Rahul Mishra: un racconto d’Oriente per l’inverno d’Occidente

«Mia cara, nel bel mezzo dell’odio ho scoperto in me un invincibile amore. Nel bel mezzo delle lacrime ho scoperto in me un invincibile sorriso. Nel bel mezzo del caos ho scoperto in me un’invincibile tranquillità.Ho compreso, infine, che nel mezzo dell’inverno vi era in me un’invincibile estate. E ciò mi rende felice»: son questi dei versi intensi che provengono dalla poesia densa di intimità umana di Albert Camus, righe di forza e bellezza che son state scelte a mo’ di preludio per una collezione che va oltre il mero carosello fascinoso di creazioni in fila su una passerella, ma che bensì son esse stesse forme varie e armoniche di un linguaggio nuovo che si fa racconto da indossare. 

C’è infatti intessuta in quelle righe poetiche un’ode sfaccettata eppur grintosa all’amore, un elogio all’incontro compassionevole, alla libertà rispettosa e alla riscoperta contemporanea di valori essenziali: virtù pregiate che Rahul Mishra ha reso, sin dall’inizio del suo cammino di successo nel fashion design sospeso tra Oriente e Occidente, parti integranti e irrinunciabili della sua filosofia.
Valori fondanti che assumono la forma di creazioni affascinanti, come accade nuovamente e felicemente nella collezione a/i 2016: e all’interno di essa, in particolare e squisito modo, in quel capo primario e avvolgente che è il cappotto!

Ma prima, un passo indietro in un passato personale breve ma in una distanza geografica così vasta da portarci in India: Rahul Mishra, infatti, nasce, si forma e torna ad istituire la sua sede principale proprio qui,  fra Mumbai e Delhi, in questa terra dal fascino magnetico, dalla cultura profonda che irradia le sue radici in tempi assai remoti fino a creare un ponte pregiato con il nostro oggi moderno e globalizzato.
Ecco, Rahul Mishra è fautore ammirevole e appassionato di una parte di questo ponte avvolta di grande importanza: verrebbe infatti da dire che il suo è un fashion design con il cuore, che batte al ritmo di una passione grande per le forme da inventare e indossare, ma anche e soprattutto per il valore umano che dalle mani artigiane che intrecciano e decorano i tessuti si espande fino alla sostenibilità di un paese bisognoso di buone cause da supportare.

Et voilà, eccolo quell’amore narrato in versi da Albert Camus, percepito e reso concreto dalle mani che Rahul Mishra orchestra per dare forma e bellezza a tutte le sue creazioni, e che nella collezione f/w 2016 portano nuovi racconti: declinati con eleganza ed estro in ogni modello, ma in particolare condensati nel fascino scultoreo di quel capo che dell’inverno è il principale protagonista. Il cappotto!

È proprio qui, nel capospalla per eccellenza che l’arte artigiana concreta e l’allure intensa dell’ispirazione diventano stile senza tempo e bellezza da indossare: realizzati dalle mani dei migliori artigiani e sempre da queste tinti con l’antichissima tecnica del Bandhini, esattamente quella che noi occidentali conosciamo come “tie and dye”, ovvero la tintura che si fa arte di precisione profonda da cui nascono motivi decorativi che son veri capolavori, declinati per l’a/i 2016 nell’intensità del blu. 

Un blu importante, ispirato alla porcellana indiana Girih ed allacciato allo spirito di Parigi.
Un omaggio alla sua resilienza, alla sua forza: a quell’amore di cui è la città ideale.

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