Fioriscono dai pellami e dai cotoni. I fiori, le striature di una fauna inesplorata.
La botanica viene celebrata con un approccio naturalistico, come è giusto che sia, e iper professionale.
Il richiamo bucolico non è solo ispirazione, ma una vera e propria lettura dei codici, dove subentra l’architettura.
È la collezione Jamin Puech per la prossima stagione, dove lo stile di un’oggetto iconico come la borsa, viene interpretato seguendo lo stile di Blossfeldt, fotografo tedesco, in grado nei suoi lavori di creare punti di incontro tra arte e natura.
Una delle caratteristiche che contraddistingue la collezione è la varietà di modelli.
Ad un primo momento possono sembrare molto diversi tra loro, ma soffermandosi sulle loro trame e geometrie, l’associazione, il trait d’union è subito evidente: una fauna e una flora rigogliosa e destrutturata prende vita in una collezione di borse che copre una gamma di moltissime forme.
Questo significa che per scorgere la vera natura delle geometrie delle creazioni di Jamin Puech è necessario osservare con gli occhi di un fotografo, cogliendo il particolare, il poetico dettaglio per poi visionare l’immagine nel suo insieme: un caleidoscopio di fiori, motivi geometrici da interpretare, un camaleonte tessuto in rafia nei toni del green, il blu indaco proprio dei fiori e del piumaggio degli uccelli più rari.
E poi i materiali e le tecniche che le compongono e le dipingono: gli innumerevoli ricami, cuciti assieme come un patchwork, la sfumatura delle stampe, la rafia plasmata ad assumere le forme più insolite, il trattamento indaco tie &dye, la tintura indigo all’interno delle borse.
Le iridescenze di un coleottero rosa, gratificano la forma della tote, un bouquet color cioccolato spunta da una piccola borsa a secchiello.
La collezione primavera 2016 del brand è un incanto per gli occhi, dove arte e moda si sovrappongono.
Forma e materia, occhio critico e reinterpretazione: il mondo di Jamin Puech vale davvero un’esplorazione.
C’è il rischio che scoppi un amore eterno!