Brand, tra Mosca, Tokyo e Parigi, nelle tante fiere a cui il marchio prende parte.
Lo si può vivere nell’adattamento quotidiano, nella continua evoluzione verso “osmosi tra la forma e la mente: ogni respiro è la certezza di essere vivi. Crescere nel profondo. Il mondo, sei tu”.