Forma, colore, distorsione: la plastica è, forse, la materia più duttile e plasmabile.
Capace di dar vita a un’innumerevole quantità di prodotti, è così versatile al punto di essere la sostanza con cui si ha più a che fare nella quotidianità.
Senza che ce ne rendiamo conto, regna sovrana nell’infinito universo degli oggetti: bottiglie, televisioni, telefoni, ma anche bijoux, abiti, borse e scarpe.
Incredibile pensare come il più povero dei materiali sia diventato, negli anni, protagonista di sfilate e mutato in creazioni di design.
Melissa ha fatto di questo concetto una filosofia e, dagli anni ’80, ha collaborato con diversi personaggi della moda e dell’arte, a partire da Jean Paul Gaultier a Thierry Mugler, da Zaha Hadid a Vivienne Westwood, e, ammettiamolo, le scarpe super pop della collezione Vivienne Westwood Anglomania + Melissa, ad esempio, le abbiamo amate un po’ tutti.
Fino ad arrivare, negli ultimi tempi, a creare una capsule collection con Karl Largerfeld.
Il brand, quest’anno, spegne la 35esima candelina e per celebrare questo importante evento organizza la mostra MOVE! Plasticity, che si tiene in questi giorni e solo fino al 10 novembre al Bienal de São Paulo Lounge, in cui arte e moda entrano in sinergia grazie all’elaborazione di installazioni che, attraverso l’uso della plastica, esplorano temi quali la creatività, l’identità e il movimento.
Diretta da Antonio Hausler e curata da Cecilia Dean e David Colman, l’esibizione presenta le opere di cinque artisti di fama internazionale: Eli Sudbrack, Ryan McNamara, Valeska Soares, Rob Pruitt e Rimon Guimarães.
I curatori della mostra dichiarano: “Troviamo sia importante porre l’universo di arte, moda e accessori in un contatto più diretto con le persone e, attraverso questo dialogo, dare energia al rapporto con il pubblico.
Lo scopo di MOVE! Plasticity è dare a tutti la possibilità di vivere attraverso il processo creativo e partecipare attivamente al rapporto vitale tra moda e arte, senza ancoraggio a nozioni pre-stabilite”.