A volte nella moda accadono incontri quasi impensati, abbracci fra culture che in superficie appaiono così distanti tra loro nel tempo storico e nello spazio geografico: eppure, la moda sa essere anche quel mondo dove i confini sfumano per amore della conoscenza, per la passione dell’esplorazione e il desiderio di sperimentazione, dove la creatività segue il filo del proprio istinto e finisce per plasmare oggetti che sono una mischia eccellente di sorpresa e bellezza.
Un esempio di grande fascino? Voilà: i gioielli Noshi!
Okay, cotanta introduzione può sembrare quasi intrisa di solennità, che per ironia della sorte creativa è una qualità del tutto opposta alla levità che anima, nel vero senso della parola, i monili Noshi: quel che intanto, al primo sfiorar dell’orecchio da parte del nome del brand, suona un pizzico cerimonioso è racchiuso proprio nel termine e nella storia imponente e al contempo delicatissima che racchiude.
L’udito infatti non mente, e il risuonar della parola Noshi rievoca immediatamente la lontananza affascinante delle terre orientali, più precisamente quelle del Giappone: il “noshi” è un modello di origami, una pregiata decorazione di carta piegata secondo le regole di questa pratica antichissima sospesa tra l’arte e la religione, decorazione che veniva usata come segno di buon augurio per accompagnare un dono, come gesto di congratulazioni per un successo ottenuto o anche come celebrazione di benvenuto rivolta a chi per la prima volta varcava la soglia della loro vita.
Una mescolanza sofisticata tra semplicità e complessità che Elisabetta Colelli, fondatrice e mente creatrice del brand, sceglie come affinità elettiva prediletta per i suoi gioielli: proprio come il riferimento racchiuso nel nome suggerisce, i gioielli Noshi sono una sintesi perfetta di semplicità apparente della forma e di complessità geometrica nella sostanza.
Un’essenza che si riconferma anche nella collezione a/i 2017: la logica guida il design verso la ricerca di geometrie lievi ma rigorose, vitali nel movimento costante, così che i gioielli mutano forma e giocano con il corpo che decorano, rivelando trasformismi nell’aspetto e nei volumi, guizzi da uno stato bidimensionale a una concretezza tridimensionale, vere metamorfosi preziose che allietano e sorprendono il gusto, proprio come quelle creature di carta leggere e complesse che son gli origami.
E la bellezza? L’ispirazione per la collezione a/i 2017 fa un passo indietro nel tempo per ritrovare un decennio intramontabile, quello degli anni ’80 e di quella tradizione orafa di cui Ugo Correani fu indimenticabile protagonista, con le sue creazioni di jewelry couture raffinate e spiritose allo stesso tempo, risultato dell’incontro tra design e artigianato: complessità appaiata alla semplicità si diceva, e nelle collezioni per il prossimo inverno si rinnova la nettezza minimal delle linee che guida le geometrie glam delle forme, dove la lavorazione rigorosamente a mano secondo Made in Italy plasma materiali l’ottone placcato rodio con effetto specchio e o l’ottone bagnato oro 24kt, traendone catene groumette e maxi boules in contrasto intrigante con linee sottili e trasformiste.
Quasi come fossero piccole e preziose opere d’arte, ma che concedono a chi le indossa la libertà divertita dell’interpretazione.