Si può essere mai abbastanza avvezzi al grado di sorpresa che la creatività diffusa, quella che viaggia libera tra gli stimoli che la stuzzicano variegati, più o meno concreti o surreali, ma pur sempre inaspettati: ecco, insomma, si diceva, si può mai abbassare la soglia di guardia dell’effetto sorpresa nei confronti di quel che, in questo nostro squisito caso, la moda creativa può offrire? In un eccezionale slancio bonario, lascio qui un suggerimento accorato e conciso: assolutamente no, non si può!
La ragione di tale affermazione rigorosa ed entusiasta è presto detta, anzi raccolta in un nome e nel titolo della sua più nota collezione: il nome è Marit Ilison, ideatrice sognante eppur assai concreta della collezione a/i 2016-17 “Longing for Sleep”!
Conoscere la natura identitaria e professionale di Marit Ilison e con essa immergersi nel carosello di creazioni dedicate alla corrente stagione fredda è un po’ come avere tra le mani una matrioska da sciorinare in tutte le sue unità: riferimento evocativo che per un gioco delle coincidenze sfiora assai anche la realtà, perché tanto la biografia di Marit quanto quella di “Longing For Sleep” sono un racconto, con dentro un racconto, che rivela al suo interno un altro racconto, con dentro un … in un loop di grande fascino in cui è cosa buona e giusta immergersi subito.
Che s’inizi da lei, un solo nome che intreccia varie definizioni che si fondono e s’ibridano magnificamente: Marit Ilison è fashion designer, ça va sans dire, ma anche artista multidisciplinare con predilezione per il gesto concettuale che attraversa ogni sua espressione creativa, abbia essa la forma della moda o quella del design, che sia performance musicale o teatrale, che sia un’installazione o un’esperienza sensoriale.
La regola fondamentale per Marit risiede infatti nell’offrire sensazioni tangibili, quelle che vanno oltre la pelle e toccano le emozioni così da essere serbate a lungo.
Nella sua origine estone tanto quanto nella sua vocazione alle sensazioni da regalare risiede l’origine della collezione “Longing For Sleep”: ovvero quelli che sì son cappotti, ma la cui materia prima calda e rara appartiene a coperte sovietiche vintage e la cui essenza è legata al sogno, mentre il nome si allaccia alla letteratura di quelle terre fredde nel clima ma ricche nella cultura, ovvero al racconto di Anton Čechov del 1888 intitolato “La voglia di dormire”.
Coperte, per l’appunto: proprio quelle in cui noi tutti desideriamo rimanere accoccolati nelle fredde mattine invernali, quelle di cui non vogliamo sciogliere l’abbraccio mentre ci cullano i sogni, quelle in cui la stessa Mariti Ilison e chi come lei abita i luoghi immersi nei “kaamos”, un termine estone e finlandese che narra i lunghi mesi da novembre a gennaio dove la luce del giorno si fa rara e lascia spazio al buio, vorrebbe restare.
Ma non coperte qualsiasi: quelle che danno forma ai cappotti e giacconi asciutti nella forma ma ricchi nella sostanza e variopinti con saggezza sulla superficie risalgono all’Unione Sovietica degli anni ’70 e ’80, quando erano un oggetto posseduto da ogni famiglia, importante nel suo materiale (prima vello di cammello, poi lana d’agnello) tanto da diventar anche dono di nozze, e per questo, intessuto di memorie e nostalgia così da legarsi anche alla poetica del sentimento che Marit Ilison inserisce con cura in ogni sua opera.
E il sogno? C’è, non abbiate timore: va ricercato all’interno dei revers dei cappotti, basta seguire la scia di bagliori dei cristalli Swarovski applicati a mano, quella stessa mano che confeziona i capospalla uno ad uno.