Matthew Stephen Herrick, protagonista della nuova serie televisiva "DTLA", fotografato in esclusiva per lepilloledistefano da Richard Gerst

Conoscevo già Matthew come attore e anche come modello, grazie ai molti suoi scatti che girano sul web. Ma quando l’amico Richard Gerst, il cui lavoro ormai avete imparato a conoscere bene grazie anche a questo blog, mi ha raccontato di averlo fotografato e del coinvolgimento di Matthew Stephen Herrick in una nuova serie televisiva ho pensato fosse il momento giusto per farci una chiacchierata! E il momento è quello giusto davvero, perché “DTLA”, ovvero “downtown Los Angeles”, dopo molti anni riporta sugli schermi, per ora al di là dell’oceano, tematiche GLBT, dopo i fasti di serie come “Queer as folk” e “The L Word”, viste anche in Italia. E, pur non essendo ancora andato in onda, si sta già parlando molto di questo show incentrato sulla vita di un gruppo di amici, ma in particolare di due personaggi, uno dei quali interpretato proprio da Matthew. In questa intervista l’attore si rivela pieno di cose da raccontare e ci apre le porte del set di “DTLA-The Series”, in anteprima.

Eccovi il nostro incontro e, ovviamente le bellissime foto che Richard Gerst ha scattato, in esclusiva per lepilloledistefano!

I already knew Matthew as an actor and also as a model, thanks to many of his pictures running on the web. But when common friend Richard Gerst, whose work now you have come to know well thanks also to this blog, told me that he had taken new pictures of him and also the involvement of Matthew Stephen Herrick in a new television series I thought it was the right time to interview him! And the time is really the best I could find, because “DTLA”,  which stands for “downtown Los Angeles,” after many years brings back to the small screen, for now only in televisions across the ocean, but in a future hopefully worldwide, GLBT issues, after the popularity of series like “Queer as Folk” and “The L Word”, also seen in the past in Italy. And, although not yet aired, there is already a lot of buzz around this show, which focus on the lives of a group of seven friends, but in particular on two characters, one of which is played by Matthew. In this interview the actor turns out to be full of very interesting things to tell and opens the doors of the set of “DTLA-The Series” for us!

Here is our meeting, and of course the beautiful photos that supertalented Richard Gerst has taken of him, an exclusive of lepilloledistefano!

