Prima di “The walking dead”, prima di “American Horror Story”, prima ancora di ‘The X-Files’ e di Mulder e Scully, c’era lei: Laura Palmer. C’era la domanda: chi ha ucciso Laura Palmer? E il mistero veniva raccontato nella serie tv “I segreti di Twin Peaks” di David Lynch, maestro del cinema, famosissimo per quel “Velluto Blu” in cui aveva messo a nudo Isabella Rossellini, protagonista di una storia dai risvolti torbidi e venata di atmosfere sado-masochistiche.
Di recente “Twin Peaks” mi è tornato insistentemente in testa, dopo essermi accorto che alle nuove generazioni questi nomi non dicono molto.
A me Laura Palmer riporta alla mente serate con gli amici (fra i quali la mia icona di stile assoluta Giannetta Paltrova, nome già noto a chi segue il blog da un po’ di tempo in qua) a spaventarci per le apparizioni di Bob, personaggio della serie davvero inquietante, a cercare di seguire una trama complicata, mangiando dolci alla marmellata di ciliegie e bevendo caffè, cibo e bevanda preferite dal protagonista, l’investigatore Dale Cooper, interpretato da Kyle MacLachlan.
Il cast era infinito e molti i personaggi al femminile, nessuno particolarmente tranquillo, e in realtà con molti scheletri nell’armadio. Se la bionda Sheryl Lee dopo un’apparizione come la defunta Laura, avvolta in un sacco di plastica trasparente, ritornò sotto forma della bruna cugina per le due stagioni della serie, su una nota copertina di Rolling Stone finirono invece altri tre volti noti di “Twin Peaks”: Mädchen Amick, Lara Flynn Boyle, poi riciclatesi in altre serie e vari tv movie, e Sherilyn Fenn, che interpretava la bella Audrey Horne, figlia del riccone del paese, famosa per la scena in cui riusciva a fare un nodo ad un gambo di ciliegia dopo esserselo messo in bocca! La Fenn, nipote della famosa rock star Suzi Quatro, nota anche in Italia a fine anni settanta-inizi anni ottanta grazie anche a un recurring role in “Happy days”, divenne poi protagonista di “Boxing Helena”, controversa pellicola diretta proprio dalla figlia di Lynch, Jennifer, continuando poi la sua carriera in molti ruoli, compreso una biografia di Liz Taylor, con la quale aveva in comune lo sguardo magnetico e una statura petite. Negli ultimi anni, dopo una apparizione in ripetuti episodi di “Una mamma per amica”, ne ho un po’ perso le tracce.
Però indelebile il ricordo del suo momento di massimo fulgore, immortalato da Steven Meisel in scatti che la ritraevano diva hollywoodiana degli anni cinquanta. Scelta da Domenico Dolce e Stefano Gabbana, Sherilyn era la protagonista assoluta della campagna del brand per la collezione a/i 1991-1992. E, guardando queste foto, per me nostalgia pura, ma anche glamour assoluto e intatto a distanza di venti anni buoni, si comprende bene perché personaggi come Johnny Depp e Prince avessero perso la testa per lei.
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