Nei miei anni di lavoro nel fashion system ho avuto modo di incontrare molti designer, più o meno importanti e famosi, tante le giovani leve che ho conosciuto, intervistato, promosso, anche, moltissimo, da questo spazio, sapete bene quanto weblieveinstyle e lepilloledistefano siano votate al nuovo. Con alcuni di questi personaggi ho avuto il piacere di stringere rapporti profondi, di portare avanti belle conoscenze e amicizie.
Un caso è quello del palermitano Sergio Daricello, che ho avuto modo di incontrare quando disegnava un importante marchio, dopo un periodo da Versace, e che ho continuato con piacere a seguire nel suo percorso con un brand suo. Sergio mi ha inviato le foto della collezione per la s/s 2016, e gli scatti son realizzati da un duo che avete già conosciuto se mi seguite, cioè Credo Photography.
Ovviamente mi sono innamorato degli abiti che il designer propone e quindi, approfittando del nostro rapporto di amicizia, gli ho chiesto se poteva raccontarmi come era nata questa collezione, ma lasciandolo totalmente libero, senza le costrizioni delle mie domande. Ecco le belle immagini di Credo, i capi meravigliosi di Sergio e le sue parole, per voi!
Photo: Credo Photography (Eugenio D’Orio + Carlo William Rossi)
Grooming: Fabiana Amabile
Model: Gloria Ascolese
All clothing: Sergio Daricello s/s 2016 collection.
“La creazione di questa collezione nasce nel momento in cui dopo diverso tempo all’estero ho ripreso sede stabile nella mia Palermo. E come sempre è dalla mia Terra che parte la scintilla creativa.
Durante il viaggio di ritorno dalla Cina alla Sicilia avevo terminato l’ennesima lettura de “Il Gattopardo”, e due o tre passaggi mi avevano suggerito di far cominciare tutto da lì. Vivendo nel centro storico a Palermo ho potuto poi di raggiungere con facilità i luoghi descritti nel romanzo. Tutto il resto mi ha permesso di mettermi alla scrivania per sviluppare le suggestioni che da questo percorso sono derivate. Chiaramente la selezione di alcuni tessuti mi ha dato modo di reinterpretare quel mondo per trasmetterne le leggerezze.
Ho dovuto naturalmente studiare un po’ il costume dell’epoca e provare a mescolare quello che è “Storia” con un mondo contemporaneo.
Reinterpretazione di forme e vestibilità totale per non scadere nella didascalia costumistica, presente invece nelle stampe utilizzate per riportare ad oggi qualcosa che era terribilmente cool nei secoli passati.
I tessuti tecnici come mio solito sono stati stemperati da tessuti pregiati come le sete, e ho avuto la fortuna di trovare un pizzo sangallo con delle forature geometriche a macro-pois assolutamente contemporanee. La semplicità delle linee è stata arricchita dall’architettonicità delle costruzioni e spero di aver trovato una mia strada tra pulizia delle linee, complessità delle costruzione e influenza barocca.
I colori sembrano voler celebrare un po’ quelli della cassata siciliana, ma è stato solo un caso fortuito, cioè il bianco, il nero, il verde menta e il rosa.
Amo questa collezione più delle altre perché mi ha dato modo di dichiarare ad alta voce il mio amore per la mia città, e perché mi ha permesso di aprire in essa il mio atelier con le persone con cui lavoro e con cui condivido la mia passione, finalmente riesco a seguire in ogni momento gli step della collezione, permettendomi ogni tanto anche di sedermi al tavolo da taglio e alla macchina da cucire! Ogni stilista dovrebbe aver l’occasione di poter vivere questa esperienza “in proprio”.
La nota carina è che anche lo staff per il lookbook è tutto di origine “Regno delle due Sicilie” e la modella Partenopea DOC, nonostante i suoi tratti rimandino a realtà più nordeuropee.”