New designers: Michele Chiocciolini (intervistato da me e con foto in esclusiva di male®)

Il suo Atelier di Via del Fico a Firenze è ricavato da un’ex scuderia che conserva le antiche volte intonacate d’azzurro nell’800 e si apre alla luce naturale con una piccola corte interna. Ha aperto al pubblico lo scorso 18 settembre, come spazio per eventi, grazie ad un’ampia area espositiva, ma è anche un laboratorio dedicato alla creazione e uno studio per il disegno. Michele Chiocciolini fra la metropoli New York che lo ha segnato e la terra delle sue origini, dove è nato trent’anni fa, ha scelto questa per raccontarsi e aprire il suo mondo agli altri, lo ha fatto lo scorso settembre in occasione della Vogue Fashion’s Night Out del capoluogo toscano, presentando una mini collezione esclusiva di borse totalmente realizzate in Toscana, con pellami rosso veneziano, blu navy e bianco ottico lavorati a Santa Croce sull’Arno (Pisa) e assemblati in un laboratorio fiorentino. Il nostro inviato speciale male® è andato per noi nell’atelier del designer, facendoci scoprire con le sue fantastiche fotografie, e come è suo solito, dettagli della location e delle proposte di Chiocciolini, che poi io ho intervistato per voi. Ne risulta un ritratto intenso e appassionato di un creativo con studi di architettura alle spalle, da sempre attento all’interior design, che ha iniziato a disegnare oggetti d’arredamento per poi passare all’abbigliamento e agli accessori. Una vera scoperta, che condivido con voi, grazie a questo ‘botta e risposta’.

Conosciamo Michele Chiocciolini.

Come sei arrivato alla moda e quando hai deciso di farne una professione?
La moda è sempre stato uno dei miei maggiori interessi. L’attenzione e la curiosità rivolta a tutto ciò che sono tessuti, colori, stravaganze ed eleganze è un mio ricordo molto lontano. Ogni luogo che frequentavo sin da piccolo per qualsiasi scopo (sport, scuola, amici, ecc…) era un luogo di analisi di ciò che mi stava intorno e ti posso assicurare che com’era vestita la nonna di un mio amico alle volte era più interessante del Monopoli o dei trenini che stavano per terra sul tappeto del salotto.Penso che certa curiosità sia innata, almeno per quanto mi riguarda.

Ci parli delle tue creazioni e del tuo stile?
Le mie creazioni adesso vertono a vestire una donna contemporanea che ha deciso di smaterializzare il vestito in qualcosa formato da singole parti che vanno a costituire un’insieme; un’armonia che deve coprire il corpo in modo primordiale con uno sguardo al futuro e che al tempo stesso richiama grafismi di una New York anni ottanta.

Citi, presentandoti nel tuo sito, Yves Saint Laurent e Antonio Marras, come due figure di riferimento. In cosa ti senti affine al loro lavoro? Perché questi due personaggi ti hanno segnato?
Yves è il Maestro, l’innovazione e l’eleganza… è il genio; colui che ha osato prima di tutti. Marras mi stupisce moltissimo per il suo attaccamento alla tradizione, alla terra di origine, cose molto importanti anche per me. Oltretutto adoro il suo modo fuori dagli schemi di approcciarsi al lavoro… la grafica, il collage, la ricerca, l’attenzione emozionale che c’è in ogni sua sfilata, nei suoi negozi e nei suoi abiti.

Pensando invece alle tue creazioni, quali icone ispirative hai? Che personaggi hai in mente quando crei? Chi invece pensi siano i tuoi compratori? Che persone scelgono le tue creazioni?
Le mie creazioni sono indirizzate a un pubblico ampio, non esclusivamente a un target giovane, trovo sia soddisfacente vestire una donna adulta che vuole osare, ma anche una ragazza che possa riconoscere nel mio stile contemporaneità, ma anche radici, un legame con una tradizione,una genetica. Lo stesso vale per l’uomo: ironico, contemporaneo e affezionato alla tradizione al tempo stesso, anche perché, se penso a me stesso, la metà del mio guardaroba è costituito da pantaloni, camice e giacche di mio nonno e di mio babbo; sdrammatizzate e abbinate sempre in modo diverso.

Hai appena aperto uno spazio a Firenze. Parlaci di questa città, della sua creatività e di come ti relazioni ad essa.
Firenze muta tutti i giorni e al tempo stesso tutti i giorni resta immobile; è un connubio di ciò che potrebbe essere e di ciò che è stata. É fredda e moderna come l’argento dell’Arno alle 8.00 di mattina in una giornata di sole e calda e ancestrale alle 6.00 di sera con un bel tramonto rosso-ocra. Non ci si può staccare e stancare di Lei anche se oggi sentiamo sempre più la necessità di evadere, una smania da conquistatori di un mondo più vicino al nostro stato d’animo. Tutto ciò è molto contemporaneo.

Il tuo legame invece con New York, che sembra un altro tuo punto di riferimento?
NYC è la città eterna, la nuova Roma. Ci sono stato più volte, da subito mi ha conquistato, devo tornarci per un po’… nuovamente; anche se adesso, come accennavi tu, ho preso il mio primo posto a Firenze, in centro: un’ex scuderia diventata Atelier.

Che cosa rappresenta il bello per te? Riesci a definire la bellezza secondo Michele Chiocciolini?
Il bello innanzi tutto è un concetto oggettivo, può non appartenerti, può scuoterti, deluderti, ma ti lascia dentro una traccia, un’immagine, un ricordo anche negativo…Perché non dobbiamo obbligatoriamente pensare al bello come al buono o al bene, il bello è qualcosa che si eleva al di sopra del nostro pensiero, qualcosa che fa parte della chimica, del mistero e dell’innamoramento, qualcosa che ci conquista e ci lascia inermi, nudi. Detto ciò, al bello bisogna essere educati e molto abili nel saperlo capire. Bisogna come scopo primario oggi educarci, educare ed essere educati al bello, solo così nasceranno nuove idee e nuovi stimoli.

In tempo di crisi, come vive e lavora un giovane designer?
Se ami quello che fai, lo fai e basta: smetti di lamentarti, ti alzi la mattina, esci a prendere un caffè ancora in pigiama e ti sembra tutto migliore o per lo meno pensi che lo sarà.

Progetti per il futuro?Tanti, troppi. Incrocio le dita e sogno di arrivare a vestire e collaborare con persone che mi possono arricchire, perché questo è fondamentale: rimanere se stessi, ma con un bagaglio di esperienza e consapevolezza sempre maggiore.

Tutti gli scatti sopra del designer e delle sue creazioni sono stati realizzati da male® in esclusiva per lepilloledistefano, mentre i due ritratti di Michele che trovate qui sotto sono stati scattati da Domingo Nardulli.

Per saperne di più del designer: http://www.michelechiocciolini.it/

Nella seconda pagina altri scatti realizzati da male® in esclusiva per lepilloledistefano, relativi allo spazio di Michele Chiocciolini a Firenze in Via del Fico 3/r.

Pagine: 1 2

Post your thoughts