Cominciamo da te e dalla tua storia. Raccontaci dove sei cresciuto e qual è stato il percorso che ti ha portato a scegliere di diventare un attore? Recitare è qualcosa che hai sempre voluto fare?
Sono cresciuto in un piccolo sobborgo al di fuori di Philadelphia, in Pennsylvania. Ero uno di otto figli – 6 maschi e 2 femmine. Una educazione cattolica con 12 anni di scuola privata. Vivevo in una piccola città dove tutti in fondo sapevamo tutto degli altri. Durante gli anni della scuola ho sempre partecipato a talent show e spettacoli teatrali. Non ho mai pensato alla recitazione come a qualcosa che avrei potuto perseguire come carriera. Era solo qualcosa di cui mi piaceva far parte da bambino. È stato quando avevo 12 anni (durante il 7th grade nel testo originale, ndr) che ho fatto l’audizione per l’annuale ‘Passion Play’ (la rappresentazione in cui si inscena la Passione di Cristo, ndr) che la nostra scuola stava preparando. Mi ricordo il passaggio attraverso l’intero processo – il provino e quando il giorno seguente ci fu detto che parte avevamo ottenuto. Abbiamo avuto prove un paio di volte alla settimana per alcuni mesi prima dello spettacolo finale di due serate consecutive. Mi ricordo di quando i riflettori mi hanno colpito e quell’ondata di eccitazione e adrenalina che ha acceso qualcosa dentro di me. Sapevo che era quello che volevo continuare a fare. I miei genitori hanno più o meno riso quando ho detto loro che dopo il diploma sarei andato a Los Angeles per diventare un attore, non credo che realmente pensassero che io fossi serio in questa mia intenzione. Poi subito dopo il diploma mi ritrovo diciassettenne in macchina per Santa Monica in cerca di un posto dove vivere. La promessa ai miei genitori era che sarei andato a scuola e che avrei esplorato anche altre opzioni oltre alla recitazione. Quella dell’intrattenimento non è l’industria più facile in cui entrare. Credo che alla fine mi sia reso conto che l’unica cosa che mi rendeva veramente felice ed entusiasta di quello che stavo facendo era esibirmi e recitare. I fallimenti, le porte che si chiudevano e quelli che si aprivano, tutto questo mi eccitava. Strano, ma mi piacciono questi aspetti del mio lavoro, perché non sai mai cosa può succedere.
Che ricordi hai della tua vita di fronte alla telecamera e su un set? Il ruolo che fino ad ora hai preferito?
Degli inizi mi ricordo un sacco di non sapere cosa diavolo stessi facendo! Ero un po’ buttato nel mix alla cieca e avevo questa sensazione che o avrei imparato a nuotare o sarei annegato! Hai solo bisogno di capire, prestare attenzione e imparare come si procede in avanti. Il primo vero lavoro che ho ottenuto è stato quando sono stato preso per il video musicale di un’artista di nome Jade Samantha. Stava girando un videoclip per il film “Step Up”. Avrei dovuto essere solo un extra e dare un’occhiata ad un vero e proprio set era tutto quello che avevo programmato nella mia testa. Sono arrivato presto e mi hanno confuso per uno dei ballerini e dopo aver spiegato loro che ero solo un extra, uno dei produttori mi ha portato dal direttore per darmi una parte diversa. Era il ruolo di un commesso in un negozio, avrei dovuto interagire e flirtare con le ballerine. Ho finito per sostituire il tizio che aveva fatto un provino per la parte, mi hanno portato di gran volata al guardaroba e a farmi truccare, non avevo idea di cosa stesse succedendo, ma ho assecondato tutto. Mi ricordo solo le luci accecanti, i macchinari di produzione e tutte le persone che lavoravano intorno a questa artista. Da bambino sono cresciuto guardando tutti i film di gangster come “Scarface”, “Il Padrino” o “Arancia Meccanica” e cose di questo genere. Mio padre viaggiava molto per lavoro e mia mamma rimaneva a casa con noi bambini. Ricordo che sgattaiolavo nel letto con lei la domenica per guardare i film. Queste pellicole mi hanno sempre entusiasmato molto. Probabilmente non i film più adatti per un ragazzino della mia età, ma comunque è quello che ho visto crescendo. Ricordo in maniera molto vivida quelle storie e di come rimanessi affascinato da questo tipo di personaggi. La complessità di chi fossero queste persone – con tutti i loro difetti e le loro lotte interiori. Credo di essere sempre stato attratto dai ‘cattivi’ nelle storie perché hanno molto di più di quello che vediamo in superficie.

