Gentlemen nello stile e nello spirito, lo sapevate che ci sono infiniti modi di dire e fare knitwear, e di attraversarci in bilico perfetto un ponte in equilibrio nel tempo, ai cui estremi stanno due momenti di moda storica talmente opposti, da sposarsi inaspettatamente alla grande?
Ebbene sì, son sorprese creative che ad annunciarle appaiono quasi giocose, eppure a goderne materialmente si confermano verità eccellenti da indossare: le racconta il brand Pringle of Scotland con la collezione s/s 2017.
Non ha certo bisogno di preamboli introduttivi: l’heritage di Pringle of Scotland si narra da sé, lungo duecento anni di opere di tessitura di filati pregiati in cui la maglieria diventa capo d’abbigliamento, il capo d’abbigliamento si fa luogo in cui applicare la tradizione e sperimentarla con l’innovazione, fusione che sin da subito attrae il gusto di un’audience sempre più ampia e lussuosa, tanto da abbracciare anche celebrities e teste coronate.
Un’eredità creativa e materica iconica: la losanga caratteristica, chiamatela pure motivo argyle se amate i tecnicismi fashion, il due pezzi sporty-chic che dall’ispirazione del golf diventa l’amato twin-set, e just to know, anche il termine “knitwear”, son tutte opere creative appartenenti a Pringle of Scotland.
Bene, ora che la consapevolezza della caratura del brand è ben incastonata al suo posto tra le eccellenze della storia del fashion, che si gusti con pienezza la collezione s/s 2017, presentata con un evento d’intima quiete presso Palazzo Aldobrandini a Firenze, durante l’appena trascorso Pitti Immagine Uomo.
L’ispirazione del direttore creativo maschile Massimo Nicosia costruisce quel ponte di cui sopra, saldandolo tra il 1908 e il 1980: tra l’ordine dello stile edoardiano ritratto indosso a quell’élite britannica benestante e viaggiatrice del film Camera Con Vista, e il chaos immaginifico della moda brit scomposta in collage sfacciatamente brillanti e ricostruita sulle pagine d’esordio di magazines come The Face e i-D, al suono di musica Indie Rock, ovvero quel mondo underground stilosamente sovversivo che del film era coetaneo.
Un clash elegante, uno scontro-incontro che prende forma in una carrellata di creazioni maschili dove la maglieria presenzia indiscussa e pregiata poiché principalmente fatta di cashmere, le righe percorrono le giacche e allacciano la memoria allo storico blazer nautico, ma percorrono anche camicie, pullover e pantaloni carrot-fit, mentre le polo appaiono indossate sopra le t-shirt, la losanga è immancabile e rinnovata e il jeans è ricamato di fiori, ad omaggiare il celebre cantante brit Morrissey e il suo rituale di fiori schiacciati sul palco a fine performance.
Dualismi culturali armonizzati in capi che sono azzardi poetici, sartoriali e raffinatissimi: bravò!