Quante sfaccettature ha l’unicità?
Chiedetelo a Remo Ruffini, ovvero chiedetelo alla mente di Moncler: vi risponderà che l’unicità è il cuore pulsante di un organismo potente, eppur dotato di cura meticolosa verso i gusti innumerevoli del pubblico che desidera i suoi celebri piumini.
Vi dirà che l’unicità può frammentarsi per far fluire meglio la creatività: linfa vitale di ogni progetto che diventa non solo un prodotto, ma uno stile di vita ancorato per passione e praticità all’esistenza delle persone.
Vi risponderà che in questo momento, una sola fonte di creatività non basta: ce ne vogliono otto.
Otto selezionatissimi animi talentuosi son necessari a Moncler per dare forma mutevole alla sua unicità: che prende il nome di Moncler Genius, e assume la forma concreta di un building sorprendente che mentre inaugurava se stesso, inaugurava anche l’apertura della settimana della moda milanese.
Ma non solo: dopotutto, un’introduzione del genere non può mica risolversi in un luogo.
Eh no, questo è il Moncler Genius Building: che al suo interno, come fosse uno squisito gioco di scatole cinesi, contiene otto stanze che, in realtà sono otto mondi sospesi tra realtà e immaginazione creativa pregiata. Geniale, nevvero?
Sì, lo è: dopotutto una maison come Moncler che dopo 67 anni di successi decide di abbracciare quel che del futuro si è già fuso nel nostro presente, beh, di genialità ne ha assai, bisogna riconoscerlo.
Or dunque: benvenuti in un universo dove molteplicità ed unicità sono le facce di una medaglia essenziale, il piumino Moncler!
Ed è solo entrando in ogni singolo mondo degli otto che compongono il nuovo corso stilistico di Moncler che ci si può immergere in questa nuova dimensione fatta di tradizione eccellente e innovazione del pensiero, oltre che della pratica strumentale: andiamo!
L’ordine in cui è stata concepita e presentata la struttura del Genius Buiding non ha nulla di gerarchico, ma solo di inclusivo: il primo incontro è con Pierpaolo Piccioli, che del classico piumino Moncler ha maneggiato la materia per raggiungerne l’essenza pura, che nelle sue mani d’artista sartoriale è stata rielaborata ed infusa dell’impeccabile impronta di sofisticatezza couture; poi viene Moncler 1952, l’omaggio alle radici del brand e alla sua abilità ad evolversi assieme alla società, mostrando oggi la sua faccia pop con macro logo a contrasto; cui segue Grenoble, la linea che è la dimostrazione di come il piumino possa allacciare la performance tecnica all’estetica unica, quella funzionalità versatile che lo rende ideale tanto in alta montagna quanto tra le vie eleganti di città.
La serie d’incontri prosegue con i talenti più ricercati del fashion design attuale: innanzitutto Simone Rocha, che dal suo mondo di poesia femminile brillantemente decostruita ha declinato il piumino secondo una storia di femminilità pragmatica eppur delicata, ispirata alle immagini di audaci scalatrici d’epoca vittoriana in sottoveste; dalla poesia leggera alla scenografia concettuale più audace del menswear maschile attuale, quella firmata Craig Green; e ancora il gesto design di Kei Ninomiya, che declina il piumino in moduli geometrici fino a farlo divenire una maglia.
E poi giunge la sferzata design firmata Hiroshi Fujiwara, che nel piumino infila la sottigliezza culturale metropolitana, lo fa camminare per strade urbane indosso a chi ama anche il lifestyle outdoor: ed infine arriva la forza della comunicazione virale firmata Palm Angles, dove il piumino Moncler diventa un vero messaggio di coolness.
Benvenuti, dunque, nella “Repubblica dell’immaginazione” fondata da Moncler!