Abbandonate ogni speranza di perfezionismo ed estetica massificata, o voi che state per entrare nel mondo creativo squisitamente unico firmato Neith Nyer, e costruito dal suo fondatore Francisco Terra!
Piuttosto, impugnate il desiderio di divertimento, aprite lo sguardo per ascoltare racconti che non troverete altrove, dato che provengono dalle pagine di un diario personalissimo, quello della sua propria esperienza di vita, e che vengono di volta in volta tradotti in abiti che non sono solo creazioni di stoffa e dettagli, ma vere e proprie rievocazioni e riflessioni da indossare.
Ad essere precisi, il brand Neith Nyer viene per l’appunto definito come “fashion statement luxury brand”: una definizione che è tutto un programma, e una vera definizione d’intenti.
Nel senso letterale della parola: dato che Francisco Terra fonda il suo marchio nel 2015 con un intento ben preciso: fare moda per raccontare le proprie storie, personali e per questo uniche, e tradurle in capi che nella forma prendono ispirazione da quell’estetica che, senza troppa grazia né mezzi termini, viene dichiarata kitsch, o volendo anche trash, e rielaborarla con l’eccellenza del gesto sartoriale e della qualità dei materiali della couture.
Una vera e propria crasi, insomma: tra lo street style delle sottoculture mescolate tra loro, e l’universo luxury!
Immergersi nel mondo Neith Nyer vuol dunque dure prendere parte ad un’esplorazione costante, intensa e divertita: significa addentrarsi in un territorio dove i confini tra volgarità ed eleganza vengono sfumati appositamente, ed il cattivo gusto non è più un motivo per arricciare con fare nob il nasino, bensì viene abbraccito per indagare la necessità di libertà d’espressione personale che passa anche, e tantissimo, attraverso l’abbigliamento.
A proposito della traccia autobiografica da cui tutto nasce, il brand Neith Nyer prende il nome da una delle nonne materne di Francisco Terra: coloro che, per via del loro mestiere di cucitrici, hanno tenuto a battesimo il suo desiderio di fare moda sin da quando era bambino, e lo hanno guidato nell’assemblare abiti per raccontare storie, possibilmente ambientate in quella periferia folkloristica e preziosa del Brasile da cui il designer proviene.
La collezione a/i 2018-19 è dunque una nuova storia tratta dalle pagine del diario di vita di Francisco Terra: stavolta le rimembranze corrono indietro verso l’infanzia, quando i suoi genitori partecipavano alla Bad Taste Ball season, e il piccolo Francisco Terra rimasto a casa mescolava il suo modo d’immaginarli alle fantasticherie offerte dai film e cartoni animati che nel frattempo assorbiva dalla tv, tipo “La storia infinita” o “La Sirenetta“.
Che cos’è la Bad Taste Ball season? Presto detto: nulla a che vedere con i costumi di Carnevale, ma una vera e propria performance dell’arte del cattivo gusto applicato alla moda, dove vinceva chi aveva il maggior talento di osare con quantità spropositate di balze e ruche, e di mixare la palette più strabordante di colori.
Un elogio dell’eccesso che diventa il leit-motif della collezione appositamente intitolata con una domanda squisitamente aperta, e dunque affatto retorica: “cos’è il cattivo gusto?”.
La risposta sartoriale, artistica e a suo modo sociologica di Neith Nyer è una carrellata di silhouette ricavate dall’assemblaggio impunturato dei lembi dei capi, dalla distribuzione ricca di balze e ruche, di geometrie dei volumi gonfiate appositamente per essere decostruite, dalla quantità assai generosa di velluti pesanti e sete lucenti, dall’accoppiata di lane pesanti maschili e flash di rosa vivace, dall’appaiata di motivi stampati azzardati e dalla rievocazione di quelle citazioni scritte tipiche delle felpe kitsch che qui, riposizionate, diventano una sorta di gesto poetico.
E dato che, secondo Francisco Terra, la moda è una potente forma d’arte, anche in questa collezione proseguono le sue collaborazioni artistiche: con Mathias Garcia per la serie di stampe esclusive che dipingono un bestiario immaginifico, con Zeferino per le scarpe che sono uno specchio della collezione, e con Florence Tetier per i bijoux che adornano il volto con eccentriche creature marine.