La determinazione è la chiave: e il successo ne è la dimostrazione.
Tanto forte sarà la prima, nutrita dalla passione e accudita dalla fiducia nel proprio animo creativo, tanto più il secondo sarà solido, con le radici affondate nel gusto condiviso e le ali spalancate alla libertà applaudita di espressione.
Insomma, vogliamo dare un nome, e magari anche un cognome, a cotanta celebrazione di bravura?
Voilà: Fausto Puglisi!
È questa invero una riflessione che nasce spontanea allo scorrere delle sue creazioni sulla passerella dell’appena passata settimana della moda milanese: la collezione a/i 2016-17 al primo sguardo appare così, come una dichiarazione d’intenzionale lealtà al proprio universo creativo assai composito, eppure sempre felicemente riconoscibile tra mille.
Gli abiti si susseguono in sfilata, ed è come sfogliare un memoir autobiografico, percepire il sogno americano che in insospettabile età chiamò lo stilista siciliano in terra statunitense, e l’oggi italiano in cui questo sogno trova nuova concretezza: lungo quel ponte di vita c’è l’impasto denso di ispirazioni e perfezioni sartoriali che di Puglisi sono l’animo della moda, nonché il segreto dell’ammirevole successo. Nel mezzo s’incontra, creativamente parlando ça va sans dire, anche Madonna: fautrice autorevole e appassionata della sua moda, e ora colonna sonora della sfilata.
Or dunque, in ordine affatto d’importanza, compaiono: la mescola di casual, stavolta parecchio urbano e persino sporty della varsity jacket declinata in svariate lunghezze e accompagnata dal beany cap, con l’allure irrimediabilmente chic di abitini e gonne ampie bon ton, il decorativismo di nostalgica memoria siciliana opulenta dei ricami dorati e l’amore per i contrasti che di Puglisi è segno distintivo.
E ancora: l’adorazione per la storia greco-romana che sta tanto nei plissé stretti da cinghie quanto nei sandali gladiator arrampicati vertiginosamente, e i blocchi azzardati di colore à la Mondrian che ora hanno le tinte preziose delle gemme.
C’è il sentimento tropicale delle palme che sono un motif affezionato, ma c’è anche la comparsa inaspettata del knitwear e della pelliccia colorata.
C’è il graffio rock del Perfecto e dei pantaloni di pelle così glam, la nonchalance grunge degli anfibi borchiati eppur raffinati: c’è il Texas dei boots rancheros bicolori, ma c’è anche la sensualità intensa e irrimediabilmente elegantissima di quegli abiti lunghi attraversati da spacchi che nulla lasciano alla fantasia.
E tanto regalano al desiderio nostro di indossarli: tutti!