Qualcuno avrà forse storto il naso.
Altri, più guardinghi, avranno limitato la propria sorpresa disapprovazione simulando un cortese sorriso di circostanza.
Ma i tempi cambiano e con l’evolversi di pensiero e società anche il costume evolve, a buona pace di chi difendendosi in un conservatorismo bigotto, pensa di salvarsi, poi, da che cosa.
Anche le grandi maison scelgono, così, di traghettare la contemporaneità all’interno di confini inesplorati, alla ricerca di nuovi canali espressivi che siano in grado di dialogare validamente con il mondo.
Questo il caso di Pier Paolo Piccioli, saldo alla guida solitaria di maison Valentino dopo qualche anno di diarchia, lanciato più che mai in quell’ universo streetwear couture che incontra i gusti dei giovani di tutto il mondo, fetta di mercato corteggiata da tutti gli esponenti del lusso.
Così la collezione primavera/estate di Valentino per l’uomo si apre con successo alla logo mania: verde acido, rosa evidenziatore e camouflage, capisaldi di stile della maison, vengono letteralmente invasi dal logo, identità che evolve in status, attribuendo quel plusvalore sociale che diventa desiderio, sogno e azione, acquisto.
Così il neo logo VLTN campeggia a chiare lettere sulle silhouette urbane oversize e morbide, marchiate a varie dimensioni come pattern destinato a creare tendenza: bomber, trench, completi a giacca e pantalone, la logo mania esplode a tutto tondo, fino ad arrivare agli immancabili accessori must have come il marsupio, portato a tracolla.
Ali e piume, vezzo rubato alla grande sera, rivestono spalle, testa e talloni, regalando allo stile urban una dimensione couture propria fino ad oggi solo dell’alta moda: è una dichiarazione precisa, quella di Piccioli, a tutto il fashion system “la moda è vera solo quando parla di vita.
La bellezza va legata al tempo e l’elitarismo è frantumato”.
Esserci per essere, esplorando territori ignoti lasciandosi colpire, attraversare, per uscirne nuovi e arricchiti: un messaggio forte, quello della maison Valentino, pronta ad affrontare la contemporaneità scevra da ogni pregiudizio e forma di certezza.
Una proiezione, quella andata in scena qualche giorno fa a Parigi, che vuole guardare decisamente al futuro, senza nulla da difendere, ma piuttosto tutto da guadagnare.
Un atteggiamento deciso, che di cuore ci sentiamo di condividere, nella speranza che dia alla moda quella sferzata di coraggio di cui, da tanto tempo, sentiamo la mancanza.