Dopo “Queer as folk” e “The L word”, “DTLA” è la prima serie televisiva con tematiche GLBT di cui la gente sta davvero parlando un sacco. Mi spieghi perché è avvenuto questo? Cosa sta incuriosendo le persone del vostro lavoro?
Penso che la gente sia entusiasta dello show perché ha messo personaggi gay di nuovo sotto i riflettori e come protagonisti principali. Qui negli Stati Uniti la comunità GLBT si batte per l’uguaglianza e l’accettazione. è diventato un movimento per i diritti civili in molti aspetti. “DTLA” si concentra sulle persone in primo luogo – le loro lotte, i trionfi, le prove e le tribolazioni. Il fatto che siano gay diventa qualcosa di secondario. La sessualità non definisce chi sei come individuo. “DTLA” è una voce per la comunità GLBT. Racconta che stiamo vivendo le nostre vite in maniera non diversa da chiunque altro. Penso che la veridicità dello show, l’essere reale e con tematiche condivisibili, consentirà a molte persone, gay o etero, di trovare qualcosa di se stesse in almeno uno di questi personaggi.
Raccontaci di “DTLA” in generale. Per esempio: ci parli del tuo personaggio? Cosa ti ha attratto di questo ruolo? Quali tuoi aspetti possiamo trovare in lui?
“DTLA” racconta di 7 amici che vivono nel centro di Los Angeles, di diverse tipologie razziali e orientamenti sessuali. Si concentra attorno al mio personaggio ‘Bryan’ e a ‘Lenny’ (interpretato da Darryl Stephens) e di come la fine del loro rapporto sia vissuto dal gruppo di amici che li circonda. Ci sono diversi tipi di persone che entrano ed escono dalla vita di questi personaggi, che inavvertitamente scatenano situazioni e influenzano singole persone in molti modi diversi. È una storia che parla di dipendenze, fedeltà, amore, amicizia e di come le decisioni della vita abbiano sempre una causa e un effetto, buono o cattivo che sia. In superficie il mio personaggio Bryan è uno spirito libero, sempre un po’ ‘fatto’, ma in realtà la sua situazione sta cadendo a pezzi. È senza lavoro e questo mina la sua autostima, creando molte incertezze. Sta lottando per trovare se stesso. Vedo molto di me in Bryan. Le insicurezze, la vergogna e l’imbarazzo nei confronti dei propri fallimenti, penso che ognuno di noi ad un certo punto della sua vita abbia provato questi sentimenti. L’impossibilità di rivolgerti e chiedere aiuto alle persone che ami per paura di come ti percepiranno dopo.

Se non sbaglio la serie ha una distribuzione in Canada, ma stanno raggiungendo accordi per una distribuzione anche negli Stati Uniti. Quale pensi sarà il futuro di “DTLA”?
Sì, OutTv Canada ha preso la serie e sono in trattative con diversi paesi per trasmetterla in altre parti del mondo, tra cui il Regno Unito, la Germania e la Francia. Qui negli Stati Uniti i nostri produttori annunceranno la rete che manderà in onda la serie a fine mese. Diverse società hanno fatto offerte per cercare di trasmettere “DTLA” questa estate o nell’autunno 2012. Tutto questo è molto eccitante.
Posso chiederti come erano i rapporti fra voi attori? Lavorare su un set come questo può trasformare chi ci lavora in una sorta di piccola famiglia? Hai fatto amicizia con altri esponenti del cast?
Siamo tutti arrivati in questo show come estranei, eravamo lì per fare un lavoro e lo abbiamo finito che eravamo davvero diventati come una famiglia. Le persone in questo cast sono ora ottime amiche. Siamo andati tutti d’accordo. Abbiamo lottato insieme, lavorato per lunghe ore, iniziato con il piccolo sogno di quello che questa storia poteva diventare e visto la trasformazione in quello che è ora. Alcuni di noi sono rimasti legati a questo progetto per quasi due anni. Mi sveglio la mattina non vedendo l’ora di arrivare sul set, ci divertiamo come i matti e ci sosteniamo a vicenda. Larry Kennar, il creatore della serie, in realtà ha dato a tutti noi una grande opportunità con questo spettacolo. Ci ha permesso di lavorare in modo collaborativo e sviluppare i nostri personaggi, esplorare diverse direzioni per metterli in mostra e farli venir fuori. Sono estremamente grato a Larry per tutto quello che ha fatto. Mi ha dato l’importante occasione di lavorare su un progetto del quale sono ora così fiero e felice di condividere con il mondo.
Raccontaci qualcosa invece del tuo lavoro con Richard Gerst? E come ti senti a posare come modello rispetto all’essere un attore, quali sono le principali differenze in questi due diversi tipi di set?
Conosco Richard da alcuni anni ormai. Inizialmente abbiamo collaborato per una foto ispirata allo stile ‘matador’, quando ero a New York. È ancora il mio scatto preferito in assoluto. Quello che mi piace di Richard è semplicemente quanto sia facile lavorare con lui. I suoi set hanno sempre un’atmosfera rilassante. Adoro il fatto che Richard ti permetta di fare su un set quello che vuoi, che ti lasci libero, ma è capace di darti una direttiva quando necessario. Non ci sono restrizioni. Durante il lavoro è in grado di ricevere molti input ispirativi, questo porta a qualcosa nel prodotto finale che non avevamo preventivato all’inizio. Lui è un perfezionista come me e ill suo lavoro parla da sé. La mia prima passione è sempre stata la recitazione, fare il modello è stata un’avventura casuale. Quando si recita si arriva a sviluppare continuamente personaggi e storie, mentre quando fai il modello crei un momento molto limitato nel tempo. Sono entrambi bei modi di esprimere se stessi, ma la mia vera passione è recitare sullo schermo.

