Linda again

Ho sempre amato il suo essere versatile e camaleontica, il suo cambiare d’immagine, la sua capacità d’interpretare un abito, di essere attrice nelle mani di uno stilista, non solo modella, ma interprete del mood di una collezione, plasmata dalle menti creative di uno Steven Meisel o di un Gianni Versace. Ricordo la prima volta che l’ho vista, uscire dalla sfilata di Dolce & Gabbana, con tante altre super-models, ricordo di aver pensato che se dovevo morire giovane, avrei voluto spirare in quel momento, almeno il mio cuore era felice, non avevo mai visto tanta bellezza, per quanto superficiale, sciocco, quasi tremendo ora mi appaia quel pensiero. Con il sottoscritto, fan alla caccia di uno scatto insieme, è sempre stata gentile e a me bastava un suo sguardo. Quella volta che le dissi che per me era grande e mi rispose che anch’io lo ero, decisamente migliorò il mio ego di studente svogliato, sovrappeso e nerd, mentre adesso, a distanza di anni, guardo quello Stefano con tenerezza e-forse-un po’ di sufficienza, come si considera un bambino petulante e capriccioso. Però, quando-come succede ora-mi capita di trovare per caso vecchie foto, queste sono di una campagna Kenar scattata da Meisel, non posso fare a meno di ripensare alla passione che avevo, all’energia che la animava, ai sogni che la muovevano, non posso non farmi cogliere da un pizzico di nostalgia e malinconia. Lo Stefano nerd c’è ancora, la passione anche, ma è stata stemperata dalla consapevolezza che i sogni si devono pagare cari, che bisogna faticare molto, che nulla ti viene regalato. Sì, riguardo queste foto con un po’ di tristezza. Capita a tutti quando s’invecchia, no?