E se esistesse una bandiera comune a tutti noi, una bandiera simbolo di tutte le popolazioni del mondo, di qualsiasi religione o colore della pelle o ideale?
Questo è il concetto attorno al quale ruota la collezione autunno/inverno 16-17 di Francesca Liberatore, presentata durante l’ultima settimana della moda newyorkese.
Una bandiera, la sua, priva di colore e disegno, nella quale ognuno può riconoscere se stesso e appartenere a qualcosa, in un mondo unito.
Romana, classe 1983, Francesca non è solo una designer, ma una creativa al 100%, capace di racchiudere nelle sue collezioni un mondo, una storia, il suo personale concetto di femminilità.
I suoi capi dall’appeal urban e contemporaneo, mantengono quell’aria sofisticata e globale, in un perfetto mix tra vestibilità e avant-garde.
Le sue sono donne, infatti, che hanno qualcosa da dire attraverso i loro occhi.
Via dunque ad abiti e capispalla dalle linee fluide e forme bidimensionali, dove i volumi vengono espressi attraverso il movimento del corpo, donando alle creazioni equilibrio e dinamismo.
Le silhouette asimmetriche giocano con trasparenze dal forte impatto grafico, che puntano sull’accostamento del nero a tinte effetto nude.
I tessuti alternano sete pure e lane a materiali iper tecnici e nylon imbottiti, sperimentando su texture differenti.
Il nero, appunto, è il protagonista assoluto della collezione e della “bandiera” di Francesca, illuminato da tocchi di rosa carne.
In questo momento più che mai fermatevi un attimo e riflettete. E se esistesse, veramente, una bandiera dell’Umanità?
La moda ci sta riflettendo, grazie anche a creativi così bravi come Francesca, uno dei pochi nomi, se non l’unico, ad essere incluso nella schedule della New York Fashion Week!
Brava Francesca.