Considerando che tu sei una figura conosciuta e seguita dal web, che rapporto hai con internet?
Niente è veramente cambiato per me da questo punto di vista. Continuo a fare le cose che facevo prima e tiro avanti come sempre. So solo però che devo stare lontano dal leggere qualsiasi cosa su di me. Ho solo bisogno di concentrarmi sul lavoro e sulla mia carriera.
Il mio blog parla prevalentemente di stile, posso chiederti qual è il tuo rapporto con la moda? Quali sono i tuoi stilisti preferiti e cosa c’è nel tuo armadio?
Quando ero un ragazzino mia madre era davvero molto interessata allo stile e alla moda. Se si guardano le foto di quando ero più giovane, indossavo sempre qualcosa di incredibilmente stiloso, anche se avevo solo 3 anni. Indossavamo sempre bretelle, papillon, stringate classiche a due colori e così via. A mia mamma piaceva molto lo stile europeo. Da adulto ho scelto un look più semplice. In fondo sono sempre stato un ragazzo in jeans e maglietta. ‘Less is more’ è un po’ il mio motto. Mi piacciono le linee pulite, le tonalità calde e amo moltissimo le giacche. Ho questo bomber di pelle comprato a Lucca, quando ero in Italia qualche anno fa, che indosso sempre. Zara ha cappotti fantastici, con questo mood militaresco che apprezzo. Basta che mi metta una bella giacca con una T-shirt, un paio di jeans e di scarpe belle,  per cambiare completamente il mio look e lo stile di quello che sto indossando. Adoro Tom Ford, i colori che usa e gli abiti su misura, trasmette questo senso di forza e mascolinità. Uno stile ben preciso legato all’estetica del brand, ma in maniera mai troppo dura, rilassata.
Puoi dirci qualcosa sui tuoi progetti per il futuro?
Per essere onesti, io non sono realmente sicuro di cosa accadrà nel mio futuro. Credo che il tempo potrà definire meglio come la mia carriera potrà proseguire. Sto solo godendo tutto quello che mi sta succedendo in questo momento preciso e tutto ciò che ha da offrire. Speriamo che questo rappresenti l’apertura di altre porte per me, che mi consentano di progredire come attore.

On page two the english version of the interview and some other (and more intimate) pics of Matthew by Richard Gerst

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  1. Richard Gerst Rispondi

    Love this Stefano! Herrick, DTLA Team in Los Angeles & myself all thank you for a Super Story! 😉

  2. Gianni Rispondi

    Una lettura piacevole, interessante che ha messo in luce un personaggio meraviglioso come Matthew. Complimenti quindi per questo articolo e per le foto davvero fantastiche. Come sempre un ottimo lavoto! bravo Stefano!

  3. Giangi Rispondi

    Forse i belli non sono poi proprio tutti così sciocchi, o forse Matthew Stephen Herrick è l’eccezione che conferma la regola. In ogni caso un personaggio squisito, gradevole ma soprattutto intelligente, che ha preso una decisione coraggiosa (potrebbe non sembrarlo, ma fidatevi, nonostante siamo nel 2012 lo é) cioè di parlare indirettamente dei diritti degli omosessuali. Non poteva che sorprenderci positivamente e tu Stefano non potevi che strapparci un’ennesimo sorriso di approvazione. <3

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